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INTERROGAZIONE.

Sulla vicenda dei voti cambiati in uno scrutinio ripetuto in una scuola media di lingua italiana di Bolzano abbiamo già presentato l’interrogazione n. 948/20-XVI che tuttavia ha avuto una risposta evasiva. Che rimandava all’indagine interna predisposta dalla Giunta provinciale e al tempo non ancora conclusa. Abbiamo appreso dai media che l’indagine si è conclusa ed ha accertato che nelle azioni del Sovrintendente scolastico (che pure nella classe avrebbe avuto anche il proprio figlio) non è stato rilevato nulla di scorretto. Vorremmo a questo punto capire come si sono svolti i fatti secondo le risultanze dell’indagine.

Si chiede pertanto

  1. Qual è l’esatta ricostruzione dei fatti scaturita dall’indagine della Giunta provinciale? Si prega di riferire in modo dettagliato.
  2. Qual è stato il comportamento e il ruolo del Sovrintendente scolastico in questa vicenda e perché la Giunta provinciale ritiene che in esso non vi sia nulla di irregolare?
  3. Poiché la ripetizione di uno scrutinio con il cambiamento di voti già assegnati rende evidente che qualche problema c’è stato, qual è stato dunque il problema, o l’errore compiuto, e chi ne porta la responsabilità?
  4. La Giunta o l’assessore hanno preso provvedimenti verso qualcuno dei protagonisti della vicenda? Se sì, verso chi? Se no, perché?
  5. Chi ha condotto l’indagine interna ordinata dalla Giunta e con quale metodologia? Quale documentazione è stata acquisita e quali persone sono state audite?

Bolzano, 26.08.2020

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Ieri i direttivi di SVP e Team K hanno deciso quali misure prendere nei confronti dei consiglieri provinciali che hanno beneficiato del Bonus da 600 Euro. Come Gruppo Verde abbiamo osservato le consultazioni e i risultati.

Non ci uniremo al coro dei vari giudizi e dei commenti sulle diverse “sentenze”.

Perché non si trattava di “peccati” o di “contravvenzioni” nei confronti dei quali sarebbe stata effettivamente necessaria una sentenza. Al contrario. Il modo in cui questa dinamica si è evoluta ci ha portato completamente fuori tema. Quello che questo “scandalo” ha portato in evidenza è piuttosto il tema della responsabilità di chi fa politica. Il fatto che alcuni consiglieri abbiano richiesto un bonus pensato e predisposto per le/i libere/i professioniste/i, imprenditori e imprenditrici che hanno subito danni dalla crisi del covid ci porta a riflettere a fondo sulla questione morale: “In quanto politico e politica, cosa posso fare e cosa invece no? Cosa è opportuno e adeguato e cosa no?”

In quanto politiche e politici dobbiamo porci queste domande ogni giorno. E assumerci la responsabilità delle nostre azioni, errori compresi. È stato triste in questi giorni osservare quanto siano state per lo più pietose le reazioni ai propri errori. C’è chi ha scaricato la responsabilità su altri (addirittura sulla segretaria del commercialista), chi è sparito dalla circolazione e chi ha indossato i panni della vittima.

Una buona “cultura dell’errore” avrebbe richiesto ben altro: ravvedimento, presenza, capacità di gestire una crisi e in più avrebbe consentito di imparare dai propri errori. Da questa impostazione, invece, sono stati ben lontani sia i politici coinvolti che i loro partiti di appartenenza.
Sotto quest’ottica, questo scandalo è un’occasione persa. Una crisi da cui tutti escono indeboliti – e purtroppo non solo chi è stato direttamente coinvolto, ma tutta la rappresentanza politica e la fiducia nei suoi confronti.

BZ, 19/8/2020

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Quando giovedì è uscita la notizia che anche quattro consiglieri provinciali avevano fatto richiesta per il bonus da 600€ messo a disposizione di chi ha subito danni dalla crisi del covid, non ci potevamo credere.

Non entriamo nel merito sul perché lo abbiano fatto: che sia stato per negligenza o per uno sbaglio di valutazione o per indifferenza o addirittura per “protesta”. Come sempre in politica, l’infamia non colpisce solo le persone direttamente coinvolte. Si allarga anche a tutti gli altri consiglieri e a tutta la politica. Purtroppo.

Dietro le scuse, dietro le giustificazioni che i quattro consiglieri e i loro partiti hanno espresso si nasconde qualche cosa di molto inquietante: l’inconsapevolezza rispetto al danno provocato nei confronti della nostra democrazia – e lo scaricabarile delle responsabilità. La colpa è del commercialista (Lanz), dello Stato italiano (Schuler), della superficialità (Köllensperger), della mancanza di esperienza (Tauber), della legge scritta male (LH Kompatscher).

No.

La responsabilità è di chi ha deciso di fare richiesta. Come politiche e politici abbiamo una responsabilità molto più grande sulle nostre azioni rispetto agli altri cittadini. Non sediamo in Consiglio provinciale solo in quanto Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba e Hanspeter Staffler, ma rappresentiamo i cittadini e le cittadine che con la loro fiducia ci hanno dato questo incarico. Con le nostre azioni dobbiamo rendere conto a loro e alle loro richieste.

Si tratta sempre di una questione morale, anche quando si decide di servirsi di qualcosa consentito dalla legge. In quanto politici e politiche di professione, attivi/e a tempo pieno, veniamo pagati per il nostro lavoro. È in gioco la dignità del mandato politico. E si tratta di sviluppare una cultura del riconoscere i propri errori, la cui ammissione non dovrebbe avvenire solo in seguito alla pubblicazione sui media..

Sia SVP che Team K hanno fatto sapere oggi che non ci saranno dimissioni. Anche questo fa parte della responsabilità di ognuno e delle forze politiche di appartenenza. Ma questa perdita di credibilità non sarà (come affermato invece da Beati/Team K) “un temporale passeggero”.

BZ, 14.8.2020
Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Che cosa hanno in comune la manager di un banchiere, la moglie di un manager IT e la moglie di un blogger? Quasi nulla, a parte l’aver sfidato l’autocrate bielorusso Alexander Lukaschenko alle elezioni presidenziali.

La storia sembra quasi da fiaba. Quando Sergej Tichanowskij, che voleva candidare per le elezioni presidenziali nel suo Paese, viene arrestato, sua moglie, la pedagoga e traduttrice Swetlana Tichanowskaja prende in mano la situazione e si candida al suo posto. Le viene concesso perché la macchina del potere politico del suo Paese la sottovaluta: che cosa potrà mai fare una semplice “casalinga” contro il potente Lukaschenko? È questo il credo dei fedeli del Presidente, in carica ormai dal 1994. Ma come si sa, i pregiudizi tolgono lucidità. A Tichanowskaja si alleano Veronika Zepkalo e Maria Kolesnikowa, rispettivamente collaboratrice e moglie di altri due candidati messi fuori gioco. E così, in tre, attraversano il Paese, riempiono piazze e colmano le persone di entusiasmo con frasi così: “Ho paura, tutti i giorni. Ma ogni giorno supero la mia paura e prego ogni bielorussa/o di fare la stessa cosa”.

La fiaba finisce come di solito si concludono le storie ambientate in un regime autocratico: domenica scorsa, giorno delle elezioni, non è stato permesso a nessun osservatore elettorale dell’OSCE di entrare nel Paese e si sono moltiplicate le segnalazioni di brogli elettorali. Lukaschenko ha vinto con l‘80% dei voti. Tichanowskaja ha raggiunto ufficialmente il 9%, ma lei non ha riconosciuto il risultato ed è fuggita in Lituania. In questi giorni manifestazioni di protesta vengono represse con la violenza.

Eppure, queste tre donne hanno mosso qualcosa che la violenza della polizia farà molta fatica a domare. Con il pugno alzano, le mani posizionate a forma di cuore e a simbolo della vittoria ci dicono che è arrivato il loro tempo.

Noi facciamo il tifo per loro e speriamo che sia solo l’inizio.

 

Marlene Pernstich

Ulrike Spitaler

Brigitte Foppa

INTERROGAZIONE.

Nella vecchia legge urbanistica provinciale 13/97 era previsto che in casi di trasformazione di cubatura esistente da qualche altra destinazione in abitativo, alla nuova cubatura a destinazione abitativa si applicava la regola del 60/40 e del convenzionamento della quota del 60%. Nella nuova legge Territorio e Paesaggio di questa regola non abbiamo trovato traccia. Ciò significa che se, per esempio, una cubatura a destinazione artigianale viene trasformata con destinazione d’uso ad abitativo, la nuova cubatura resta totalmente a disposizione del proprietario, senza regole sul convenzionamento di almeno una parte di essa? Se così fosse significherebbe che, rispetto a quanto previsto dalla vecchia legge urbanistica, si avrà in futuro meno cubatura a disposizione per soddisfare il bisogno abitativo primario della popolazione locale.

Si chiede:

  1. Ai sensi della nuova legge “Territorio e paesaggio”, una cubatura che viene trasformata in cubatura abitativa deve essere convenzionata almeno per una sua parte?
  2. Se sì, qual è l’articolo che si applica in questo caso e che cosa prevede riguardo alla suddivisione e ai relativi vincoli della nuova cubatura abitativa creata?
  3. Se invece la nuova cubatura abitativa creata dalla trasformazione d’uso non è sottoposta a nessun obbligo di convenzionamento, questo significa che essa resta a disposizione del proprietario per un uso totalmente privato?
  4. Per fare un esempio concreto, un artigiano che ha un grande capannone e che cessa la sua attività artigianale, o la trasferisce altrove, potrebbe chiedere la conversione della cubatura rappresentata dal capannone in abitativo e se la ottiene ricavarci appartamenti da mettere sul mercato privato della casa, in affitto o in vendita?

BZ, 09.08.2020

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE.

Facendo riferimento alla risposta alla nostra interrogazione n. 897/2020 „Legge ‘Territorio e paesaggio’: c’è cubatura disponibile per eliminare le barriere architettoniche?”,

Si chiede:

  1. la “simile norma” a cui ci si riferisce nella risposta n. 2 è relativa alla riduzione delle distanze sotto le distanze del codice civile o è relativa all’esonero delle opere in parola dal computo di cubatura?
  2. nel secondo caso, perché i comuni non potrebbero inserire deroghe nei propri strumenti urbanistici se già nelle norme di attuazione di molti PUC dei comuni della Provincia, regolarmente approvati dalla Giunta provinciale, queste deroghe sono presenti?
  3. il DPP 24/2020, Regolamento in materia edilizia, si applica dalla sua approvazione e le definizioni di cui all’art. 2 prevalgono da subito su quelle contenute nei PUC in vigore?
  4. se così fosse, perché in queste definizioni non è stato recepito il più che ragionevole esonero in parola?

BZ, 09.08.2020

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Per mantenere e sostenere la pastorizia sui nostri pascoli alpini sono necessarie soluzioni giuridicamente valide e rapidamente attuabili. Per questo dobbiamo agire rapidamente.

Anche quest’estate, le stragi di pecore hanno riacceso il dibattito e così anche le richieste di tenere lontani dai confini dell’Alto Adige i grandi carnivori. Orso, lince e lupo sono rigorosamente protetti dalle leggi dell’UE e questo fatto non cambierà nel prossimo futuro.

Da parte della politica osserviamo invece poca onestà. Secondo la legge, l’abbattimento dei grandi carnivori è possibile solo in pochi casi eccezionali, quando tutte le altre misure di protezione delle greggi siano già state provate e siano state inutili.

“Queste misure devono essere adottate rapidamente. La prima, che è anche quella più importante, è la formazione dei pastori. Un personale formato è in grado di affrontare le nuove sfide sugli alpeggi”, afferma il consigliere Hanspeter Staffler. Le scuole di agraria in Alto Adige sarebbero ideali come centri di formazione, essendo già disponibili le necessarie attrezzature e le competenze tecnico-didattiche.

Il passo successivo è quello di fornire una protezione professionale delle greggi come richiesto dall’UE: le greggi devono essere accompagnate e custodite dai pastori durante il giorno e, se necessario, raccolte e protette da un recinto durante la notte. Cani pastore possono sostenere il lavoro dei pastori.

Per finanziare questo impegno supplementare in Alto Adige sono necessari circa 100.000 Euro all’anno. Ma anche l‘UE fornisce finanziamenti a questo scopo. La Francia, ad esempio, ogni anno riceve da Bruxelles fondi considerevoli per coprire i costi del personale, delle recinzioni e dei cani pastore.

Noi Verdi sosteniamo in modo convito la pastorizia sul nostro territorio e vogliamo proporre agli allevatori di ovini un modo pragmatico per risolvere il problema. Con pastori ben formati e con la piena copertura finanziaria delle misure di protezione delle greggi, la pastorizia sulle nostre montagne sarà possibile anche in futuro.

COMUNICATO STAMPA.

Non manca molto e presto l’autunno sarà alle porte. Con la stagione più fresca riappariranno raffreddori e lievi forme influenzali a causa delle quali le persone avranno tosse e qualche linea di febbre.

Le/gli utenti delle case di riposo si ammaleranno anche loro di queste forme di raffreddore e mostreranno i chiari sintomi come qualche linea di febbre e tosse. Ma come si differenziano questi sintomi da quelli del Corona Virus? In realtà non si differenziano, perché anche il Covid19 inizia con qualche linea di febbre e un po’ di tosse.

Per evitare che nelle case di riposo per ogni raffreddore gli/le ospiti diventino subito casi da quarantena, le strutture si devono attrezzare fin da ora per la stagione fredda. Non è possibile pretendere, né dai pazienti, né dal personale, che sciami di persone debbano essere messi in quarantena a causa di un normale raffreddore.

„Perciò secondo noi è necessario che le strutture di cura si attrezzino fin da ora con dei protocolli di test e tamponi che siano in grado di stabilire nel giro di poche ore se si tratta di Covid19 o altro tipo di influenza o di raffreddore” affermano i Consiglieri Hanspeter Staffler, Riccardo Dello Sbarba e Brigitte Foppa. Solo così possono essere ridotti i provvedimenti di isolamento e quarantena che rappresentano per tutti/e una misura estrema davvero pesante da sopportare.

COMUNICATO STAMPA.

Al momento vengono accolte nelle case di riposo molte nuove persone anziane. Poiché il Corona virus è ancora di grande attualità – e come si sa per le persone anziane ancora più pericoloso – spesso le nuove e i nuovi ospiti vengono messi in una quarantena di 14 giorni. Da un punto di vista igienico-sanitario il provvedimento è più che comprensibile, ma per le singole persone è di grande problematicità. Persone già vulnerabili che si trovano a dover gestire già di per sé un grande cambiamento e che devono abituarsi a delle condizioni di vita completamente nuove sono costrette ad affrontare contemporaneamente anche le difficoltà dell’isolamento. Per molti una situazione quasi insostenibile. E anche il personale deve gestire il peso di questa situazione: rispettare le misure di isolamento, usare strumenti e vestiario di sicurezza, ecc.

“Con tutta la comprensione per le misure cautelative e di sicurezza, si tratta veramente di una soluzione che non possiamo condividere” affermano i Consiglieri Verdi Foppa, Staffler e Dello Sbarba. I test invece potrebbero essere un‘alternativa. “Perché ai nuovi ospiti non vengono fatti test e tamponi?”, si chiedono e inoltrano la loro proposta alla Giunta e alle case di riposo. L’assessore alla salute ha dichiarato già più volte che al momento abbiamo a disposizione un alto numero di test. Usiamolo per permettere ai nostri anziani un inserimento in casa di riposo il più piacevole e positivo possibile. Ciò che è possibile per il turismo, dovrebbe valere anche per gli ambiti del sociale.