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Disegno di legge provinciale n. 31/19

Nel 2014 alla legge provinciale n. 13/1991 è stata apportata una modifica difficilmente giustificabile in uno Stato di diritto. Ai cittadini e cittadine è stata tolta la possibilità di presentare ricorso contro “la riduzione o negazione di prestazioni di assistenza economica a causa del mancato rispetto degli obblighi e dei progetti concordati in relazione ai propri doveri di autonomo sostentamento, così come la negazione di prestazioni a seguito dell’assenza dei beneficiari dal territorio provinciale” – stabilendo nel testo di legge che le decisioni dei comitati tecnici sono “definitive”. Eppure, la possibilità di ricorrere in via amministrativa contro le decisioni delle autorità è un principio fondamentale dello Stato di diritto. Ed è tanto più importante in ambiti nei quali gli interessati dispongono di pochi o di nessun mezzo per una costosa azione legale. Inoltre, qui si tratta di prestazioni per il “soddisfacimento delle esigenze fondamentali della vita”: quelle per le quali, per definizione, non si può attendere.

Un tale carattere “definitivo” delle decisioni restringe i diritti fondamentali di cittadine e cittadini. Nessuna autorità o comitato tecnico è infallibile. I beneficiari e le beneficiarie di aiuti sociali non
possono permettersi un costoso processo. Non è giusto costringerli a decidere se rivolgersi alla giustizia o accettare un errore delle autorità.

Purtroppo, però, l’articolo 4 della legge provinciale 16 ottobre 2014, n. 9, ha limitato proprio la possibilità di presentare un tale ricorso, peggiorando molto la posizione giuridica dei beneficiari e delle beneficiarie di assistenza economica sociale. Non tiene nemmeno la motivazione secondo cui in determinate situazioni gli interessati avrebbero violato l’obbligo dell’autoaiuto ovvero non soggiornerebbero in provincia. Anche in questi casi, infatti, sono possibili violazioni della legge in prima istanza. Conseguentemente la possibilità di rivolgersi a una seconda istanza deve costituire per tutti gli interessati un diritto fondamentale.

Col presente disegno di legge s’intende ripristinare appunto questo diritto, eliminando il citato comma 2 dell’articolo 4 dalla legge provinciale 30 aprile 1991, n. 13.

Uno Stato di diritto, un’amministrazione vicina alle esigenze dei cittadini non devono affatto temere eventuali ricorsi: se la motivazione è giusta saranno accolti; diversamente saranno respinti.
Comunque, negare ai cittadini questo importante strumento è la via sbagliata. Penalizzare in tal modo i più deboli nella società rivela qualcosa di più di un semplice errore di prospettiva. Il fine del
presente disegno di legge è ristabilire un equilibrio.

BZ, 04.09.2019

Consigliera provinciale
Brigitte Foppa

 

Qui potete scaricare il Disegno di legge e il  Parere del Consiglio dei Comuni.

COMUNICATO STAMPA:

Il wi-fi è davvero necessario nelle scuole elementari?

Il 5 settembre si torna a scuola. Didattica e apprendimento ormai vanno a braccetto con materiali di insegnamento multimediali, internet è una fonte di informazioni e di notizie e nessuno di noi, nemmeno il mondo della scuola può più farne a meno. Le conseguenze però sulla salute e sulla capacità di apprendimento delle onde elettromagnetiche sono tuttora controverse e gli studi le collegano alla comparsa e diffusione di tumori e altre malattie.

A maggio di quest’anno il Gruppo Verde ha presentato un’interrogazione alla giunta per sapere in quali scuole sia stato installato il wifi. Vi riproponiamo la tabella fornitaci e l’intera risposta. “Quello che notiamo e che più ci preoccupa è il numero di scuole elementari che usano il wifi – commenta Brigitte Foppa – per l’uso di tecnologie didattiche multimediali e di computer un’alternativa più sicura c’è, ed è quella via cavo. Basta attaccare i computer alla rete ed evitare inutili pericoli per i più piccoli. Perché allora nelle scuole elementari si preferisce il wifi, la cui innocuità non è provata al 100% I genitori saranno d’accordo?” si chiede Brigitte Foppa. Anche Riccardo Dello Sbarba e Hanspeter Staffler condividono i suoi dubbi.

