La consultazione popolare sull’autonomia in Veneto e Lombardia si è conclusa con una notevole partecipazione popolare, rispettivamente del 60% e del 39%. Un risultato, impressionante per il Veneto e considerevole per la Lombardia, che dà adito a interpretazioni in due diverse direzioni. Di un fatto non si possono avere dubbi: è stato espresso un chiaro desiderio di più autonomia rispetto a Roma e la cosa è da prendere sul serio.
Perciò, dal punto di vista altoatesino, la via verso maggiore autonomia attraverso le consultazioni popolari previste dalla Costituzione può essere considerata molto positiva. Allo stesso tempo però dobbiamo guardare con attenta precauzione anche al lato problematico della medaglia, quello della politica leghista.
Bolzano, 23. 10. 2017
Brigitte Foppa e Tobe Planer, co-portavoce
Hans Heiss e Riccardo Dello Sbarba, Cons. prov.
Domani, giovedì 19 ottobre 2017 la prima commissione regionale tratterà il nostro disegno di legge n.34 con cui vogliamo affrontare l’increscioso tema della pubblicità elettorale da parte delle associazioni.
Ricordiamo: già qualche tempo fa il disegno di legge era riuscito a passare alla discussione dell’articolato [grazie ai voti dell’opposizione e di Walter Kaswalders]. In un secondo momento la trattazione era stata sospesa e domani torna all’ordine del giorno.
Il dibattito si svolge in un momento molto appropriato: l’Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtirolesi “Bauernbund” ha istituzionalizzato la “sua” ricerca per i/le candidati/e alle provinciali 2018 con una sorta di primarie. Il Bauernbund sa benissimo che, secondo la legge regionale n. 7 del 13. agosto 1998, „le associazioni, unioni e sindacati ad utilità sociale, che si avvalgono delle agevolazioni previste da norme relative al volontariato, che svolgono servizi di patronato o ricevono finanziamenti pubblici sotto qualsiasi forma, non possono fare qualsiasi tipo di propaganda elettorale a favore di candidati o partiti nei sessanta giorni antecedenti la data fissata per l’elezione“.
La legge parla chiaro. Siccome però non sono previste sanzioni, in Alto Adige viene infranta da molti anni. I partiti di opposizione hanno sempre denunciato l’alterazione democratica che deriva da questo comportamento. Anche il fatto che ora il Bauernbund si rivolga anche a candidati non SVP non cambia il problema di fondo. Il segretario dei Freiheitlichen purtroppo non se ne è accorto. Annunciando la propria candidatura all’iniziativa del Bauernbund offre una legittimazione pseudopluralista a questo abuso, una foglia di fico blu per qualcosa che anche il suo partito ha sempre denunciato.
Proprio un anno prima delle elezioni è importante fare chiarezza e portare ordine alle regole del gioco. Il lavoro della commissione domani è un’ottima occasione. Sarebbe un passo importante per garantire più trasparenza e pari opportunità vere nelle elezioni della nostra Provincia.
I dettagli del disegno di legge:
18.10.2017
Brigitte Foppa, Hans Heiss, Riccardo Dello Sbarba
I Verdi si impegnano già da molti anni contro l’obbligo di vaccinazione, quindi a favore della autodeterminazione delle famiglie. In parte coinvolti personalmente dalla situazione legislativa restrittiva, è per noi importante che per quanto riguarda il tema delle vaccinazioni si investa sulla sensibilizzazione e non sull’obbligo.
Alla base della nostra posizione ci sono i seguenti dubbi e le successive riflessioni:
Non vogliamo però dimenticare alcuni fatti:
Che cosa succede in Consiglio provinciale in proposito?
Gli stravolgimenti delle elezioni nazionali austriache hanno superato tutte le aspettative: la lista Kurz (una volta ÖVP) ha concluso alla grande con una campagna super-egocentrica, la FPÖ è ritornata alle vette dei tempi di Haider, la SPÖ ha chiuso molto meglio di quanto atteso grazie a un finale di campagna elettorale basato su serietà e competenza. Con la lista Pilz entra in Parlamento un nuovo movimento di sinistra populista e per i Verdi il calo previsto si è trasformato in una vera e propria debacle e il rischio è di restare fuori dal Parlamento. I Neos si sono invece rafforzati come forza nuova.
Ora molto probabilmente si prospetta per l’Austria un governo nero – pardon – turchese-blu, che non solo potrebbe cambiare lo scenario della Repubblica, ma che impressionerà anche la politica europea. Probabilmente ci sarà un governo Kurz in cui la figura del cancelliere verrà rafforzata, anche nel tentativo di governare indisturbato, evitando il controllo parlamentare e democratico, in uno stile misto tra Macron e Orban. Le azioni di smantellamento sociale e di pugno duro contro l’immigrazione e contro i/le richiedenti asilo aumenteranno mimetizzate da sburocratizzazione e precisione sociale. Libero mercato e deregulation verranno rafforzati insieme all’abbassamento delle tasse.
In questo scenario, la voce dei Verdi sarebbe a maggior ragione importante. La loro posizione su clima, umanità e giustizia sociale sarebbe amaramente necessaria accanto a quella della SPÖ. La batosta subita ha diverse ragioni che solo in parte possono essere ricondotte a errori interni: i Verdi si sono sfiniti nella campagna per Van der Bellen e nello sforzo non sono riusciti a ripianare per tempo i conflitti interni. L’uscita polemica di Peter Pilz li ha indeboliti e demoralizzati. La campagna elettorale impegnata e basata su rispetto e dignità di Ulrike Lunacek è stata messa in un angolo ed esclusa dalla lotta a tre fra Kurz, Kern e Strache. Anche dal punto di vista della necessità di un modo “più femminile” di fare politica, queste elezioni sono un vero e proprio disastro, cosa che si può trarre dal risultato verde. Ma i Verdi torneranno di sicuro: i voti prestati alla SPÖ rientreranno e il necessario riassestamento verrà facilitato dalla forte presenza a livello regionale e comunale.
Per il futuro in Alto Adige, si può prevedere che la SVP seguirà in parte i trend austriaci: una forte tendenza verso destra è già ora inconfutabile, le posizioni liberali diventano sempre più dominanti, le dichiarazioni e le decisioni contro profughe/i e richiedenti asilo non hanno bisogno di commenti. Insieme a Freiheitlichen, STF e Bürgerunion, la SVP fa parte di un panorama partitico sudtirolese spostato sempre più a destra, constatabile anche da parte italiana. È quindi ancor meno comprensibile come mai Renzler, leader dell’area sociale della SVP, abbia reagito con soddisfazione al successo di Kurz, uno dei fautori della svolta a destra. Mentre la vicinanza a Kurz da parte di Achhammer è ormai nota.
In queste circostanze si apre per la politica ecologica e sociale del Sudtirolo uno scenario nuovo di forti responsabilità: più che mai c’è ora bisogno delle nostre posizioni verdi, umanitarie e socialdemocratiche e noi ce ne faremo portavoce.
Di una cosa possiamo tranquillizzare l’opinione pubblica: una spaccatura à la Pilz per noi Verdi non è all’ordine del giorno. Il risultato austriaco è invece a maggior ragione per noi motivo di nuova motivazione e di maggiore presa di responsabilità.
Bolzano, 16/10/2017
Gli stravolgimenti delle elezioni nazionali austriache hanno superato tutte le aspettative: la lista Kurz (una volta ÖVP) ha concluso alla grande con una campagna super-egocentrica, la FPÖ è ritornata alle vette dei tempi di Haider, la SPÖ ha chiuso molto meglio di quanto atteso grazie a un finale di campagna elettorale basato su serietà e competenza. Con la lista Pilz entra in Parlamento un nuovo movimento di sinistra populista e per i Verdi il calo previsto si è trasformato in una vera e propria debacle e il rischio è di restare fuori dal Parlamento. I Neos si sono invece rafforzati come forza nuova. Ora molto probabilmente si prospetta per l’Austria un governo nero – pardon – turchese-blu, che non solo potrebbe cambiare lo scenario della Repubblica, ma che impressionerà anche la politica europea. Probabilmente ci sarà un governo Kurz in cui la figura del cancelliere verrà rafforzata, anche nel tentativo di governare indisturbato, evitando il controllo parlamentare e democratico, in uno stile misto tra Macron e Orban. Le azioni di smantellamento sociale e di pugno duro contro l’immigrazione e contro i/le richiedenti asilo aumenteranno mimetizzate da sburocratizzazione e precisione sociale. Libero mercato e deregulation verranno rafforzati insieme all’abbassamento delle tasse. In questo scenario, la voce dei Verdi sarebbe a maggior ragione importante. La loro posizione su clima, umanità e giustizia sociale sarebbe amaramente necessaria accanto a quella della SPÖ. La batosta subita ha diverse ragioni che solo in parte possono essere ricondotte a errori interni: i Verdi si sono sfiniti nella campagna per Van der Bellen e nello sforzo non sono riusciti a ripianare per tempo i conflitti interni. L’uscita polemica di Peter Pilz li ha indeboliti e demoralizzati. La campagna elettorale impegnata e basata su rispetto e dignità di Ulrike Lunacek è stata messa in un angolo ed esclusa dalla lotta a tre fra Kurz, Kern e Strache. Anche dal punto di vista della necessità di un modo “più femminile” di fare politica, queste elezioni sono un vero e proprio disastro, cosa che si può trarre dal risultato verde. Ma i Verdi torneranno di sicuro: i voti prestati alla SPÖ rientreranno e il necessario riassestamento verrà facilitato dalla forte presenza a livello regionale e comunale. Per il futuro in Alto Adige, si può prevedere che la SVP seguirà in parte i trend austriaci: una forte tendenza verso destra è già ora inconfutabile, le posizioni liberali diventano sempre più dominanti, le dichiarazioni e le decisioni contro profughe/i e richiedenti asilo non hanno bisogno di commenti. Insieme a Freiheitlichen, STF e Bürgerunion, la SVP fa parte di un panorama partitico sudtirolese spostato sempre più a destra, constatabile anche da parte italiana. È quindi ancor meno comprensibile come mai Renzler, leader dell’area sociale della SVP, abbia reagito con soddisfazione al successo di Kurz, uno dei fautori della svolta a destra. Mentre la vicinanza a Kurz da parte di Achhammer è ormai nota. In queste circostanze si apre per la politica ecologica e sociale del Sudtirolo uno scenario nuovo di forti responsabilità: più che mai c’è ora bisogno delle nostre posizioni verdi, umanitarie e socialdemocratiche e noi ce ne faremo portavoce. Di una cosa possiamo tranquillizzare l’opinione pubblica: una spaccatura à la Pilz per noi Verdi non è all’ordine del giorno. Il risultato austriaco è invece a maggior ragione per noi motivo di nuova motivazione e di maggiore presa di responsabilità.
Bolzano, 16/10/2017
La tragica vicenda del bambino profugo curdo morto a Bolzano ha sollevato in tutto l’Alto Adige una forte emozione. Ciò dovrebbe portare i responsabili politici e amministrativi a un profondo esame di coscienza. Al contrario, l’assessora Stocker continua a scaricare le responsabilità su altri, con argomenti che sono contraddetti dai fatti.
Non sappiamo oggi – e non compete a noi stabilirlo – quanto la mancata accoglienza abbia influito sulla sorte del piccolo Adan. Una cosa però è certa: la circolare era lo specchio dell’atteggiamento generale della Provincia nella politica di accoglienza, cioè quella di “accogliere il meno possibile, altrimenti arrivano tutti da noi”.
Di questa impostazione politica errata è responsabile non solo l’assessora Stocker, ma l’intera Giunta provinciale.
Bolzano, 12 ottobre 2017
Il Gruppo Verde in Consiglio provinciale
Girarci intorno, rimuovere, scaricare: sulla ricostruzione delle circostanze che sono costate la vita al giovane Adan. Così non può andare avanti, assessora Stocker! L’agenda profughi deve passare al Presidente Kompatscher.
Durante l’odierna conferenza stampa della Giunta provinciale l’assessora Stocker ha preso posizione sulla morte di Adan, tredicenne profugo curdo. L’assessora ha rigettato ogni responsabilità sua e della giunta provinciale e ha affermato che la famiglia, nonostante la famosa “Circolare Critelli”, avrebbe potuto almeno provvisoriamente essere accolta.
Con queste parole la tragedia di questo bambino sconfina ancora di più nell’assurdo e il simbolo del fallimento della politica per i profughi della Provincia di Bolzano.
Se per la Provincia il principio di umanità valesse prima di tutto, e senza se o ma, non si sarebbe verificata la catena di avvenimenti che è costata la vita al giovane Adan.
Non è assolutamente accettabile che nella sua ricostruzione dei fatti l’assessora scarichi verso il basso la responsabilità (“Il SIS è autonomo in questa sua prima valutazione”) e addirittura sembri dare la colpa alle volontarie e ai volontari (“In base alla comunicazione che a tutta la famiglia era stato procurato una sistemazione, non è stata fatta alcuna ulteriore ricerca di sistemazione. Se una simile necessità fosse stata comunicata, dal SIS, in base alle informazioni più aggiornate, sarebbe sicuramente stata fatta una ulteriore valutazione per l’accoglienza”), o paradossalmente chiami in causa perfino la famiglia (“Se poi qualcuno si è mosso autonomamente dall’Hotel Adria verso qualche altra parte, questa è una sua libera decisione”).
Noi vogliamo ricordare che – in mancanza di un’accoglienza da parte delle competenti istituzioni pubbliche! “ le volontarie e i volontari hanno raccolto denaro per garantire alla famiglia una sistemazione pur precaria e che le stesse persone volontarie sono state quelle che per un’intera settimana si sono occupate di questa famiglia in stato di grave difficoltà. Scaricare indirettamente su queste persone generose anche la minima responsabilità, addirittura da parte dell’onnipotente amministrazione provinciale che in base alle proprie normative sia politiche che burocratiche è in grado di decidere accoglienza o respingimento delle persone, è assolutamente inaccettabile e di bassissimo profilo.
E’ ormai chiaro che l’assessora non è in grado di gestire l’agenda profughi, o viene mal consigliata. Questo difficile fenomeno sociale non può essere affrontato con certe giustificazioni e il cinismo burocratico. Invece di scaricare la colpa verso il basso, l’assessora dovrebbe cedere le sue competenze verso l’alto: è tempo che la responsabilità delle politiche sui profughi se la assuma direttamente il Presidente Kompatscher!
Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba, Hans Heiss
In merito alla tragica morte a Bolzano del minore disabile e profugo curdo-iracheno, il Gruppo Verde in Consiglio provinciale ha presentato questa interrogazione urgente per chiedere alla Giunta provinciale una dettagliata ricostruzione dei fatti e delle responsabilità, il perché una famiglia così vulnerabile non sia stata accolta nelle strutture pubbliche, se ciò è stato dovuto alle circolari restrittive del 2016 che riguardavano proprio i soggetti vulnerabili e se la Giunta ritiene a questo punto di imprimere una decisa svolta alla propria politica di accoglienza.
INTERROGAZIONE D’ATTUALITÁ
L’ennesimo dramma dell’accoglienza negata
Nella notte tra sabato 7 e domenica 8 ottobre un minore disabile curdo-irakeno è morto dopo aver riportato delle fratture dovute alla caduta a causa di una barriera architettonica e dopo aver passato insieme alla famiglia (genitori con altri 3 fratellini più piccoli) diverse notti all’addiaccio o in sistemazioni precarie, senza avere mai avuto possibilità di accesso alle strutture di accoglienza.
Si chiede alla Giunta:
Bolzano, 9 ottobre 2017
Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hans Heiss
Ingorgo sull’Autobrennero: la protesta dei camionisti è comprensibile, ma il disagio di chi vive lungo l’a22 è molto più grande.
I camionisti dell’Alto Adige e la Camera di commercio protestano all’unisono contro l’ingorgo creatosi nel fine settimana per la festa dell’unità nazionale in Germania e che ha messo KO il traffico di camion e tir. Anche la direzione della A22 ha criticato la decisione dell’Austria di limitare il traffico di camion sul versante austriaco. I critici di parte altoatesina sono arrivati a chiedere che in Tirolo siano eliminati il divieto di transito notturno e dei giorni festivi e il divieto di transito settoriale.
Il tutto suona assurdo, se si pensa che giusto una settimana fa, il 29 settembre, la direzione dell’Autobrennero ha annunciato trionfalmente ingorghi e code superiori ai 2 km nel 2017 sono diminuiti del 44% rispetto al 2016. Nel complesso quindi, sebbene il traffico sia aumentato sensibilmente, è stato comunque molto più scorrevole. La situazione generale è quindi migliore di quanto non faccia intuire l’ondata di proteste.
In generale però, con tutto il rispetto delle proteste dei camionisti, al centro deve tornare il vero problema della questione: la salute di chi vive lungo l’asse di transito.
Bolzano, 6. 10. 2017
Hans Heiss; Brigitte Foppa und Riccardo Dello Sbarba, Cons. prov.