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I media riferiscono che l’assessore Schuler ha denunciato l’Umweltinstitut di Monaco e Alexander Schiebel per diffamazione.
Si tratta di una decisione inaccettabile. E a dir poco avventata.
Inaccettabile perché entrambi i soggetti denunciati hanno criticato – forse in modo drastico, un po’ esagerato e non condiviso da tutti – un aspetto che in Alto Adige è realtà: la maggior parte dell’agricoltura sudtirolese utilizza effettivamente pesticidi chimico-sintetici. L’assessore all’agricoltura dovrebbe essere garante per la diversità delle opinioni nel campo dell’agricoltura e non dovrebbe schierarsi da una parte sola – anche se forse questa scelta potrebbe essergli elettoralmente utile.
Inoltre Schuler, che ha dimostrato in altre occasioni di saper svolgere una apprezzabile funzione moderatrice, dimostra qui una certa miopia politica. Con questo provvedimento incentiva proprio quella polarizzazione di posizioni che finora lui stesso ha sempre cercato di evitare. La polarizzazione divide ed è controproducente.
Peccato che Arnold Schuler sia caduto nella trappola della provocazione, invece di prendere spunto anche dalle critiche più aspre per individuare strade nuove e rivolte al futuro.
Bolzano, 29.09.2017
Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba, Hans Heiss

L’odierna Giornata mondiale del turismo arriva in un periodo molto positivo a livello europeo, in cui Italia, Spagna e Grecia, ma anche l’Europa centrale possono vantarsi di cifre di pernottamenti strabilianti. Anche l’Alto Adige è nel pieno di questo trend con numeri da record grazie al periodo di grande prosperità e al fatto di essere tra le mete turistiche politicamente sicure. Guadagni, posti di lavoro e investimenti tengono molti esercizi turistici a un livello costantemente alto, sostenuto spesso da una qualità eccellente delle aziende in tutti di range, dalle ferie sul maso agli hotel di lusso. Tre punti di domanda però intorbidiscono lo sviluppo turistico sudtirolese:

  • Il numero dei posti letto è in continua crescita. Secondo l’ASTAT è salito in un anno da 220.595 (2016) a 222.605 (2017), cosa che fa temere una “bolla dei letti”. Questa crescita esplosiva porta all’iper-capienza che mette man mano all’angolo soprattutto le piccole aziende familiari.
  • Il settore turistico cerca disperatamente personale che però, soprattutto nelle zone rurali, è diventata cosa rara. La mancanza di personale in quasi tutti i settori economici obbliga anche il turismo a porre un limite al più presto a un’ulteriore espansione.
  • L’ambiente e la qualità di vita dell’Alto Adige soffrono visibilmente di questa volubile crescita: la slavina di traffico individuale è spaventosa anche a causa del turismo, soprattutto sulle strade di transito e dei passi; il consumo di suolo da parte di nuovi hotel con grandi superfici esterne (hotel a quattro stelle nel 2016: 443; fin’ora nel 2017: 464) e anche attraverso nuovi impianti di risalita è enorme; il costo della vita cresce anche a causa dei prezzi turistici gonfiati.

Non c’è quindi da meravigliarsi se in Alto Adige il 21,6% delle persone teme una svalutazione del paesaggio a causa del turismo (secondo i dati dell’ASTAT). Insieme al Trentino è il dato più alto tra tutte le regioni e province italiane (valore medio: 15,7%). In questo modo le cittadine e i cittadini ci dicono in modo sempre più chiaro che anche per loro è troppo.

Hans Heiss, Brigitte Foppa e Riccardo Dello Sbarba, Cons. prov.

Bolzano, 27/09/2017


L’odierna Giornata mondiale del turismo arriva in un periodo molto positivo a livello europeo, in cui Italia, Spagna e Grecia, ma anche l’Europa centrale possono vantarsi di cifre di pernottamenti strabilianti. Anche l’Alto Adige è nel pieno di questo trend con numeri da record grazie al periodo di grande prosperità e al fatto di essere tra le mete turistiche politicamente sicure.
Guadagni, posti di lavoro e investimenti tengono molti esercizi turistici a un livello costantemente alto, sostenuto spesso da una qualità eccellente delle aziende in tutti di range, dalle ferie sul maso agli hotel di lusso.
Tre punti di domanda però intorbidiscono lo sviluppo turistico sudtirolese:

  • Il numero dei posti letto è in continua crescita. Secondo l’ASTAT è salito in un anno da 220.595 (2016) a 222.605 (2017), cosa che fa temere una “bolla dei letti”. Questa crescita esplosiva porta all’iper-capienza che mette man mano all’angolo soprattutto le piccole aziende familiari.
  • Il settore turistico cerca disperatamente personale che però, soprattutto nelle zone rurali, è diventata cosa rara. La mancanza di personale in quasi tutti i settori economici obbliga anche il turismo a porre un limite al più presto a un’ulteriore espansione.
  • L’ambiente e la qualità di vita dell’Alto Adige soffrono visibilmente di questa volubile crescita: la slavina di traffico individuale è spaventosa anche a causa del turismo, soprattutto sulle strade di transito e dei passi; il consumo di suolo da parte di nuovi hotel con grandi superfici esterne (hotel a quattro stelle nel 2016: 443; fin’ora nel 2017: 464) e anche attraverso nuovi impianti di risalita è enorme; il costo della vita cresce anche a causa dei prezzi turistici gonfiati.

Non c’è quindi da meravigliarsi se in Alto Adige il 21,6% delle persone teme una svalutazione del paesaggio a causa del turismo (secondo i dati dell’ASTAT). Insieme al Trentino è il dato più alto tra tutte le regioni e province italiane (valore medio: 15,7%). In questo modo le cittadine e i cittadini ci dicono in modo sempre più chiaro che anche per loro è troppo.
Bolzano, 27. 09. 2017
Hans Heiss, Brigitte Foppa e Riccardo Dello Sbarba, Cons. prov.
 
 

Da quanto ci è dato sapere, il coltivatore di mele Ägidius Wellenzohn, un coltivatore biologico impegnato della Val Venosta, è stato vittima da poco dell’avvelenamento sistematico dei suoi campi con il glifosato. Wellenzohn, che da ormai 30 anni coltiva esclusivamente con metodo biologico e si impegna per Malles libero da pesticidi, ha dovuto constatare durante le prove di deriva che la sua coltivazione è stata attaccata in maniera sistematica e mirata con il famoso e velenoso pesticida.

Un’aggressione così subdola e cattiva è da condannare con grande decisione. Chi mina l’esistenza e l’impegno di un coltivatore e procede con una volontà distruttiva di questo tipo, deve essere guidato da una cattiveria estrema. Una tale azione non deve avere solo conseguenze giuridiche e di risarcimento danni, ma va chiaramente condannata da parte della politica e delle associazioni di categoria, primi fra tutti l’assessore competente e il Bauernbund.
L’assessore Schuler e il presidente del Bauernbund Tiefenthaler devono avvertire urgentemente che con azioni di questo tipo, così come con attacchi avvenuti a Parcines in agosto, si supera una linea rossa. Chi si schiera contro orsi e lupi, deve impegnarsi anche contro la natura selvatica degli uomini che sfogano il loro odio nei modi più velenosi, nascondendosi nella notte e nella nebbia.
Bolzano, 25.09.2017
Hans Heiss
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

Le elezioni appena conclusesi in Germania cambiano il panorama politico, confermano la stabilità della democrazia tedesca e sono un segnale per tutta Europa. Il crollo clamoroso di CDU/CSU e SPD arriva inaspettato, ma è l’evidente conseguenza dell’affaticamento della Große Koalition e della sua credibilità, nonostante tutti i successi.

La tattica sedativa di Angela Merkel ha fallito; ignorare gli avversari – in primo luogo la Afd – invece di controbattere con forza e argomenti validi è stato un errore fatale. E ancor meno fruttuosi sono stati i tentativi della CSU di combattere gli estremisti della Afd con posizioni di destra.
Eppure, nonostante tutti questi stravolgimenti, la Germania mostra stabilità: nella CDU/CSU inizia ora il declino ordinato di Angela Merkel e il rinnovamento necessario all’interno del partito (forse di nuovo con una donna al comando); anche la SPD avrà modo di rigenerarsi all’opposizione con programma, persone e immagine diversi.
La presenza in Parlamento darà alla Afd grande visibilità, ma il loro risentimento e la mancanza di proposte concrete verranno presto smascherati. I Verdi, nella loro stabilità, e i Liberali verranno messi alla prova dalla cosiddetta coalizione giamaicana, ma promuoveranno anche il rinnovamento della Bundesrepublik tra digitalizzazione e politiche climatiche.
Per l’Alto Adige/Südtirol si possono estrapolare cinque lezioni:

  • Contro il populismo di destra – sia questo chiamato AfD o Freiheitliche – ignorare non aiuta, ma solo una posizione chiara e la contrapposizione diretta sulle domande fondamentali per il futuro: sicurezza, migrazione, fuga da fame e conflitti.
  • I tentativi di superare i partiti di destra con durezza ostentata di solito falliscono; alla fine viene eletto sempre l’originale come in questo caso la Afd e non la CSU in affanno.
  • L’agitazione e la rabbia della rete sono da affrontare con chiarezza e argomentazioni decise, sui social-media, ma soprattutto nel contatto diretto con cittadine e cittadini.
  • Cittadine e cittadini hanno bisogno di visioni e risposte coraggiose: con una politica climatica rivolta al futuro, la rimodulazione dell’economia fossile, il rafforzamento della giustizia e dello stato sociale, una Europa aperta e una strategia della digitalizzazione. E sono richieste risposte coraggiose e senza alcuna riserva sui rischi e le opportunità dell’integrazione.
  • Cittadine e cittadini chiedono però soprattutto impegno e politica concreta: che vengano prese sul serio le loro preoccupazioni, risposte e soluzioni ai loro problemi.

Bolzano 25. 09. 2017
Brigitte Foppa e Tobe Planer, co-portavoce e Consigliera provinciale
Hans Heiss e Riccardo Dello Sbarba, Consiglieri provinciali

La conferma ora è ufficiale: sebbene esistano misure efficaci per prevenire gli attacchi del lupo alle greggi e che esse siano finanziate generosamente dalla Provincia, in Alto Adige finora nessuno ne ha adottato neppure una. Sono queste le conseguenze della campagna su un’impossibile “provincia libera da lupi e orsi”. Ma così si moltiplicano solo le illusioni, i danni alle greggi e il ritardo rispetto al resto d’Europa.
La conferma è arrivata in una risposta dell’assessore Schuler a un’interrogazione del gruppo Verde. L’assessore elenca cinque misure preventive a disposizione: l’accompagnamento da parte di un pastore, le recinzioni mobili elettriche, i deterrenti sonori, l’impiego di lama o asini che reagiscono alla presenza del lupo, cani da guardia di specie particolari.
Queste misure sono coperte da un finanziamento provinciale del 70% della spesa, che può diventare totale nel caso di progetti in regia diretta concordati tra allevatori e Provincia. Per le emergenze, i recinti elettrificati sono prestati gratuitamente dalla Provincia e sempre gratuitamente l’ufficio caccia e pesca fa servizio di consulenza.
Stupisce dunque che nessuna di queste misure, neppure quelle immediatamente utilizzabili come recinti e deterrenti sonori, sia stata finora adottata in provincia di Bolzano.
L’Assessore ci comunica infatti che “finora non sono state inoltrate richieste all’ufficio competente”, a parte un solo prestito di un recinto elettrificato a Corvara, ma chiesto da un pastore “di origine non altoatesina”. L’eccezione che conferma la regola di un sostanziale rifiuto a prepararsi al ritorno anche sul nostro territorio dei grandi predatori.
Consigliamo alle associazioni di categoria e in particolare al Bauernbund di invitare gli allevatori ad adottare una strategia intelligente e praticabile per prepararsi all’inevitabile ritorno anche sul nostro territorio dei grandi predatori.
Ogni giorno perso nell’adozione di misure preventive si trasforma in un danno enorme per gli stessi allevatori, immediato e soprattutto futuro.
Qui puoi scaricare l’interrogazione e la risposta.
Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hans Heiss
Bozen, 19.09.2018

Siamo molto contente/i che la nostra mozione sia stata approvata! La Giunta provinciale ha accettato di avviare una campagna sia per informare uomini e giovani sul mestiere di maestro di scuola dell’infanzia o primaria, sia e per lottare contro gli stereotipi esistenti al riguardo. Avrà poi inizio una collaborazione con la Libera Università di Bolzano (LUB) per individuare se e come la formazione degli insegnanti possa rispondere meglio alle esigenze e agli interessi di studenti di sesso maschile.
Leggi la nostra mozione
[gview file=”http://www.verdi.bz.it/wp-content/uploads/2017/09/mehr-männer.pdf”]

L’opposizione al completo (16 consigliere e consiglieri provinciali) chiedono una nuova e più giusta legge elettorale. Anche il Gruppo Verde ha partecipato oggi alla conferenza stampa comune e ha sostenuto in aula la mozione-voto unitaria. “Vogliamo una legge che tuteli sia le minoranze linguistiche sia quelle politiche,” ha proposto Brigitte Foppa. La legge attuale con diversi collegi uninominali e una soglia elettorale del 20% nell’intera Regione esclude a priori tutti i pariti concorrenti della Svp dalla rappresentanza in Parlamento.
E’ significativo, “ informa da Roma Florian Kronbichler in un documento inviato ieri da Roma, che il “Tedeschellum” é caduto proprio per il suo “capitolo altoatesino” che “era infatti così scandalosamente costruito a immagine e somiglianza della Svp che la maggioranza del Parlamento, compresi settori della maggioranza politica, gli hanno votato contro.”
Una legge elettorale veramente autonomistica e democratica è possibile prevedendo un unico collegio elettorale per l’Alto Adige e un sistema elettorale proporzionale puro e non maggioritario.
Nella successiva discussione in Consiglio provinciale Riccardo Dello Sbarba ha sottolineato che un collegio unico provinciale con sistema proporzionale tutela in modo ottimale le minoranze linguistiche. “L’unica volta che in Alto Adige si è votato con il sistema proporzionale in un collegio unico provinciale, nel 1921 – ha ricordato Dello Sbarba citando gli studi di Maurizio Ferrandi (qui consultabili: http://www.altoadigestory.it/index.php/una-cronologia2/1921-1922) furono eletti 4 parlamentari di lingua tedesca su 4 seggi disponibili – quindi semmai il problema sarebbe quello di garantire un eletto o eletta di lingua italiana!”.
I Verdi si impegneranno in ogni modo per ottenere una legge elettorale democratica e giusta, che garantisca una rappresentanza pluralistica nel parlamento italiano. Questa nuova legge “non escluderebbe la SVP ma questo partito dovrebbe confrontarsi effettivamente con gli altri partiti e guadagnarsi davvero i propri seggi. Anche questa è democrazia“, ha concluso Foppa.
Il documento di Florian Kronbichler, deputato dei Verdi sudtirolesi e di MDP
Il voto unitaria dell’opposizione

Il marchio Alto Adige – Südtirol dovrebbe essere garanzia di qualità, origine e autenticità.

La carne di maiale da cui vengono confezionati i salumi però, proprio come lo speck, può arrivare anche da fuori regione. È dunque impossibile per la consumatrice o il consumatore conoscere l’origine dei maiali utilizzati per la produzione dello speck, così come non c’è obbligo di indicare l’origine delle materie prime di succhi di frutta e formaggi.
[gview file=”http://www.verdi.bz.it/wp-content/uploads/2017/09/marke-südtirol-1.pdf”]
 

Il Parlamento italiano sta discutendo un disegno di legge per istituire lo ius soli temperato e lo ius culturae per l’attribuzione della cittadinanza italiana a bambine e bambini nati e/o cresciuti sul territorio italiano.
La situazione attuale
Al momento la legislazione italiana per l’attribuzione della cittadinanza si basa sullo ius sanguini (diritto di sangue) in base al quale una bambina o un bambino figli di madre italiana o padre italiano è automaticamente cittadino italiano.
La cittadinanza italiana però può essere ottenuta in diversi modi.
• Attribuzione automatica: lo ius sanguini appunto e, oltre a questo, per nascita sul territorio italiano se entrambi i genitori sono ignoti o apolidi, oppure per adozione da parte di genitori italiani, oppure ai minorenni se uno dei genitori ottiene la cittadinanza.
• Per beneficio di legge: per i figli/e di genitori stranieri, nati o cresciuti in Italia, che fanno domanda entro un anno dal raggiungimento della maggiore età. Passato l’anno perdono questo diritto.
• Su richiesta: per matrimonio con una persona di cittadinanza italiana o per residenza. Il numero di anni di residenza richiesta varia: 10 anni di residenza legale per i cittadini extracomunitari; 3 anni per i discendenti di cittadini italiani per nascita (sino al secondo grado – nonni) e per i nati in Italia; 5 anni per gli adottati maggiorenni (da cittadini italiani), per gli apolidi e per i rifugiati politici e per i figli maggiorenni di genitori naturalizzati italiani; 4 anni per i cittadini comunitari. Per tutti i casi, è previsto il possesso di un reddito personale.
Questo quadro giuridico, utilizzato negli ultimi 10-15 anni da migliaia di persone adulte immigrate, paradossalmente penalizza restringe moltissimo l’accesso alla cittadinanza a chi più la meriterebbe e sarebbe già integrato: le persone minorenni nate e/o cresciute in Italia, dove hanno frequentato interi cicli scolastici e che nonostante questo restano straniere fino alla maggiore età, quando possono approfittare solo di una finestra di un anno per richiedere la cittadinanza. Se lasciano passare l’anno (per i motivi più vari) senza fare la domanda, tutto ricomincia da zero.
Sono ragazzi e ragazze che hanno svolto la maggior parte se non tutto il percorso scolastico nelle nostre scuole, a volte non parlano e non sanno nemmeno scrivere nella lingua dei genitori. Durante l’infanzia e l’adolescenza si ritrovano spesso ad affrontare discriminazioni difficili da comprendere, come ad esempio l’impossibilità a partecipare alle gite scolastiche all’estero, per non parlare del poter fare un intero anno scolastico in un altro paese.
Sono i futuri cittadini e le future cittadine del nostro Paese e della nostra Provincia, che sono state/i educate/i nelle nostre scuole e che per quasi vent’anni della loro vita hanno però dovuto vivere da straniere/i. Sono le seconde generazioni di immigrati da cui, secondo ogni studio, dipende l’integrazione non solo loro, ma anche dei loro genitori. Persone che si sentono come noi e che da questo sistema vengono private di diritti fondamentali e tenute ai margini.
Si tratta di un’ingiustizia a maggior ragione incomprensibile, visto che dall’altra parte il principio dello ius sanguini riconosce la cittadinanza italiana a persone che vivono in paesi esteri e che non hanno mai messo piede in Italia e spesso non ne parlano nemmeno la lingua.
Per correggere questa situazione di ingiustizia la Camera dei Deputati ha già approvato il disegno di legge sullo ius soli che introduce i principi dello ius soli temperato e dello ius culturae.
Lo ius soli e lo ius culturae
Lo ius soli temperato (al contrario di quello puro in vigore ad esempio negli Stati Uniti) prevede che un bambino o una bambina nato/a in Italia diventi automaticamente italiano/o se almeno uno dei due genitori si trova legalmente in Italia da almeno 5 anni. Inoltre, se il genitore non proviene dall’Unione Europea deve superare un test di lingua, avere un alloggio dignitoso e un reddito non inferiore all’importo annuale dell’assegno sociale.
Secondo lo ius culturae potranno poi chiedere la cittadinanza italiana persone minori straniere nate in Italia o giunte in Italia entro il 12o anno di età che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno 5 anni o superato un ciclo scolastico (elementari o medie).
Adesso è importante che la legge concluda il suo iter in parlamento. In questo momento è il mondo cattolico a schierarsi nel modo più deciso a favore dell’introduzione di ius soli e ius culturae. I vertici della Chiesa italiana, la Caritas, la Cei, la Comunità di S. Egidio, le Acli, il Centro Astalli e il quotidiano Avvenire da tempo sostengono che sia una misura “indispensabile”, “realistica”, tutta “a vantaggio del nostro Paese”.
Il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano invita pertanto il Parlamento italiano:
1. Ad approvare entro la fine di questa legislatura una legge che riconosca, per l’acquisizione della cittadinanza italiana, lo ius soli temperato e lo ius culturae.
Bolzano, 28.08.2017
Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Hans Heiss
Brigitte Foppa