HomeBuon climaAree ex Solland a Sinigo: come avverrà la bonifica?

Aree ex Solland a Sinigo: come avverrà la bonifica?

INTERROGAZIONE.

Nel bando di gara sul fallimento della ex Solland Silicon Srl di Sinigo è scritto che chi acquista l’area e gli immobili si obbliga a risanarla in modo che “almeno il 70%” di essa “sia restituito al pieno utilizzo produttivo”, mentre “il restante 30% sarà destinato al deposito e alla messa in sicurezza del terreno inquinato del sito”. La vicenda viene attentamente seguita dall’intera comunità di Sinigo giustamente preoccupata che l’area non si trasformi in una discarica, ma invece venga al meglio risanata e riutilizzata per offrire buoni nuovi posti di lavoro e un’ottima qualità ambientale. In particolare, non piace alla popolazione quel 30% di area destinata alla “messa in sicurezza” di materiale inquinato e preoccupa che un’area dove già è stato depositato un simile materiale possa poi essere utilizzata per ospitare depositi o discariche o impianti di trattamento di sostanze pericolose o inquinanti da trattare o da smaltire. Anche sul resto dell’area non sarebbe certo positivo che si insediassero attività simile, avendo la popolazione già convissuto per troppo tempo con lavorazioni e impianti sottoposti alla “Direttiva Seveso” inerente i rischi derivanti dal trattamento di sostanze pericolose.

Per questo motivo si chiede alla Giunta provinciale:

  1. Perché i materiali inquinati destinati al 30% dell’area non vengono trasferiti altrove, per essere opportunamente trattati, in modo da risanare non il 70%, ma il 100% dell’area?
  2. Quanto misurano in metri quadri quel 70% e quel 30% dell’area della ex Solland?
  3. L’espressione “almeno il 70%” significa che potrebbe essere più ampia l’area restituita al pieno uso produttivo, e più ridotta l’area destinata a deposito di materiale inquinato? Ci sono stime su queste possibili variazioni che consentirebbero un migliore recupero dell’aera?
  4. Quali materiali verranno “messi in sicurezza” nel 30% dell’area ad essi destinato?
  5. Ci sarà un pre-trattamento di questo materiale? Se sì, quale? In particolare, al momento del deposito il materiale sarà reso inerte, oppure continuerà nel tempo a subire processi di trasformazione?
  6. Al momento del deposito, quale sarà la composizione del materiale?
  7. Cosa significa concretamente “deposito e messa in sicurezza”? Come avverrà tutto ciò, quali sono le garanzie per la salute e l’ambiente (compresa la falda che in quella zona è piuttosto alta essendo una zona di bonifica)?
  8. A fine lavori, come apparirà quel 30% di area? Sarà ri-naturalizzata, oppure il deposito sotterraneo comporterà impianti di monitoraggio, o drenaggio, o altri tipi di impianto caratteristici di discariche che sono state chiuse, ma di cui si deve sorvegliare l’evoluzione?
  9. A fine lavori, è previsto che sul 30% dell’area usata come deposito si svolgano attività di qualche tipo, oppure che possa ospitare edifici o strutture utili, e se sì, quali? Oppure resterà un’area inutilizzabile per altri usi, se non quello di conservare in modo sicuro il materiale inquinato?
  10. Il materiale inquinato dovrà restare in eterno là dove viene deposto, o c’è la possibilità in un secondo momento di trasferirlo altrove per essere definitivamente smaltito, restituendo l’area a migliori utilizzi? Se sì, quanto tempo deve passare prima della “riesumazione”?
  11. Intende la Provincia coinvolgere e informare la popolazione di Sinigo del procedere dei lavori, in modo da fugare dubbi e preoccupazioni che legittimamente le persone possono avere?
  12. La Provincia ha poteri di controllo su quanto accadrà nell’area durante il processo di bonifica, previsto per un periodo di ben 7 anni? Se sì, quali poteri ha, in che modo e con quale ufficio lo eserciterà la Provincia?

Bolzano, 1 agosto 2019

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

Qui potete scaricare la risposta della Giunta. 

Author: Heidi

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