Home2022Ottobre (Page 2)

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ.

L’articolo 107 della L.P. 9/18, Territorio e paesaggio, grazie a una modifica del 2019, ha spostato al 1° luglio 2020 l’entrata in vigore della legge stessa. Ciò significa che il termine di due anni per la prima approvazione in Consiglio comunale del “piano di sviluppo comunale per il territorio e paesaggio” scadeva il 1° luglio 2022.

 Si chiede alla Giunta provinciale:

  1. Quali comuni hanno rispettato il termine 1° luglio 2022 per la prima approvazione in Consiglio comunale del “piano di sviluppo comunale per il territorio e paesaggio”?
  2. A che punto sono i comuni che non hanno rispettato questo termine?

 

Bolzano, 03.10.2022

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE.

Am 2. Oktober wurde von RAI-Südtirol ein Bericht über Bau- und Sprengarbeiten unterhalb der Sesvennahütte in Schlinig / Gemeinde Mals berichtet. Wie aus dem Bericht ersichtlich ist, finden derzeit im Alpinen Gelände, welches ökologisch hochsensibel und prinzipiell geschützt ist, massive Baggerarbeiten statt. Im Bereich der „Wand“ sollen auch noch Sprengarbeiten stattgefunden haben.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Warum werden an der zitierten Stelle Bau- und Sprengarbeiten durchgeführt?
  2. Wann wurde das entsprechende Verfahren gemacht und wann wurden die Genehmigungen für diesen Eingriff ausgestellt?
  3. Wer hat diese Arbeiten beantragt und wer hat sie genehmigt?
  4. Gibt es eine ökologische Baubegleitung, wie von der Grünen Fraktion immer wieder gefordert?

 

Bozen, 03.10.2021

Landtagsabgeordnete

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

COMUNICATO STAMPA.

Leggiamo in questi giorni sui media che nel “libro bianco” delle opere prioritarie per la Regione Trentino Alto Adige/Südtirol presentato dalle camere di commercio di Trento e Bolzano vi è inserito anche il completamento dell’autostrada della Valdastico.

Ricordiamo che già nel 2019 il Consiglio provinciale di Bolzano ha approvato una mozione dei Verdi in cui si dichiarava espressamente contro la realizzazione delle Valdastico. Nel 2021 il tema è stato affrontato anche in Consiglio regionale, dove un’altra mozione dei Verdi è stata approvata con l’adesione della SVP che ha così messo la Lega in minoranza. Il Consiglio regionale ha così approvato di: “intensificare il confronto sia all’interno della Regione sia con le autorità competenti a livello nazionale ed europeo sulle scelte strategiche in materia di infrastrutture di transito che riguardano la nostra Regione, al fine di ricercare possibili alternative a progetti di nuovi tratti autostradali in coerenza con gli impegni della difesa del clima, della tutela della salute della popolazione, dell’obiettivo prioritario di trasferire il traffico pesante su ferrovia lungo l’intero corridoio del Brennero e nel rispetto del Protocollo trasporti della Convenzione delle Alpi che chiede di astenersi dalla  costruzione di nuove strade di grande comunicazione per il trasporto transalpino.”

Riteniamo positiva la presenza nel “libro bianco” delle camere di commercio del rafforzamento di numerosi tratti ferroviari, ma la presenza della Valdastico ci preoccupa. Si tratta di un’opera che contrasta fortemente con gli obiettivi condivisi ormai da tutte/i di tutela della salute e del clima oltre che essere apertamente in contrasto con quanto stabilito dalla Convenzione delle Alpi. Un’opera come la Valdastico rovescerebbe un fiume di traffico dal Nord-est sull’Autobrennero che è già superinquinata e in emergenza sanitaria per la popolazione che ci vive vicino. E metterebbe in dubbio la politica di trasferimento merci su rotaia: con la Valdastico i tir arriverebbero su strada dal Veneto a metà Trentino e allora continuerebbero su gomma fino al di là delle Alpi invece di essere veicolati sulla rotaia da Verona. L’impatto su tutta la Regione sarebbe enorme e la provincia di Trento, che in questi anni ha spinto a favore dell’opera, dovrebbe tornare sui suoi passi.

Chiediamo alla Provincia di Bolzano e alla Regione Trentino Alto Adige/Südtirol di restare coerenti con le mozioni approvate nel 2019 e nel 2021 e di ribadire il no a quest’opera impattante e insostenibile. 

Bolzano, 06/10/2022

Cons. regionali
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler
Lucia Coppola
Paolo Zanella

MOZIONE.

Il gruppo del Sassolungo ed il Plan de Cunfin devono essere messi sotto tutela: un’antica richiesta del mondo ambientalista delle Dolomiti e di noi Verdi del Sudtirolo (già nel 2015 e poi ancora nel 2020 abbiamo presentato mozioni con questa richiesta) torna di attualità.

Lunedì 12 settembre 2022 l’assessora provinciale alla natura, paesaggio e sviluppo del territorio Maria Hochgruber Kuenzer ha incontrato le associazioni ambientaliste proprio al Plan de Cunfin e si è detta favorevole a “individuare un percorso per raggiungere una messa sotto tutela”.

Pochi giorni prima, giovedì 8 settembre, nell’ambito delle giornate della sostenibilità, era stato lo stesso Presidente Kompatscher a pronunciarsi per la tutela del gruppo del Sassolungo in un parco naturale. Sono dichiarazioni importanti su cui è fondamentale che adesso si pronunci l’intero Consiglio provinciale.

Passare dalle parole ai fatti è quanto hanno chiesto le associazioni ambientaliste alla assessora Hochgruber Kuenzer nell’incontro del 12 settembre: “Occorre al più presto un consenso politico. Richiediamo la realizzazione più celere possibile della messa sotto tutela del gruppo del Sassolungo e dei Piani di Cunfin”. L’appello era firmato da Heidi Stuffer, presidente del gruppo Nosc Cunfin, Tullio Mussner presidente della Lia da Mont e Engelbert Mauroner, presidente della Lia per Natura y Usanzes, con il sostegno dell’Alpenverein Südtirol, del CAI Alto Adige, del Heimatpflegeverband, dell’Associazione Biologi dell’Alto Adige, del Gruppo di lavoro per l’Ornitologia e la tutela degli uccelli, di Mountain Wilderness e della Lega Climate Action Sudtirolo.

Del restio, anche i Comuni interessati già da tempo hanno chiesto (con mozioni approvate a Ortisei il 3.12.2010, Santa Cristina il 21.12.2010 e Selva di Val Gardena il 17.06.2013) di porre il gruppo del Sassolungo con i Piani di Cunfin sotto tutela, creando così anche le condizioni per inserirli nel patrimonio naturale dell’umanità Unesco. Per l’inserimento nell’area Unesco, infatti, il sito deve disporre già al momento della candidatura di una condizione di completa ed efficace tutela (parco naturale o altro). Per tutte le valli intorno ai due gruppi ciò rappresenterebbe un’ulteriore valorizzazione ed il riconoscimento dell’unicità di questo sito naturale.

I motivi per prendere questa decisione non mancano. La zona dei Piani di Cunfin ed i boschi circostanti rappresentano uno dei pochi ambiti incontaminati di tutto il territorio, e quindi un importante rifugio per la fauna selvatica. Qui si trova il sito della cova di numerose specie di uccelli, molte delle quali pesantemente a rischio, e gli uccelli migratori vi trovano riposo. I prati umidi, ai piedi del Sassolungo e del Sassopiatto, costituiscono un ecosistema unico nel loro genere e costituiscono oasi di pace e di biodiversità in territori altrimenti pesantemente utilizzati dall’uomo. “Cunfin” è inoltre area di tutela dell’acqua potabile (zona A), da cui sgorgano le sorgenti che approvvigionano l’intero paese di Ortisei, Oltretorrente e Roncadizza.

Quest’area preziosa è tuttavia sottoposta da tempo anche a pressioni per un suo sfruttamento intensivo. E questo preoccupa le cittadine e i cittadini. Nel loro appello, le associazioni ambientaliste scrivono: „Con l’atto di mettere sotto tutela la zona, tutti i progetti di costruzione devono definitivamente essere messi da parte. Il turismo ha avuto un boom, la stagione estiva del 2022 in Alto Adige ha chiaramente superato l’anno record 2019, e di conseguenza sale anche la pressione sugli ultimi ambiti delle Dolomiti non ancora sfruttati. Questo vale anche per il gruppo del Sassolungo ed i piani di Cunfin. Il progettato collegamento delle zone sciistiche dell’Alpe di Siusi e del Monte Pana con un trenino o con una funivia, l’ampliamento ed il potenziamento della funivia sulla Forcella del Sassolungo, i diversi progetti tesi alla dotazione di infrastrutture sul Sassolungo con funivie: tutti questi progetti sono pronti per la realizzazione, anche se in diverse fasi di sviluppo. Tuttavia, tutto ciò rappresenta un anacronismo legato al concetto di massimizzazione dei profitti degli scorsi decenni, ed è inconciliabile con una politica moderna, orientata verso il futuro e sostenibile. Recentemente è stato presentato il Piano per il Clima Alto Adige 2040. In esso è stato sottolineato quanto sia importante la tutela di ambienti incontaminati per il raggiungimento degli obiettivi climatici”.

Tutto ciò considerato, il Consiglio provinciale impegna la Giunta provinciale:

  1. a sostenere i comuni interessati di Ortisei, S. Cristina, Selva Gardena e Castelrotto nell’attuazione del processo di partecipazione intercomunale per l’elaborazione del programma di sviluppo comunale, in cui la popolazione possa esprimersi sul futuro sviluppo dell’area di tutela delle acque del Plan de Cunfin e del gruppo del Sassolungo..
  2. ad attuare gli strumenti di pianificazione e le misure di tutela come il parco naturale, Natura 2000 o un’altra categoria di tutela ai sensi dell’articolo 11 della Legge provinciale 9/2023 (Territorio e paesaggio) risultanti da questo processo di partecipazione.

Bolzano, 13 settembre 2023

Cons. prov.

Hanspeter Staffler
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa

Dr. Franz Ploner
Paul Köllensperger
Alex Ploner
Maria Elisabeth Rieder
Maria Hochgruber Kuenzer
Magdalena Amhof

La caserma di Silandro era diventata un luogo di creatività, cultura e lavoro per tante e tanti giovani di tutta la Venosta. Questa notte, con un’operazione a sorpresa, sono iniziati i lavori di abbattimento. In una interrogazione alla Giunta provinciale il Gruppo Verde chiede spiegazioni.

Anfrage zur aktuellen Fragestunde.

Die seit dem Abzug des Heeres leerstehende und unbenutzte Kaserne in Schlanders hat in den letzten Jahren eine positive Entwicklung erfahren. Dank vielseitigen Engagements bot die Kaserne Kreativwerkstätten, Co-Working-Spaces und vielem mehr eine Heimat. Diese Projekte waren nicht nur für Schlanders, sondern für den gesamten Vinschgau ein Gewinn. Nun wurde die Kaserne in einer Nacht-und-Nebelaktion in den frühesten Morgenstunden des 5. Oktober mit Polizeischutz abgerissen. Viele Bürger:innen hat nicht nur der Abriss selbst, sondern auch diese Vorgehensweise geschockt.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Inwiefern gefährdete die Kaserne die „öffentliche Sicherheit“ (siehe Abbruchverfügung)?
  2. Welche Institutionen (Gemeinderat, Landesregierung, Ämter, etc.) waren darüber informiert?
  3. Aus welchem Grund wurde der Abbruch nicht öffentlich kommuniziert?
  4. Aus welchem Grund begannen die Abbrucharbeiten um 4 Uhr morgens?
  5. Aus welchem Grund benötigten die Abbrucharbeiten Polizeischutz?
  6. Aus welchem Grund wurde der Abbruch trotz einer aktuell stattfindenden bauhistorischen Untersuchung und einer Absprache mit dem Bürgermeister verfügt?
  7. Was möchte die Landesregierung angesichts der nicht eingehaltenen Vereinbarung unternehmen?
  8. Gibt es bereits geplante Projekte für das Areal? Wenn ja welche?

 

Bozen, 05.10.2022

Landtagsabgeordnete

Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

COMUNICATO STAMPA.

Nella nostra provincia non si è mai vista una cosa simile: mercoledì, nel cuore della notte, le ruspe sono arrivate a Silandro, accompagnate dalla polizia, e hanno demolito l’edificio principale della caserma. La strana procedura indica che il sindaco del comune di Silandro ha voluto mettere tutti davanti al fatto compiuto per far passare senza troppi problemi un enorme progetto immobiliare. Si tratta di uno scandalo incredibile e di una enorme delusione per tutte/i le/i giovani che hanno scoperto l’area delle caserme come luogo di vita e di lavoro per sé e per l’intera Val Venosta.

“Quello che sta accadendo a Silandro in questo momento è uno scandalo. Vorrei sapere chi è responsabile di questa azione terribile”, afferma Hanspeter Staffler dei Verdi, che tre settimane fa ha presentato un’interrogazione alla Giunta provinciale proprio sull’area della caserma. “Forse la giunta provinciale e il comune di Silandro avevano paura di una possibile resistenza e hanno voluto mettere tutti davanti al fatto compiuto nel modo più brutale e inimmaginabile”.

Bolzano, 05/10/2022

Landtagsabgeordnete

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

COMUNICATO STAMPA.

L’Alto Adige attendeva da tempo una riforma del settore abitativo. L’abitazione è diventata la voce più costosa della vita. Molti giovani non possono permettersi di lasciare la casa dei genitori. Le famiglie si indebitano.

Alla luce di questo si aspetta da tempo che la Provincia faccia i compiti nel settore dell’edilizia abitativa. Purtroppo, questo non sta accadendo, almeno in una prospettiva generale. I programmi di costruzione si sono in gran parte arenati. Nell’estate 2022 l’edilizia sociale è stata scorporata e regolamentata in una nuova legge, che non risolverà la situazione, ma semmai la aggraverà.

Anche nel settore dell’edilizia sovvenzionata sono ancora molte le questioni aperte. Ai suoi tempi, l’assessore Tommasini annunciava ogni anno una riforma, che però non si concretizzava mai. Eppure, sarebbe urgente rivedere, ordinare e semplificare la legge sugli alloggi n. 13 del 1998 la quale dopo numerosi emendamenti è diventata terribilmente incomprensibile e impenetrabile. Il compito della riforma si è quindi protratto nell’era Deeg. Esistono infatti varie bozze di riforma, con aspetti anche interessanti e moderni.

Nel frattempo, tutto è cambiato di nuovo. Oggi, lunedì 3.10.2022, su incarico dell’assessora il consigliere Renzler ha portato in commissione legislativa una piccola revisione della legge sugli alloggi. Non si tratta assolutamente di una semplificazione o di una ridefinizione dell’intera materia, ma di alcuni adattamenti alla nuova legge sull’urbanistica. Lo scioglimento del vincolo sociale (dal 2016 limitato a 10 anni, il che non può essere nell’interesse del bene comune) viene facilitato. Verrà istituito un fondo di garanzia per rimborsare i proprietari di casa per eventuali mancati pagamenti (sarebbe meglio aiutare gli inquilini che diventano morosi senza averne colpa). Inoltre, sono state presentate diverse proposte dell’assessora Deeg, che prevedono ulteriori aggiustamenti, tra cui la “forzata” designazione di terreni edificabili per l’edilizia agevolata (cosa che è sicuramente importante. Non a caso è stata fortemente osteggiata dal Consiglio dei Comuni).  Sulla “Lex Anti Vallazza” la maggioranza ha continuato a lavorare e a discutere internamente. E sembra che si sia arrivata anche al conflitto. Alle 15.15 la seduta è stata aggiornata al 18/10.

Nel complesso, una giornata deludente. La riforma abitativa in Alto Adige rimane una lunga storia di annunci senza soluzione. Se oggi un appartamento (sovvenzionato) in una casa a schiera situata in un comune di medie dimensioni costa 600.000 Euro, allora molte cose non sono andate come avrebbero dovuto. Vediamo ora come la maggioranza uscirà dal caos che le si è creato dentro un’altra volta.

Bolzano, 03/10/2022

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

MOZIONE.

La plastica è un pratico materiale da imballaggio e funge da base per la produzione di contenitori e recipienti di ogni tipo. Ma soprattutto, la plastica rappresenta un grande problema. Gli oceani sono pieni di materiale da imballaggio, le microplastiche sono presenti nelle nostre acque e, di conseguenza, ogni settimana ciascuno e ciascuna di noi ingerisce una quantità di plastica equivalente all’incirca a quella contenuta in una carta di credito (questo dato è stato recentemente confermato da una ricerca condotta in Austria).

Nell’affrontare queste problematiche, la soluzione a cui viene spontaneo pensare è sempre una sola: la parola magica è “riciclaggio”. La legge tedesca sull’economia circolare definisce il riciclaggio come “qualsiasi processo di recupero attraverso il quale i rifiuti vengono rielaborati per realizzare prodotti, materiali o sostanze destinati allo scopo originario o ad altri scopi”. L’obiettivo è quello di rendere i prodotti gettati via nuovamente utilizzabili per il loro scopo originario. Se il prodotto subisce una perdita qualitativa dovuta ai processi ai quali viene sottoposto dopo essere stato gettato via, si parla di “downcycling”. Ciò avviene soprattutto nel caso delle materie plastiche che, anche se sottoposte a processi di riciclaggio, non possono più essere riportate alla loro forma originale.

Nella nostra società il termine “riciclaggio” ha una connotazione positiva, perché suggerisce che si realizzino nuovi prodotti equivalenti utilizzando materiali vecchi ricavati dai rifiuti. In alcuni casi ciò corrisponde alla realtà, ad esempio nel caso della carta, il cui riciclaggio è un processo relativamente semplice. Il riciclo della plastica, tuttavia, presenta delle insidie, che verranno illustrate più avanti. Di fatto il termine “riciclaggio” tranquillizza i consumatori e le consumatrici, suggerendo loro che la bottiglia di plastica acquistata non inquina l’ambiente dopo essere stata gettata, ma “rinasce” come nuova bottiglia di plastica e rimane così in circolazione. Ciò in teoria può sembrare convincente, ma la realtà è un’altra.

I dati degli ultimi anni indicano che solo il 14% della plastica gettata viene raccolta per il riciclo e che solo il 5% della plastica riciclata viene reimmessa nel ciclo (cfr. ad esempio www.mdpi.com/2313- 4321/6/1/12/htm). Si tratta di una percentuale piuttosto esigua, vista l’enorme montagna di plastica che ogni consumatore e consumatrice produce costantemente.

La domanda da porsi è la seguente: che ne è della plastica che non viene riciclata? Essa finisce in gran parte nell’industria, soprattutto nei cementifici, dove viene impiegata come combustibile (https://bit.ly/3AzQBI9). Se prima queste industrie dovevano acquistare a caro prezzo il combustibile di cui avevano bisogno, ora in cambio si sobbarcano il lavoro sporco per la società. Questo fa sì, tra l’altro, che l’industria del cemento sia responsabile dell’8% delle emissioni globali di CO2 – più dei gas serra prodotti dal traffico aereo.

Un’altra percentuale di plastica (tra cui probabilmente anche parte di quella raccolta nei centri di riciclaggio) viene infine bruciata negli inceneritori.

Ma anche il percorso di riciclaggio presenta molti più ostacoli di quanti non si creda. Riciclare la plastica non è così facile come si potrebbe immaginare. La pellicola di plastica, ad esempio, è costituita da diversi strati sottili che non possono essere riciclati. Lo stesso vale per le plastiche miste. Ciò significa che i sacchetti e le pellicole sono prodotti quasi esclusivamente con plastica vergine. Questo dato è preoccupante perché la plastica da imballaggio rappresenta la metà dei rifiuti in plastica a livello mondiale (https://www.mdpi.com/2313- 4321/6/1/12/htm). Il grosso di questi imballaggi è prodotto dall’industria alimentare. Questa circostanza è resa ancora più drammatica dal fatto che, secondo la normativa europea, l’industria alimentare non può utilizzare materiale di imballaggio riciclato, ma solo materiale nuovo (cfr. Regolamento UE n. 10/2011). L’unica eccezione a questa normativa è il polietilene tereftalato (PET).

Altri fattori mettono in evidenza la scarsa efficacia del riciclaggio della plastica e dimostrano come le statistiche possano essere “truccate”. La sola Germania, ad esempio, esporta ogni anno 720.000 tonnellate di rifiuti plastici, soprattutto verso i Paesi del Sud del mondo (https://bit.ly/3CgTD53). La cosa assurda è che in Germania, così come in altri Paesi, la plastica esportata è considerata riciclata. Insieme ad altri fattori, come il downcycling, si ottiene quello che a prima vista sembra essere un tasso di riciclaggio molto più alto. In realtà esistono valide alternative al sistema del riciclaggio: il tipo di imballaggio più ecologico è quello riutilizzabile. Questa è la strada che dovremmo percorrere sempre più spesso.

Infatti, per l’industria la plastica vergine è semplicemente più economica di quella riciclata. Già solo per questo fatto, la plastica riciclata non è competitiva. Il motivo per cui la plastica vergine è così economica è da ricercare nei prezzi bassi dei combustibili fossili: petrolio a basso costo significa plastica a basso costo. Secondo Greenpeace, il 6% della produzione di petrolio confluisce direttamente o indirettamente nella produzione di plastica. Gli esperti e le esperte stimano che nei prossimi 10 anni la plastica diventerà il prodotto più importante per l’industria petrolifera.

Infatti, nonostante l’impegno profuso nel riciclaggio, la produzione di plastica non diminuisce, ma è in costante aumento: secondo i dati forniti dall’associazione di settore “PlasticEurope”, nel 2020 ammontava a 367 milioni di tonnellate (!) e nel 2018 a 359 milioni di tonnellate. L’espansione del settore si basa evidentemente sul presupposto che i combustibili fossili continueranno ad essere a buon mercato.

La conoscenza è sempre stata e continua ad essere la base di ogni cambiamento. Nel campo dello smaltimento delle materie plastiche circolano molte fake news, false supposizioni o semplicemente ignoranza, che disorientano i consumatori e le consumatrici o trasmettono loro un falso senso di sicurezza. Ciò fornisce al mondo politico e alla pubblica amministrazione pretesti per non agire, o li induce ad agire in modo inefficace. Per comprendere meglio le problematiche legate alla plastica, dobbiamo innanzitutto conoscere i fatti. Che cosa significa veramente riciclare la plastica? Quanto è efficace questo processo e quanta plastica riciclata può essere rimessa in circolo e riutilizzata per il suo scopo originario? E ancora: che fine fa la plastica conferita alla raccolta differenziata? Tutti i cittadini e le cittadine della nostra provincia hanno diritto ad avere una risposta a queste domande.

Per questi motivi il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

  1. di lanciare una campagna informativa su larga scala volta a far conoscere alla popolazione:
  2. che fine fanno i rifiuti in plastica raccolti e destinati al riciclaggio in provincia di Bolzano;
  3. quali dei rifiuti in plastica raccolti e destinati al riciclaggio in provincia di Bolzano vengono effettivamente riciclati, in che modo e dove;
  4. quanti e quali dei rifiuti in plastica raccolti e destinati al riciclaggio in provincia di Bolzano vengono conferiti al termovalorizzatore o alle discariche;
  5. di concepire tale campagna di informazione con particolare attenzione alle istituzioni scolastiche e formative, con la realizzazione di progetti incentrati sui limiti del riciclaggio e sui vantaggi del riutilizzo;
  6. di introdurre un contributo speciale a sostegno degli imballaggi riutilizzabili prodotti in loco e di creare così un incentivo affinché produttrici e produttori locali introducano gli imballaggi riutilizzabili nel loro assortimento;
  7. di verificare, assieme ai principali produttori di vino e bevande nonché assieme alle rappresentanze commerciali, l’opportunità di introdurre un sistema unificato di imballaggi riutilizzabili con bottiglie a rendere.

Bolzano, 21.10.2022

f.to consiglieri provinciali

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler