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logo_ueLa Giunta provinciale ha approvato in data 1 Luglio 2013 due delibere che riguardano la gestione del programma FSE 2007-2013: la nr. 976 e la nr. 983. Tali delibere sono collegate tra loro e cercano di rispondere a una situazione di grave emergenza che si è verificata nel settore dei finanziamenti europei a progetti FSE. Un’ispezione della CE avrebbe infatti rilevato irregolarità nella gestione dei programmi. I dubbi della CE sono stati comunicati alla Provincia di Bolzano con due atti ufficiali:

  • lettera dell8 maggio 2013, prot n. 41.07.04/258517
  • lettera del 12 giugno 2013, prot. N. 41.07.04/337829.

In tali missive, la CE ha comunicato la sospensione dei pagamenti, visto le “gravi criticità” riscontrate nelle procedure seguire dalla Provincia. Si tratta di circa 20 milioni di euro così ripartiti:

  • € 14.507.243 in scadenza 31 ottobre 2013
  • € 5.384.007 in scadenza dicembre 2013.

Risulta che questi soldi sono già stati anticipati dalla Provincia, che ne attende la restituzione da parte dell’Europa. La situazione è dunque preoccupante.

Nelle missive della Commissione Europea e nelle successive attività di verifica dell’amministrazione provinciale, sono emersi i seguenti problemi:

  1. AUTORITA’ DI AUDIT – La CE solleva dubbi sul ruolo e la corrispondenza alla normativa dell’Autorità di Audit (AdA) istituita dalla Provincia di Bolzano. L’AdA è obbligatoria nella normativa europea e serve a verificare i programmi e la loro implementazione. La normativa europea stabilisce che questa AdA sia “funzionalmente indipendente dall’autorità di gestione e certificazione”, che nel nostro caso sono sotto il controllo della Ripartizione Europa della Provincia. La Provincia di Bolzano ha affidato questa AdA all’Organismo di Valutazione, istituito dalla Provincia stessa con legge 10/1992. Evidentemente la CE non ritiene tale Organismo di valutazione sia un organo “funzionalmente indipendente dall’autorità di gestione e certificazione”. Per correre ai ripari con la delibera 976 la Provincia ha dunque istituito “a decorrere dal 1° agosto 2013” una nuova AdA “come area a sé stante funzionalmente indipendente”. Basterà a tranquillizzare la CE? E che ne sarà dei finanziamenti e dei progetti gestiti con la vecchia AdA?
  2. AUTORITA’ DI GESTIONE – Parallelamente, nell’ambito di un vertice del Comitato di Sorveglianza tenutosi il 6 giugno 2013, “sono state rilevate alcune incoerenze- è scritto nella delibera nr. 983 – nelle procedure di gestione e controllo all’interno dell’Autorità di Gestione FSE tramandate dai primi anni della presente programmazione. Più in particolare, si tratta di errate procedure di impegno in seguito all’approvazione delle operazioni, di debolezze nei controlli di primo livello nonché di incoerenze nell’applicazione della normativa sulle entrate e sull’affidamento o sulla delega di attività a terzi all’interno delle singole operazioni”. Per verificare come stanno le cose, la Giunta provinciale con delibera nr. 983 ha dato alla società T&D di Bologna l’incarico di eseguire un controllo a campione su 30 procedure FSE per verificare la loro conformità alla normativa europea e “l’individuazione di eventuali importi indebitamente certificati”.
  3. 60 PROGETTI CON “INCONGRUENZE” – Esistono inoltre “60 progetti conclusi – recita la stessa delibera nr. 983 – che non erano a suo tempo stati gestiti da parte dei beneficiari in accordo con le disposizioni e sui quali, in seguito ad un primo controllo della documentazione rendicontale, sono state verificate incongruenze tali da richiedere competenze tecniche e giuridiche che esulano da quelle ordinarie”. Per controllare e chiudere questi progetti è stato dato un incarico alla stessa società T&D.

