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Contratti territoriali e salario minimo orario nel settore privato

MOZIONE

L’Alto Adige / Südtirol è tra le province dove il costo della vita è più alto. A soffrirne di più sono i lavoratori e le lavoratrici dipendenti.

Secondo lo studio ASTAT “Lavoro dipendente e retribuzioni nel settore privato 2011-2016 „ tra il 2011 e il 2016 le retribuzioni lorde annue al netto dell’inflazione sono diminuite del 0,8%. La diminuzione colpisce di più chi lavora a termine o a tempo parziale, rispetto a chi lavora a tempo pieno. L’analisi per età mostra che le retribuzioni diminuiscono in tutte le classi. Le fasce 25-29 anni, 35-39 anni, 50-54 anni e 55-59 anni registrano le perdite maggiori; la più colpita è la fascia 50- 54 anni con una perdita del 3,5%.

L’ASTAT rileva da anni anche il numero di famiglie e persone a rischio di povertà: il dato è stabile intorno al 17% della popolazione. Sono a rischio di povertà circa 35.000 famiglie in cui vivono circa 87.000 persone.

Anche lo studio sul gettito fiscale dell’Afi-Ipl sulla base dei dati del Ministero delle finanze dimostra il divario di ricchezza presente sul nostro territorio: nel 2017 solo il 3,1% dei/delle contribuenti ha dichiarato redditi superiori a 75.000 €, mentre il 27,6% ha dichiarato meno di 10.000 €.

D’altra parte il PIL altoatesino ha conosciuto un costante aumento: + 0,6% nel 2014, + 1,9% nel 2015, + 2,2% nel 2016, +1,7% nel 2017 e la previsione per il 2018 è di +2,5%.

L’alto Adige si è dunque ben difeso dalla crisi, e questo per diversi fattori. Certamente conta la dinamicità delle imprese, ma altrettanto conta l’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori e il ruolo dell’ente pubblico sia nel finanziare l’economia che nel garantire efficienza all’intero sistema territoriale.

Se si incrociano tutti questi dati, si ha la dimostrazione del fatto che negli ultimi anni i profitti delle imprese sono cresciuti, mentre le retribuzioni hanno perso continuamente di valore.

E’ urgente dunque riportare maggiore equità nella distribuzione del reddito nella nostra provincia facendo in modo che anche i lavoratori e le lavoratrici godano di una parte della maggiore ricchezza prodotta in questi anni anche grazie al loro impegno e alle loro tasse che hanno alimentato la spesa pubblica locale a favore dell’economia.

L’economia riceve contributi consistenti da parte della Provincia. Le imprese hanno goduto inoltre di una diminuzione dell’aliquota IRAP alla quota minima del 2,68%. Sommando le riduzioni di Irap e Ires, le imprese pagheranno nel 2018 ben 144 milioni di euro meno che nel 2012, il che equivale a una riduzione del 20%, mentre nello stesso periodo il gettito dell’Irpef sul lavoro dipendente aumenterà di 231 milioni di euro, cioè di + 14%.

È giusto che almeno una parte dei risparmi in tasse concessi alle imprese venga distribuito anche alle loro lavoratrici e lavoratori dipendenti, con un positivo effetto di redistribuzione della ricchezza.

Per aumentare il valore delle retribuzioni possono essere stipulati contratti integrativi territoriali e aziendali, in Alto Adige /Südtirol purtroppo poco attuati.

Tali contratti integrativi sono previsti dalla normativa statale. L’accordo triangolare imprenditori-sindacati-governo del 1993 prevedeva due livelli di contrattazione: i contratti nazionali, che dovevano assicurare condizioni minime per tutti i lavoratori, e i contratti decentrati, distinti in due tipologie:

  • contratti integrativi aziendali per le grandi industrie
  • contratti integrativi territoriali per le piccole e medie industrie e l’artigianato.

Entrambi hanno la funzione di adeguare le condizioni economiche dei lavoratori alle caratteristiche specifiche del territorio. Tali contratti sono ancora più importanti per una terra ad alta inflazione come l’Alto Adige / Südtirol, dove i prezzi sono trascinati dal settore turistico.

La Provincia non può considerarsi “neutrale” in questa materia. La contrattazione decentrata può infatti essere favorita oppure sfavorita dall’atteggiamento del potere pubblico, soprattutto in settori come il commercio, l’artigianato, le piccole imprese. Del resto, l’accordo del 1993 fu controfirmato anche dal governo: la politica dunque in qualche modo se ne è fatta garante.

La Provincia può favorire l’attivazione di una contrattazione territoriale compiendo diversi passi:

  • Convocando imprenditori e sindacati ad un tavolo per la contrattazione integrativa territoriale e aziendale.
  • Il primo obbiettivo di questo tavolo dovrebbe essere quello di stipulare un “accordo quadro provinciale” (sul modello dell’accordo imprenditori-sindacati-governo del 1993) che fissi un “minimo salariale orario altoatesino” („Südtiroler Mindeststundenlohn“) che renda possibile a tutte le lavoratrici e i lavoratori dipendenti con un lavoro a tempo pieno di arrivare alla fine del mese con dignità.
  • Al tavolo provinciale dovrebbero poi seguire tavoli di categoria e/o aziendali in cui vengano stipulati i relativi contratti integrativi.
  • In base a tale accordo-quadro provinciale e ai successivi contratti integrativi di categoria e/o aziendali, la Provincia dovrebbe varare una serie di misure di incentivo e disincentivo (nella concessione dei contributi, per esempio, oppure nella modulazione delle aliquote Irap) per favorire la contrattazione decentrata e premiare le imprese che la realizzino.

Tutto ciò premesso,

si impegna la Giunta provinciale:

  1. A convocare un incontro urgente con le associazioni imprenditoriali dei diversi settori e i rappresentanti sindacali per avviare un confronto che giunga alla stipula di un accordo-quadro provinciale che fissi un “minimo salariale orario altoatesino” („Südtiroler Mindeststundenlohn“) grazie al quale sia possibile a tutte le lavoratrici e i lavoratori dipendenti con un lavoro a tempo pieno di arrivare alla fine del mese con dignità.
  2. A incoraggiare, se necessario col proprio sostegno e/o sotto la propria regia, l’apertura di tavoli di contrattazione integrativa decentrata territoriale, di categoria e/o aziendale nel settore privato.
  3. Ad adottare provvedimenti utili a sostenere la stipula di contratti integrativi territoriali, di categoria e/o aziendali nel settore privato, attraverso una modifica dei criteri nella concessione di contributi e incentivi, e/o attraverso la modulazione delle aliquote Irap in modo da premiare maggiormente le imprese o le categorie che stipulino contratti integrativi territoriali e aziendali volti a migliorare le condizioni di lavoro e le retribuzioni del loro personale.
  4. A escludere da ogni beneficio finanziario e fiscale quelle imprese che non rispettino il “minimo salariale orario altoatesino” fissato con l’accordo quadro di cui al punto 1.

Bolzano, 19 dicembre 2018

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

Author: Heidi

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