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Effetti post-traumatici dell’emergenza coronavirus

MOZIONE.

La crisi Covid-19 ha anzitutto aspetti legati alla salute. Con il protrarsi delle misure di contenimento si stanno progressivamente aggiungendo anche i problemi di natura economica, ai quali si è iniziato a far fronte con l’adozione di prime misure. Si è invece parlato ancora troppo poco dell’impatto sociale e psicologico dell’emergenza Covid-19, e con la presente mozione vorremmo avviare una discussione in merito.

Le esperte e gli esperti citano soprattutto due livelli legati a questa perdurante “situazione traumatica”.

In primo luogo, ci sono coloro che sono direttamente toccati dalla malattia: chi ha contratto il virus, i famigliari, soprattutto quelli delle vittime, il personale sanitario e coloro che offrono assistenza, i volontari ecc. In queste settimane stanno vivendo esperienze ai limiti del sopportabile o anche oltre, e questo spesso quotidianamente.

In secondo luogo, anche il continuo isolamento sociale e la reclusione in casa, come conseguenza immediata del necessario lockdown, hanno effetti traumatici sulle persone. A seconda della situazione abitativa e di vita, ma anche della predisposizione individuale, vi sono grandi differenze tra le varie persone. Per alcuni il solo obbligo di stare a casa è già di per sé fonte di grande stress. Con l’isolamento sociale vengono a mancare alcuni meccanismi in grado di attutire disagi, il che risulta soprattutto problematico per le persone che convivono (o sono costrette a convivere) con famigliari aggressivi o sofferenti di depressione. L’isolamento e la mancanza di movimento possono aggravare ulteriormente la situazione.

L’isolamento prolungato può avere effetti durevoli sui bambini piccoli, le persone afflitte da instabilità psichica, le persone sole o anziane, le persone affette da dipendenze ecc. lasciando anche segni permanenti. A rischio sono inoltre le persone esposte a molteplici pressioni (come per esempio le donne lavoratrici che nel contempo assistono altre persone oppure le persone che subiscono in modo costante il peso dell’incertezza del loro futuro) che non usciranno più forti (resilienti), ma piuttosto sfibrate e indebolite da questo sforzo costante e prolungato.

L’ondata di suicidi che si è verificata dopo la crisi del 2008 deve farci riflettere, e a questa situazione bisogna reagire per tempo.

Il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica quindi la Giunta provinciale

  1. di ampliare in via preventiva i servizi per la salute mentale e psichica, rafforzando l’offerta in tutto il territorio provinciale anche al fine di raggiungere un numero maggiore di persone, riducendo i tempi di attesa e divulgando le offerte esistenti con mezzi idonei;
  2. di fornire a chi lavora nel sistema sanitario e nelle varie strutture sociali, compresi i volontari, misure di sostegno per aiutare queste persone nell’elaborazione dei traumi che si ritrovano ad affrontare;
  3. di fornire maggiore aiuto, supervisione e strumenti di intervisione (scambio e consulenza tra addetti) a coloro che lavorano nel sistema formativo;
  4. di istituire e promuovere l’offerta di un pronto soccorso psicologico direttamente e facilmente accessibile.

BZ, 20.04.2020

Consiglieri provinciali
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

Author: Heidi

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