La nostra vita è ormai vincolata alle nuove tecnologie, agli smartphone e alla connessione Internet sempre e ovunque. All’inizio della scorsa legislatura il Consiglio provinciale si era espresso per il principio di prudenza su questo tema, soprattutto nelle scuole. Verso la fine della legislatura però è passata una mozione della SVP che incentivava il wifi nelle scuole.

Le scuole hanno la loro autonomia, ma le famiglie devono sapere in quale ambiente le loro figlie e i loro figli passano buona parte della giornata.

Bolzano, 03/09/2019

Cons. prov.

Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Ieri un partito politico, la Svp, si è incontrato privatamente a porte chiuse con il proprietario di una società privata che si è aggiudicata la gara per l’acquisto della società provinciale ABD SPA per un prezzo stracciato. Dato il carattere dell’incontro, l’opinione pubblica si deve accontentare dei comunicati diramati dai partecipanti, i quali sono mossi da un unico interesse: tranquillizzare le migliaia di elettrici ed elettori che al referendum del 2016 hanno votato no al potenziamento dell’aeroporto e adesso si sentono truffati dalla svendita di ABD.

La cordata di imprenditori privati che acquisterà ABD infatti questo potenziamento non solo è intenzionata a portarlo avanti, ma vi si dichiara costretta addirittura dalla stessa Giunta provinciale che nel bando di gara ha inserito l’obbligo a realizzare quel Masterplan del 2012 che prevede espressamente l’allungamento della pista dagli attuali 1296 metri a 1434 metri. Che tale allungamento si faccia per poter effettuare più voli con aerei più grandi per avere più passeggeri e più guadagni dall’attività aerea, lo capisce anche un bambino.

Per questo, le “rassicurazioni” diffuse nei comunicati finali dei partecipanti all’incontro di ieri non valgono di più della carta su cui sono scritte. Se la Svp avesse voluto garantire alla popolazione e ai comuni confinanti con l’aeroporto che la pista non sarebbe mai stata allungata e che l’attività di volo sarebbe stata limitata, avrebbe dovuto votare a favore del disegno di legge provinciale del Gruppo Verde, che conteneva proprio queste prescrizioni. Il fatto che invece, poco più di un mese fa, la Svp abbia affossato in commissione la nostra legge, senza proporre nessuna alternativa, toglie ogni credibilità alle rassicurazioni di ieri.

Se si leggono attentamente i comunicati diramati alla fine dell’incontro di ieri, l’unica affermazione concreta che vi è contenuta è l’intenzione dei privati, che si richiamano all’obbligo concordato con la Giunta provinciale, di potenziare l’aeroporto secondo il Masterplan 2012. Quando lo faranno, e come utilizzeranno questo potenziamento, dipenderà solo dai loro piani imprenditoriali che – legittimamente – risponderanno all’obbiettivo di massimizzare i ricavi derivanti dalle attività di volo.

Per questo i Verdi- Grüne-Vërc invitano l’opinione pubblica a non fare alcun affidamento su incontri privati come quelli di ieri.

I Verdi-Grüne-Vërc continueranno a contrastare in ogni modo questo inganno dell’aeroporto e sperano che un primo stop possa arrivare dal successo delle iniziative giudiziarie già attivate.

 Le ricordiamo:

–  il ricorso al TAR presentato un anno fa dal Comune di Laives, 

 – la segnalazione alla Autorità Anticorruzione inviata in primavera dal Dachverband,

–  l’esposto alla Corte dei Conti presentato in luglio dal gruppo consiliare provinciale dei Verdi-Grüne-Vërc,

– il ricorso al TAR presentato oggi dal gruppo consiliare del Team Köllensperger. 

Si tratta di iniziative diversificate ma unite negli obbiettivi comuni della tutela della salute e del clima e del rispetto della volontà popolare.

Bolzano, 03.09.2019

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler