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COMUNICATO STAMPA.

Nella parte orientale dell’Alto Adige grandi progetti sono in pieno fermento. Olimpiadi, rotatorie, circuiti sciistici, interventi infrastrutturali. Tuttavia, stanno suscitando sempre più resistenze da parte della popolazione. In Val Pusteria si sente il bisogno di porre dei limiti e di indicare i limiti di ciò che è sopportabile per la gente e il territorio. Per le elezioni provinciali 2023 i Verdi sono riusciti a conquistare la figura simbolica dell’attuale resistenza. Lunedì 22 maggio a Brunico, Katja Renzler di Rasun Anterselva ha presentato la sua candidatura. Erano presenti anche la capolista Brigitte Foppa, la candidata ladina Elide Mussner e il consigliere comunale di Brunico Hanspeter Niederkofler, che in qualità di riconosciuto esperto di mobilità e compagno di tante battaglie dei Verdi sarà anche lui in lista per il Consiglio provinciale.

La scrittrice e insegnante Katja Renzler, originaria di Rasun, si è fatta conoscere soprattutto per la sua opposizione alla rotatoria a due piani all’ingresso della valle di Anterselva. La scrittrice spiega così la sua candidatura: “Mi candido per i Verdi alle elezioni provinciali perché ho capito che è un ragionamento fallace dire: “Tanto è tutto già deciso!” – perché vale sempre la pena porsi delle domande e riflettere”. Alla domanda quali siano le sue priorità, soprattutto per la Val Pusteria, Renzler risponde:

“1) Turismo: il turismo ci ha portato molta prosperità. In termini quantitativi, tuttavia, abbiamo ormai raggiunto il limite di ciò che è tollerabile per le persone e per la natura. Pertanto, in futuro sarà importante gestire con cura le risorse naturali, così preziose, della Val Pusteria. Ciò deve essere fatto in modo da mantenere l’attuale benessere per la popolazione e le basi naturali della vita per tutti. Ciò non è compatibile con un aumento costante del turismo. Facciamo quindi leva sui nostri punti di forza e promuoviamo attivamente una diversa qualità del turismo, a favore di soggiorni più lunghi combinati con una mobilità rispettosa dell’ambiente. Poniamo l’accento strategico su attività ricreative rispettose della natura e a basso consumo di risorse. Coordiniamo in maniera mirata l’integrazione sostenibile del turismo regionale all’interno del circuito economico locale, per essere in grado di operare in modo più resiliente rispetto alle crisi e per poter operare in modo sostenibile, rispettando quindi la verità dei costi. Non svendiamoci!

2) Attrattività del mercato del lavoro: soprattutto nelle zone rurali, è necessario recuperare il ritardo in termini di conciliazione tra lavoro di cura non retribuito e lavoro retribuito; ciò crea grandi disuguaglianze sociali. Attraverso la creazione di nuovi modelli di assistenza e di orario di lavoro, nonché il trasferimento di alcune attività in home-office, la conciliazione tra lavoro di cura e lavoro retribuito può diventare più tangibile nel prossimo futuro di quanto non lo sia stata finora, ma richiede una promozione strategica attiva da parte della politica. L’attrattiva di una località rurale come la Val Pusteria deve essere sostenuta non da ultimo da una politica salariale che garantisca innanzitutto alle persone che lavorano una vita autonoma senza essere costretti a emigrare all’estero e senza dover supplicare. E che permetta al contempo di partecipare attivamente a processi socialmente importanti (lavoro di cura, impegno politico e sociale, ecc.) indipendentemente da sesso, età e classe sociale. A livello provinciale, è importante elevare sensibilmente lo status delle professioni “sociali” per ridurre le divisioni sul mercato del lavoro e il relativo divario di reddito. I premi Nobel per l’economia hanno scoperto che la società nel suo complesso trae beneficio da politiche salariali più eque, cioè più oneste. E, vista l’elevata quota di investimenti nel bilancio provinciale: investiamo nelle persone, non nel cemento!

3) Nell’ambito della mobilità, è stato dimostrato che vale la pena rendere più attraente il trasporto pubblico locale attraverso misure promozionali mirate. Un’estensione graduale della linea ferroviaria della Pusteria a due corsie consentirebbe al trasporto ferroviario di assorbire una parte ancora maggiore del traffico individuale. Un miglioramento salariale delle professioni all’interno del trasporto pubblico renderebbe più attraenti i posti di lavoro, ridurrebbe il numero di cancellazioni delle corse e consentirebbe un’ulteriore espansione degli orari. Anche l’ampliamento e la manutenzione costante della rete di piste ciclabili e la realizzazione di parcheggi per biciclette adeguati devono essere un obiettivo prioritario. Per tutti i grandi progetti, cioè anche per le circonvallazioni locali e gli ampliamenti degli incroci, il processo di pianificazione dovrebbe prevedere fin dalla fase iniziale l’obbligo di un’informazione puntuale e della effettiva partecipazione della popolazione interessata. La Val Pusteria non merita di essere invasa da sempre più traffico (si vede l’imminente ristrutturazione del ponte Lueg e del ponte Europa), motivo per cui i grandi progetti di costruzione di strade dovrebbero essere esaminati criticamente – parola chiave “traffico indotto”. Tutto questo anche a causa delle sfide climatiche, dei cambiamenti demografici e del mercato del lavoro che ci attendono nel prossimo futuro”.

L’appello di Renzler alle elettrici e agli elettori: “Dobbiamo essere consapevoli che le decisioni che prendiamo oggi riguarderanno e colpiranno tutte le generazioni future molto più di quanto non riguarderanno noi – si tratta di un’opportunità storica. Cogliamola!”.

MOZIONE

Le Dolomiti sono tra i paesaggi naturali più belli e imponenti del mondo. Questo è probabilmente uno dei motivi per cui le Dolomiti e la popolazione locale sono sempre più sotto pressione. In particolare, il turismo di massa e i suoi effetti, tra cui soprattutto il traffico motorizzato, stanno facendo sentire tutto il loro peso. Non per niente la popolazione comincia a dire che “ora basta!” Secondo una ricerca del settimanale ff (n. 18/2023), nel 2023 si potrebbe raggiungere la cifra quasi incredibile di 9 milioni di visitatori. Finora il record assoluto si è verificato nel 2022 con 7,9 milioni di arrivi. Per gestire meglio la presenza di un numero così elevato di persone non c’è altro modo che definire regole chiare.

Un problema che ne consegue, e che ci viene segnalato anno dopo anno, è l’inquinamento acustico lungo le strade percorse da questa massa di persone, di residenti e fornitori. Soprattutto i/le confinanti delle strade più frequentate per le escursioni si lamentano per la guida ad alta velocità, il rombo dei motori, le forti accelerazioni e le frenate improvvise dei veicoli. La popolazione locale risente da anni di questo inquinamento acustico. In caso di reclami viene rilevato il livello sonoro, soprattutto nei centri abitati, dove il valore soglia è di 50 decibel. Ma nei centri abitati l’inquinamento acustico causato da automobili o motocicli non costituisce quasi mai un problema a motivo del limite di velocità, generalmente rispettato, di 50 km/h. Sulle strade, in particolare su quelle dei passi, dove la velocità è molto maggiore che nei centri abitati, le rilevazioni sono piuttosto rare.

Negli ultimi anni si è spesso discusso di progetti per proteggere le montagne e la popolazione, e dei problemi dell’eccesso di traffico. La problematica è ormai riconosciuta e descritta. Tuttavia, non si è finora riusciti a trovare soluzioni concrete per migliorare rapidamente la situazione. Un altro tentativo di soluzione è il recente progetto “Dolomiti Low Emission Zone”. Molte delle misure che s’intende adottare saranno però applicate solo a partire dal prossimo anno. Il potenziamento del trasporto pubblico e il limite di velocità di 60 km/h sono un buon inizio, anche se bisogna tener conto delle succitate violazioni dei limiti di velocità fuori dai centri abitati – poiché un limite di velocità è efficace solo nella misura in cui lo si fa rispettare. Se il limite di 60 km/h non viene regolarmente controllato, in base all’esperienza molte persone non lo rispetteranno. Nel complesso, però, siamo favorevoli a queste misure.

Allo stesso tempo, ci auguriamo che il progetto vada rapidamente avanti. Infatti, in un incontro con le amministrazioni locali, il dipartimento mobilità ha loro comunicato che sono esse stesse responsabili dell’elaborazione dettagliata del programma. A quanto ci è stato riferito, non si è finora realizzata alcuna collaborazione. Ma il tempo stringe e il previsto gruppo di lavoro deve procedere con urgenza, coinvolgendo anche i Comuni di Funes, Badia e San Martino in Badia, affinché le misure si applichino anche al passo Valparola e al passo delle Erbe.

Probabilmente, purtroppo, l’inquinamento acustico non scomparirà. E soprattutto in considerazione del numero crescente di arrivi, va tutelato il diritto della popolazione alla salute e alla tranquillità.

Per anni, come possibile soluzione, si è ipotizzato di vietare alle moto l’accesso a determinate strade. Così si è fatto nel distretto tirolese di Reutte, che nel 2020 ha vietato la circolazione delle moto con rumorosità maggiore di 95 dB. Il divieto è stato prorogato negli anni successivi compreso il 2023. Si potrebbe seguire tale esempio, emanando una norma simile per le strade particolarmente frequentate da motociclisti e motocicliste. Questo perché l’Alto Adige si rivolge esplicitamente ai motociclisti e alle motocicliste dei Paesi limitrofi, che a loro volta pubblicizzano la nostra provincia come una grande “esperienza” di motociclismo. Nel giugno 2022 il gruppo consiliare verde ha presentato un’interrogazione su temi d’attualità su tali discutibili strategie pubblicitarie (n. 4/7/2022). Se si considera quel che succede sulle strade altoatesine di montagna (ma non solo) nei fine settimana estivi, appare chiaro che attrarre in modo mirato turisti e turiste in moto è la via completamente sbagliata. Oltre a por fine alle sovvenzioni a iniziative di sport motoristici come previsto dal Piano clima, bisogna anche dichiarare che non si farà più pubblicità per attrarre turisti e turiste in moto.

Le moto sono solo l’elemento più rumoroso nell’enorme segmento del trasporto individuale a motore “con retroterra turistico”. Anche le valanghe di auto che entrano nelle valli al mattino e ne escono la sera sono immagini quotidiane dell’alta stagione. Al mattino turisti e turiste giornalieri lasciano i loro domicili nella regione scelta e ne visitano le località più interessanti, che sono ormai congestionate. In tali località il problema ha ormai dimensioni da poter essere affrontato solo con una rigorosa regolamentazione, e, in alcuni casi, a lungo termine non si potranno evitare le quote giornaliere. L’esempio da seguire è quello del lago di Braies.

Il turismo ha una parte importante nella prosperità dell’Alto Adige, e noi vogliamo che continui ad averla. Ciò richiede il consenso e la collaborazione della popolazione: diversamente, l’ospitalità che caratterizza la nostra provincia è a rischio. L’inquinamento acustico e ambientale deve quindi essere limitato. La Provincia dispone degli strumenti necessari: dobbiamo servircene.

Il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica pertanto la Giunta provinciale:

  1. d’istituire immediatamente il gruppo di lavoro “Passi”, previsto dal progetto Dolomiti Low Emission Zone, con le amministrazioni locali di Arabba, Selva di val Gardena, Corvara, Canazei, Badia, San Martino in Badia e Funes, affinché le misure possano aver effetto il prima possibile
  2. di vietare nei mesi estivi (da maggio a ottobre) l’accesso di moto particolarmente rumorose (a partire da 95 dB di rumore da ferme) a tutte le strade dolomitiche e di valico;
  3. di rinunciare esplicitamente a campagne turistiche incentrate sull’attrarre motociclisti e motocicliste, e di non concedere finanziamenti pubblici di qualsiasi tipo per tali campagne;
  4. di potenziare fortemente i controlli della velocità e del rumore sulle strade di valico nei mesi estivi;
  5. di elaborare un programma per il contingentamento del turismo (giornaliero), che preveda che solo un certo numero di veicoli a motore possa entrare nelle località di maggior interesse turistico, precisamente definite (esentando i/le residenti e chiunque debba utilizzare le strade per lavoro);
  6. . di elaborare un programma per contenere il turismo giornaliero con veicolo proprio, coinvolgendo il settore turistico, il marketing, il trasporto pubblico, i Comuni e le associazioni ambientaliste.