La situazione è dunque molto delicata e richiede un’attenta valutazione da parte dell’amministrazione provinciale. E’ importante anche una costante e puntuale informazione ai consiglieri e alle consigliere provinciali.

si chiede:

SULL’AUTORITA’ DI AUDIT:

  1. Quali sono i rilievi che la Commissione Europea ha avanzato nei confronti della Provincia di Bolzano? Si richiede copia delle seguenti comunicazioni della CE:
    lettera dell8 maggio 2013, prot n. 41.07.04/258517
    lettera del 12 giugno 2013, prot. N. 41.07.04/337829.
  2. Istituendo dal 1° agosto 2013 una nuova Autorità di Audit, la Provincia riconosce che l’Organismo di valutazione non era un organo “funzionalmente indipendente dall’autorità di gestione e certificazione”? In base a queli valutazioni in passato è stato affidato a quest’Organismo la funzione di AdA? E perché oggi queste valutazione si sono rivelate sbagliate?
  3. Che cosa sarà, presso quale organismo sarà insediata, come sarà composta e come funzionerà la nuova AdA “come area a sé stante funzionalmente indipendente”? La CE è stata sentita a proposito e ha dato un suo consenso in modo da fugare ogni dubbio d’ora in poi? L’anomalia riscontrata finora nella vecchia AdA mette in pericolo i finanziamenti e i progetti gestiti con il sistema di Audit affidato al vecchio Organismo di Valutazione?
  4. In un’intervista il direttore della Ripartizione Europa afferma che: “Non avevo nessun tipo d’informazione sul lavoro svolto dal nucleo di valutazione” incaricato dell’Audit. Come si spiega questa affermazione, visto che l’Audit era affidato all’Organismo di Valutazione che ha sede nel Palazzo provinciale nr. 1, Piazza Magnago, telefono 0471 412480?
  5. Come fluivano le informazioni tra l’Organismo di Valutazione e la Ripartizione Europa? Se non c’era contatto e nessuno sapeva nulla dell’altro, per quali ragioni ciò accadeva? Tutto questo corrisponde ai principi della buona amministrazione?
  6. Nella stessa intervista il direttore della Ripartizione Europa afferma che l’Organismo di valutazione non rispondeva a nessuno. Come si spiega questa affermazione? A chi rispondeva dunque l’Organismo di valutazione? Non sta sotto la Direzione Generale, assessore competente dott. Luis Durnwalder, lo stesso della Ripartizione Europa?

SULL’AUTORITA’ DI GESTIONE:

  1. A proposito delle “incoerenze nelle procedure di gestione e controllo all’interno dell’Autorità di Gestione FSE tramandate dai primi anni della presente programmazione”, si chiede: qual è il periodo esatto cui si fa riferimento alludendo ai “primi anni”, chi era responsabile allora di questa AdG e chi era responsabile in quello stesso periodo della Ripartizione Europa della Provincia autonoma di Bolzano?
  2. Quanti progetti, per l’ammontare di quali finanziamenti, sono interessati da queste “incoerenze”?
  3. Tali eventuali “incoerenze” riguardano anche procedure amministrative (gestione, controllo…), e se sì, quali e chi ne era responsabile in quel periodo? Se le “incoerenze” fossero confermate, ”, quali conseguenze ne trarrebbe la Provincia verso i responsabili?
  4. Se fosse confermato che tali incoerenze riguardano anche “importi indebitamente certificati”, quali conseguenze ne trarrebbe la Provincia sia verso i beneficiari che verso i propri organi amministrativi?

SUI 60 PROGETTI NON GESTITI IN ACCORDO CON LE DISPOSIZIONI:

  1. Sui “60 progetti conclusi che non erano a suo tempo stati gestiti da parte dei beneficiari in accordo con le disposizioni”, si chiede l’elenco completo dei progetti citati, con tutte le informazioni a essi riferite: asse, beneficiario, operazione, anno, atto di approvazione, totale importo pubblico approvato, importi erogati, eventuali note.
  2. Che tipo di “incongruenze nella documentazione rendicontale” sono state riscontrate in tali progetti? Tali incongruenze riguardano anche “eventuali importi indebitamente certificati”?
  3. Se le “incongruenze” fossero confermate, quali conseguenze ne trarrebbe la Provincia sia verso i beneficiari che verso i propri organi amministrativi?

Consiglieri provinciali

Riccardo Dello Sbarba
Hans Heiss

Bolzano, 3 luglio 2013

 

RiccardoHansDie „Arbeitsgruppe Selbstbestimmung“ veröffentlicht heute eine Umfrage, wonach 54% der deutsch- und ladinischsprachigen Südtirolerinnen und Südtiroler im Falle eines Selbstbestimmungs-Referendums sich für die Unabhängigkeit von Italien entscheiden würden. Eine Stichprobe von 700 Befragten (unter Ausschluss der Italienerinnen und Italienier im Lande!) bekundet in Telefoninterviews, im Fall einer Wahl über die Zugehörigkeit zu Italien oder Unabhängigkeit zu 54% der Unabhängigkeit den Vorzug zu geben, während nur mehr 26% für einen Verbleib bei Italien einträten, 20% legen sich nicht fest. Das 54%-Resultat klingt zwar beeindruckend, hätte man aber auch Italienischsprachige  befragt, so wären die Unabhängigkeitsbefürworterinnen und -Befürworter sofort in die Minderheit geraten.

  •  Zudem ist der Begriff Unabhängigkeit mehrdeutig: Wohlweislich wird in der Umfrage nicht präzisiert, ob „Unabhängigkeit“ einen Freistaat, Rückkehr zu Österreich oder größere Autonomie bedeuten soll. Die genannte „Unabhängigkeit“ bedeutet aber wohl vorab eine besser abgesicherte und krisenfeste Autonomie. Es ist vielmehr erstaunlich, dass trotz wenig autonomiefreundlicher Regierungen von Mitte-Rechts-Zentrum (2008-2013), ständiger Haushaltskürzungen, Steuererhöhungen und der chronischen Wirtschaftskrise so viele Deutsch- und Ladinischsprachige für einen verbesserten Status Quo plädieren. Diese Bürgerinnen und Bürger setzen vorab auf die Autonomie Südtirols samt ihren Vorzügen und lehnen Illusionen und Experimente ab.
  • Leider wurde vergessen anzuführen, dass vor exakt zwei Jahren (Juni 2011) bei einer gleich lautenden Umfrage der „Arbeitsgruppe Selbstbestimmung“ 2% mehr Befragte, nämlich 56%, der Unabhängigkeit den Vorzug gaben. Und nochmals fünf Jahre zuvor, im Juni 2006, wurde eine ähnliche Umfrage vorgestellt: Damals befürworteten rund 55% die Unabhängigkeit, Freistaat oder Rückkehr zu Österreich. Der Zuwachs an Unabhängigkeits-Befürwortern seit 2006 ist also nicht berauschend, wenn man bedenkt, mit welcher Dynamik die Betreiber durch die Lande wirbeln.

Die Befragten distanzieren sich zwar vom krisengeschüttelten Italien deutlich stärker als noch 2011 oder 2006 (damals wünschten noch 44 bzw. 45% einen Verbleib bei Italien). Nicht der Traum von Selbstbestimmung und Sezession, sondern der Ausbau der Autonomie, das konkrete Zusammenleben seiner Bürgerinnen und Bürger und die europäische Öffnung Südtirols zu seinen Nachbarn sind die Zukunftsaufgaben unseres Landes.

Tares-la-nuova-tassa-sui-rifiuti_h_partbCon la sentenza 3756 del 9 marzo 2012 la Corte di Cassazione ha stabilito che la TIA (Tariffa di Igiene Ambientale) è un tributo e come tale non è soggetto ad Iva. La pronuncia della Corte è stata necessaria poiché molti comuni italiani avevano applicato alla TIA l’IVA al 10%. In altre parole, è come se i cittadini di questi comuni avessero pagato una tassa sulla tassa.

Nonostante la sentenza, sembra che molti comuni coinvolti continuano tuttora ad applicare impropriamente l’IVA. Occorre verificare la situazione in Provincia di Bolzano. Ci sono state segnalate situazioni in cui i cittadini hanno il dubbio che continui ad essere applicata l’Iva sulla tariffa rifiuti. Il dubbio può essere chiarito dalla Provincia nella sua funzione di organo di vigilanza sui procedimenti amministrativi dei comuni.

si chiede:

  1. Ci sono comuni altoatesini dove viene applicata l’Iva sulla tariffa rifiuti?
  2. Se sì, quali sono?
  3. Se sì, che cosa intende fare la Provincia per far cessare questo ingiusto prelievo?

 

Consiglieri provinciali

Riccardo Dello Sbarba
Hans Heiss

Bolzano, 1 luglio 2013