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MOZIONE.

Nel 2017 ricorreva il 40° compleanno dell’esame di patentino di bi- e trilinguismo. Dalla sua istituzione questo strumento è stato più volte riformato, ma soprattutto sono state aperte nuove strade per ottenere la certificazione per il bilinguismo. Una di queste è la certificazione europea rilasciata da vari istituti, come il Goethe Institut o il TestDaF per il tedesco e il CVCL (Università di Perugia) o il CILS (Università di Siena) per l’Italiano.

Un’altra alternativa per ottenere l’attestato di bilinguismo è offerta a chi si diploma in una scuola superiore di lingua italiana e si laurea in un’università di lingua tedesca o viceversa. Secondo l’Astat, nel 2017:

  • a fronte di 2528 persone che hanno superato il tradizionale esame in due lingue,
  • a ben 1690 è invece bastato l’esame in una sola lingua, presentando per l’altra l’attestato ottenuto da un istituto internazionalmente riconosciuto,
  • e altre 209 persone hanno ottenuto il patentino senza esame, grazie a titoli di studio conseguiti nelle due lingue.

Di fronte a questa realtà, dove quasi la metà dei patentini di bilinguismo è stata conseguita con esami in una sola lingua o senza esame, è paradossale che la laurea presso l’università trilingue di Bolzano non comporti l’ottenimento del patentino di bilinguismo.

La logica di questa esclusione sembra essere l’assurdo principio che frequentare due separati corsi monolingui di studio garantisca come risultato il bilinguismo, mentre frequentare una Università plurilingue per cinque anni, seguendo insegnamenti e sostenendo esami sia in italiano che in tedesco in un ambiente di studio completamente plurilingue, non garantisca lo stesso risultato. A chi ci guarda da fuori, ciò può apparire come una mancanza di fiducia verso la formazione trilingue della nostra università.

E’ necessario invece difendere il valore del plurilinguismo trasmesso dall’università di Bolzano, poiché esso rappresenta la sua più importante “carta di identità e di qualità”, anche nel confronto internazionale. Il tema tra l’altro non riguarda solo l’Università di Bolzano, ma anche lo studio bilingue della Scuola Superiore di Sanità Claudiana, come pure lo studio bilingue integrato di giurisprudenza  presso l’Università di Innsbruck (“integriertes Diplomstudium der Rechtswissenschaften”).

Per questi motivi,

il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale:

  1. A intraprendere tutti gli sforzi possibili per garantire, attraverso le necessarie modifiche normative, che il conseguimento di una laurea presso la Libera Università di Bolzano – a condizione che il percorso di studi abbia previsto un certo numero di esami sostenuti nelle diverse lingue previste dall’attestato di bilinguismo – consenta l’automatico conseguimento dell’attestato di bilinguismo corrispondente.
  2. A verificare la possibilità dell’automatico conseguimento  dell’attestato di bilinguismo corrispondente anche per chi porta a termine il corso di studi della Scuola Superiore di Sanità Claudiana, come pure dello studio bilingue integrato di giurisprudenza presso l’Università di Innsbruck (“integriertes Diplomstudium der Rechtswissenschaften”).
  3. A concordare con i vertici della Libera Università di Bolzano – e della Scuola Superiore di Sanità Claudiana, come pure dello studio integrato di giurisprudenza (“integriertes Diplomstudium der Rechtswissenschaften”) presso l’Università di Innsbruck. – misure mirate a innalzare sempre di più il livello di bilinguismo realmente ottenuto dagli/lle studenti/esse alla fine del corso di studi.

Bolzano, 15.12.2018

Firmato Consiglieri

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

DISEGNO DI LEGGE PROVINCIALE n. 2/18

Richiesta di offerta plurilingue nella scuola altoatesina

Già da molto tempo parti della società altoatesina chiedono un’offerta supplementare plurilingue, a partire dall’asilo e dalle scuole elementari e medie fino alle superiori e professionali. Le iniziative in tal senso vanno dalle associazioni di genitori (Convivia, Genitori per il Bilinguismo/Eltern für die Zweisprachigkeit, MixLing) fino a interventi politico-culturali come il Manifesto Alto Adige 2019. Comunque è facilmente intuibile che nella società queste aspettative sono ben più diffuse.

Già nel 2008 un sondaggio fra i presidenti delle rappresentanze dei genitori e dei consigli d’istituto svolto dal Landeselternbeirat für die deutsche Schule (LBE, comitato provinciale dei genitori nella scuola tedesca) aveva rivelato che la maggioranza di queste rappresentanze valuterebbe positivamente un’offerta supplementare plurilingue: in quel momento, infatti, il 57,9% sarebbe stato “del tutto” o “tendenzialmente” favorevole a una tale offerta.

Qualche anno dopo, il punto di vista di genitori (tedeschi) era ancora simile. Da un sondaggio della LBE del 2015 risulta infatti che più di un quinto sarebbe addirittura favorevole ad accorpare le scuole tedesca e italiana. Complessivamente il 77% dei genitori intervistati vorrebbe che la scuola desse più spazio alla lingua italiana.

Anche l’attuale consulta provinciale dei genitori fa spesso presente la richiesta di più plurilinguismo proveniente dalle famiglie. (Vedi p.e. l’articolo su Salto del 22.08.2018).

Questo orientamento si è mantenuto, come risulta chiaramente dall’ultimo sondaggio dell’Astat sulle lingue. Il 69% delle altoatesine e degli altoatesini sarebbe molto o abbastanza favorevole a introdurre l’insegnamento precoce della seconda lingua, e sempre il 69% sarebbe molto o abbastanza favorevole a introdurre l’insegnamento di alcune materie in un’altra lingua. (Barometro linguistico dell’Alto Adige. Uso della lingua e identità linguistica in provincia di Bolzano 2014. Collana Astat n. 211).

Qui trovate il disegno di legge e la relazione completi.

Bolzano, 10.12.2018

Consigliera provinciale

Brigitte Foppa

I giovani verdi del Sudtirolo con la la loro azione fotografica, alla quale possono partecipare tutti, rispondono con umorismo ed ironia ai manifesti della della Südtiroler Freiheit in cui viene chiesto che i bambini tedeschi abbiano la priorità nell’iscrizione alle scuole dell’infanzia tedesche (“Vorrang für Deutsche Kinder in Deutschen Kindergärten”).

Noi giovani verdi comprendiamo il desiderio di alcuni genitori che vogliono far crescere i propri figli in un ambiente linguistico tedesco per farli apprendere la lingua al meglio fin dalla prima infanzia; tuttavia siamo del parere che la separazione etnica forzata all’interno delle scuole materne non sia, per la popolazione altoatesina nel suo complesso, la giusta strada da intraprendere. La richiesta di separazione o di “priorità” verso qualcuno, genera infatti inevitabilmente divisione all’interno della società.

Al contrario, noi desideriamo che vengano create finalmente delle offerte di formazione plurilingue in tutto l’Alto Adige. Anche solo il fatto che molti bambini la cui lingua madre non è il tedesco frequentino asili tedeschi, mostra che da parte dei genitori viene percepito un forte bisogno di dare ai propri figli una formazione multilingue.

L’offerta supplementare di un asilo plurilingue può dunque anche assicurare che venga rispettato il desiderio di alcuni genitori di mandare i propri figli in una scuola materna a maggioranza tedesca.

Un certo equilibrio linguistico all’interno dei gruppi può avere senso ed in alcuni casi anche promuovere l’inclusione e l’acquisizione del linguaggio, ma esso rimarca soltanto un aspetto della compito educativo affidato alle scuole d’infanzia. Così anziché la “separazione” noi giovani verdi sosteniamo misure come:

 

  • il miglioramento dell’offerta degli asili attraverso personale specializzato di entrambi i gruppi linguistici, • l’offerta di un supporto linguistico adeguato fatto di consulenza ed accompagnamento linguistico per tutte le famiglie, • la creazione di offerte formative e di supporto per tutto il personale delle scuole materne da parte di professionisti formati nel campo dell’acquisizione linguistica (della prima- seconda- e terza lingua),
  • la creazione di scuole materne plurilingui per tutto l’Alto Adige.

 

In un Alto Adige che sta nel cuore dell’Europa, i giovani verdi sono sia per la promozione linguistica individuale nella propria lingua madre, sia per la convivenza tra i gruppi linguistici, l’integrazione e la promozione del plurilinguismo, a partire dalle scuole d’infanzia.