Bolzano, 19.05.2023

f.to consiglieri provinciali

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Il 20 maggio si celebra la Giornata mondiale delle api e anche in Sudtirolo, oltre alle laboriose api mellifere, esistono oltre 500 specie di api selvatiche, che insieme forniscono alle nostre colture e alle piante selvatiche un’inestimabile opera di impollinazione. Le api sono quindi veri e propri insetti benefici.

Ma le api selvatiche e le api mellifere sono molto più di questo: sono rivelatori di inquinamento ambientale. Le tossine ambientali, come i pesticidi, colpiscono tutte le api. Mentre quando le colonie di api mellifere si indeboliscono o addirittura muoiono la cosa viene notata e denunciata dagli apicoltori, la moria di api selvatiche indotta dai pesticidi avviene in sordina e spesso inosservata.

Secondo le statistiche dell’ISPRA, l’Alto Adige ha un tasso di mortalità delle colonie di api insolitamente alto rispetto al resto dell’Italia. E anche le popolazioni di api selvatiche stanno diminuendo drasticamente da anni. Fatto che viene notato solo dagli esperti.

Cosa possiamo fare contro la mortalità delle api? La frutticoltura intensiva dovrebbe creare il cinque per cento di aree di compensazione ecologica sulle zone coltivate (come indicato nelle linee guida AGRIOS) e ridurre l’uso di pesticidi, nei giardini di casa dovremmo creare un angolo selvatico dove possano crescere erbe e arbusti, e sui balconi sono utili i cosiddetti “hotel degli insetti”.

“Se agiamo insieme, grandi aziende agricole e singole/i cittadine/i, possiamo fare molto per le api, siano esse selvatiche o mellifere”, afferma Hanspeter Staffler.

In questa legislatura, il Gruppo Verde ha pubblicato un opuscolo con delle indicazioni molto chiare e concrete su cosa possiamo fare per le api, gli insetti e per andare con decisione verso una svolta ecologica. La potete scaricare qui. 

Bolzano, 20.5.2023

Cons. prov.
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

 

COMUNICATO STAMPA.

È la quarta legge a firma verde che viene approvata in questa legislatura. Un primato assoluto.

Per la minoranza non è facile fare delle leggi in consiglio provinciale. Eppure, nonostante le difficoltà, in questa legislatura al Gruppo Verde è riuscito di far approvare due disegni di legge in Consiglio regionale e due in Consiglio provinciale. L’ultimo in ordine cronologico è stato quello sulla democrazia diretta presentato da Brigitte Foppa (e co-firmato da quasi tutta la minoranza e Magdalena Amhof) per rendere operativa la legge approvata ancora nel 2018.

Ecco le conquiste principali di questa legge Verde:

  • i sedicenni potranno partecipare alle consultazioni popolari
  • viene salvato il referendum confermativo
  • i Consigli dei cittadini e delle cittadine potranno essere istituiti
  • sarà finalmente istituito l’Ufficio per la formazione politica.

Dopo qualche tentativo di indebolirla, sventato anche grazie al referendum del 2022, finalmente la maggioranza ha deciso di permettere la trattazione del disegno di legge dei Verdi, facendolo cofirmare da Magdalena Amhof. “Così oggi, dopo anni di trattative e discussioni, abbiamo un testo di legge operativo che permetterà una partecipazione democratica della cittadinanza che va al di là della democrazia rappresentativa” afferma contenta Brigitte Foppa. “E poi, cosa non indifferente, Il consiglio provinciale ha dimostrato di essere un’organizzazione in grado di apprendere e di cooperare”.

Bolzano, 11/05/2023

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

MOZIONE

Secondo il rapporto sulla biodiversità nel mondo 2019, in tutto il pianeta moltissime specie di piante e animali selvatici rischiano l’estinzione. Gli esperti parlano addirittura di una sesta estinzione; la quinta estinzione globale è avvenuta 60 milioni di anni fa con la scomparsa dei dinosauri.

C’è ancora un barlume di speranza che la sesta estinzione si possa evitare, a condizione di reagire immediatamente. Reagire significa, da una parte, non toccare più gli habitat naturali esistenti, e dall’altra rinaturalizzare gli habitat ecologicamente degradati.

La Commissione europea sta elaborando una norma per il ripristino degli ecosistemi. L’obiettivo è collegare due temi: da una parte, gli ecosistemi naturali o quasi naturali sono rifugi per animali e piante selvatici, e dall’altra indispensabili serbatoi di CO2.

I fattori scatenanti dell’incombente sesta estinzione sono la distruzione degli habitat, lo sfruttamento dei mari, l’avvelenamento dell’ambiente, il riscaldamento climatico e i sistemi di agricoltura intensiva. I sistemi agricoli intensivi tendono a essere monocolture; le monocolture sono per lo più gestite con tecniche industriali, e le tecniche industriali non tollerano piccoli habitat ecologici.

I piccoli habitat ecologici sono spesso indicati anche come elementi del paesaggio: ad esempio mucchi di pietre, muri a secco, siepi, gruppi di alberi, specchi d’acqua, collinette, avvallamenti e pendii. Tutti questi piccoli habitat sono rifugi fondamentali per la sopravvivenza di molti animali e piante selvatici; e per uno sviluppo positivo dovrebbero anche essere interconnessi.

La crisi della natura o della biodiversità è documentata scientificamente da decenni dalle Liste Rosse. Anche per l’Alto Adige esistono diverse Liste Rosse per piante selvatiche, specie di insetti o uccelli canori. Nel complesso queste Liste Rosse mostrano una tendenza coerente: tutte le specie selvatiche sono in declino quantitativo e qualitativo. La causa principale è la scomparsa degli habitat: dovuta, oltre alla generale impermeabilizzazione del suolo, anche alle nuove vie di accesso all’alta montagna, e alla frutticoltura e foraggicoltura intensive.

Da molto tempo, la necessità di misure di compensazione ecologica nella frutticoltura intensiva è stata riconosciuta dal Gruppo di lavoro per la frutticoltura integrata (Agrios), che da anni nelle proprie linee guida richiede ai suoi componenti quanto segue:

“AREE DI COMPENSAZIONE ECOLOGICA E CURA DEI DINTORNI DEL FRUTTETO”

Il frutticoltore cura e protegge anche i dintorni del proprio frutteto secondo i principi della produzione integrata. Ad esempio, cespugli, muri a secco, cumuli di sassi o scarpate sono spesso utilizzati come ricoveri per numerosi animali utili (uccelli, ricci, donnole e altri). Pertanto, queste zone non devono essere bruciate o irrorate con prodotti antiparassitari (erbicidi e altro). Le aree di compensazione ecologica devono incidere per almeno il 5% della intera superficie destinata alla frutticoltura.” (direttive Agrios 2023)

È evidente che la frutticoltura è ancora lontana da questo obiettivo del 5%: quasi nessuna azienda agricola ha creato aree di compensazione ecologica. Al riguardo si potrebbero anche cercare soluzioni interaziendali nel bacino di utenza delle cooperative di produttori. Comunque, l’obiettivo dell’Agrios non è stato finora raggiunto.

Questa parte della direttiva è molto positiva e dovrebbe essere estesa anche alla foraggicoltura intensiva. Frutticoltura e foraggicoltura intensive sono i principali responsabili della crisi della natura e della biodiversità in Alto Adige; e adeguate aree di compensazione potrebbero arginare l’estinzione delle specie.

Il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica pertanto la Giunta provinciale:

  1. di adottare misure per motivare singole aziende o cooperative di produttori nel settore della frutticoltura ad attuare rapidamente la direttiva Agrios sul 5% di aree di compensazione ecologica;
  2. di adottare misure per introdurre anche per la foraggicoltura intensiva un’analoga direttiva sul 5% di aree di compensazione ecologica.

Bolzano, 15.05.2023

f.to. consiglieri provinciali

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Questa interrogazione è disponibile solo in lingua tedesca.

ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE

In den Tagen rund um den 20.05.2023 wurden mehrere Gegenden Südtirols durch lautes Gedröhne von Hunderten aufgemotzter Sportwagen aufgeschreckt.

Im Rahmen von „XS Car Night“ sind Hunderte von „leistungsgesteigerten und optisch aufgedonnerten Sportwagen“ (Rai Südtirol) im Lande unterwegs. Diese Veranstaltung hatte zuletzt 4 Jahre lang in Klagenfurt stattgefunden, in zeitlicher Nähe zu dem berühmt-berüchtigten GTI-Treffen am Wörthersee. Dieses wurde mittlerweile wegen unglaublicher Auswüchse und Rasereien von den Behörden verboten.

Die XS Car Night hat aus Protest gegen scharfe Polizeikontrollen ihre heurige Ausgabe nach Südtirol verlegt. Damit einher gingen Lärmbelästigung, Verkehrschaos, Staus und Schadstoffe. Über diese Umweltverschmutzungsaktion kann man nur den Kopf schütteln.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wer hat dieses Treffen genehmigt?
  2. Wann und von wem wurde angesucht?
  3. Gab es Umwelt- und Lärmschutzauflagen? Wie wurde die Einhaltung überprüft?
  4. Wie steht die Landesregierung zu so einer Veranstaltung? Was erwartet man sich davon?
  5. In welchem Verhältnis steht die XS Car Night zum Klimaplan, der ja keine weiteren Motorsportveranstaltungen mehr vorsieht?

Bozen, 20.05.2023

 

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

 

Questa interrogazione è disponibile solo in lingua tedesca.

ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE

Die Mülldeponie “Frizzi Au” erstreckt sich über eine Fläche von ca. 60.000 m² und dient als Deponie für nicht gefährliche Abfälle, für die Lagerung von Hausmüll und hausmüllähnlichen Abfällen und ungiftigem, ungefährlichem Sondermüll.
Die Feststoffabfälle (Schlacken) der Müllverwertungsanlage Bozen machen 80% des abgelagerten Mülls aus, die restlichen 20% werden durch sonstige verschiedene Abfälle gebildet. (Quelle: eco-center.it)

Es gibt diese Deponie seit Langem, und es gibt ebenso seit Langem Proteste, vor allem wegen Geruchsbelästigung und LKW-Verkehr. Über die Zukunft der Deponie ist wenig bekannt.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wie lange wird die Deponie in der Frizzi-Au noch in Betrieb sein?
  2. Was passiert nach Erschöpfung der Deponie? Wohin werden die anfallenden Abfälle, vor allem die Schlacken aus dem Müllerbrennungsanlage, gebracht werden?
  3. Stimmt es, dass die Frizzi-Au auch als Zwischenlager für Abfälle dient, die dann in die Müllverbrennungsanlage in Bozen Süd weitertransportiert werden? Wenn ja, was ist das Ausmaß dieser Praxis (z.B. im Jahr 2022)?

 

Bozen, 15.05.2023

 

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

Questa interrogazione è disponibile solo in lingua tedesca.

ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE

Immer wieder beschwert man sich im Unterland über laute Übungsflüge von Helikoptern des Heeres. Die Bevölkerung fühlt sich erwartungsgemäß besonders durch die Flugbewegungen in der Nacht gestört, wo die Rotoren durch die Stille nochmal lauter dröhnen. Man fragt sich allerdings auch, warum diese Übungsflüge immer über der gleichen Gegend stattfinden müssen, also warum das Unterland, sonst schon mit Lärm und Schadstoffen „gesegnet“, auch in dieser Sache zum Handkuss kommt.

Wir stellen daher folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wie ist die Regelung im Hinblick auf die Übungsflüge der Helikoptereinheiten des Heeres geregelt? Können sie zu jeder Tages- und Nachtzeit stattfinden?
  2. Wie viele Flüge nach Einbruch der Dunkelheit gab es in den Jahren 2020-2021-2022 jeweils?
  3. Warum finden die Flüge auch in den späten Abendstunden statt, wenn es z.B. in Herbst und Winter doch schon am späten Nachmittag dunkel wäre? Hat das Land diesbezüglich interveniert?
  4. Welche Strecken werden zu Übungszwecken geflogen? Ist der Eindruck im Unterland falsch, dass es bei Weitem das am meisten überflogene Übungsgebiet ist? Welchen Anteil hat das Unterland an den Übungsflügen des Heeres?

BZ, 12.05.2023

 

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

Questa interrogazione è disponibile solo in lingua tedesca.

ANFRAGE ZUR ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE

Laut Medienberichten plant SkyAlps-Geschäftsführer Gostner die Anschaffung von 10 weiteren Dash 400. Damit einher gehen soll die Verdoppelung des Parkbereichs für die Flugzeuge am Bozner Flughafen. Außerdem soll es einen Strategiewechsel geben: Einige der neuen Flüge werden nicht Bozen als Ausgangs- oder Zielort haben. Gostner kann sich etwa vorstellen, von Verona aus Flüge anzubieten. Viele größere Fluglinien schaffen es immer schwerer, ihre größeren Flieger für mittlere Distanzen mit Passagieren zu füllen. Der Trend geht daher hin zu kleineren Maschinen. Das Kalkül bei SkyAlps ist es, diese entstehende Nachfrage zu bedienen und mit der Dash 400 “einzuspringen”. Damit sollen für größere Gesellschaften Flüge auf der Kurz- und Mittelstrecke übernommen werden. Soweit die Medienberichterstattung.

Wir stellen daher folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Entwickelt sich der Bozner Airport als Zubringerflughafen für Strecken, die Bozen weder als Start- noch als Zielort haben? Wenn ja, was sagt die Landesregierung zu dieser Entwicklung?
  2. Ist die gesamte beschriebene Entwicklung (falls sie den Tatsachen entspricht) im Sinne der Vereinbarung des Landes mit ABD-Holding?
  3. Wird der Flugzeugparkbereich am ABD erweitert? Zu welchen Kosten? Wer trägt diese Kosten? Wird zusätzlicher Boden versiegelt? Wieviel?
  4. Fallen für SkyAlps Parkkosten in Bozen an? Gibt es einen Zusammenhang mit Parkkosten, die an anderen Airports anfallen würden, und die durch das Parken in Bozen eingespart werden?

 

BZ, 12.05.2023

 

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Il Consiglio provinciale ha bocciato oggi la proposta dei Verdi per aggiungere nel sistema scolastico sudtirolese una opzione plurilingue. La politica ha dimostrato ancora una volta di essere un passo indietro rispetto alla società che da tempo chiede di ampliare l’offerta scolastica e di permettere a chi lo vuole di formarsi in più di una lingua.

La petizione lanciata dai Verdi qualche settimana fa sta raggiungendo le 1800 firme, provenienti sia dal mondo tedesco che dal mondo italiano, sia dalle zone urbane, sia da quelle più periferiche. “È un segnale chiaro e noi Verdi continueremo a farci portavoce di questa istanza che proviene da tutta la società – commenta la prima firmataria della mozione Brigitte Foppa – se le cittadine e i cittadini continueranno a fare pressione, ad esempio firmando la nostra proposta, la politica prima o poi dovrà accogliere i segni del tempo”. Studiare in più lingue è un diritto e, per un futuro europeo, sempre più necessario. Con i diversi gruppi linguistici che convivono sullo stesso territorio, l’Alto Adige ha a disposizione un vero e proprio tesoro che deve solo avere il coraggio di cogliere.

BZ, 10.05.2023

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler