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INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ,

Come appreso dalla risposta a una precedente interrogazione, l’allungamento verso sud della pista dell’aeroporto di Bolzano rende obbligatoria la modifica del piano di rischio aeroportuale e la relativa cartografia. Spostando l’impronta a terra delle aree di rischio verso sud di circa 100-150 m, risulterebbe in pratica che tutto l’areale previsto per il carcere ricadrebbe nella zona A quindi in teoria non si potrebbe più poterlo realizzare.

Già col vecchio piano di rischio l’area del carcere era interessata dalla zona A per la quale la norma del piano vigente prevede che possano essere posizionate esclusivamente strutture del carcere senza presenza antropica permanente quindi parcheggi o altro; il progetto di massima originario rispettava questo vincolo. Che succederà adesso col nuovo piano?

Ciò considerato, si chiede alla giunta provinciale:

  1. Come influirà il nuovo piano di rischio aeroportuale sul progetto del nuovo carcere e la sua possibilità di essere realizzato nell’area prevista?
  2. Si intende fare una verifica preventiva su questo punto prima di fare ulteriori passi nel progetto? Qual è la tempistica, tenendo conto della necessità di aggiornare il piano di rischio?
  3. La giunta ha pensato a un “piano B” per il nuovo carcere? Le dichiarazioni su un progetto “più ridotto” fare in occasione della visita della ministra Cartabia vanno in questa direzione?

 

Bolzano, 22.06.2022

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

Hier könnt ihr die Antwort des Landesrat nachlesen.

COMUNICATO STAMPA.

Gli alloggi in Alto Adige sono troppo cari, è risaputo. Il fatto che in provincia la percentuale dei costi legati alla casa sia aumentata di un altro 10% negli ultimi dieci anni, raggiungendo il 41% delle spese familiari mensili, non dà una buona pagella alla politica abitativa della nostra Provincia.

Per questo motivo, da anni discutiamo delle leggi sugli alloggi. Uno dei tanti spunti è venuto anche dal dibattito sulla legge IPES (DDL 104), presentata al Consiglio provinciale lo scorso inverno (e che sarà discussa in plenaria alla fine di giugno).

In relazione a questo disegno di legge, l’assessora Deeg aveva ripetutamente parlato di un follow-up sull'”edilizia abitativa agevolata “, ma non ci era stato detto che questo nuovo capitolo sarebbe arrivato repentinamente in Consiglio provinciale già a metà estate. Non si è mai parlato di un’urgenza particolare. E si è sempre detto che la legge avrebbe dovuto essere user-friendly, leggibile e semplice. Questo è anche il motivo per cui la vecchia legge sulla casa è stata suddivisa in più parti.

Ora il capitolo successivo sull’edilizia abitativa agevolata è arrivato, via omnibus. Abbiamo protestato. Un solo singolo articolo con 53 commi, per una riforma completa – tutto fuorché leggibile, per non parlare dello user-friendly. Il dibattito in Consiglio provinciale sarebbe un dibattito imbavagliato fin dall’inizio, poiché vengono concessi solo 15 minuti a testa per commentare un articolo e spiegare gli emendamenti. Ciò significherebbe commentare tutti i 53 commi in pochi minuti. Impossibile! L’intera opposizione si è allora opposta e si è rifiutata di collaborare.

L’assessora Deeg però non si arrende. Ora vuole trasformare i 53 commi in 6 articoli e attenersi al metodo del piede di porco.

Riteniamo che un tema così complesso meriti un approfondimento. Avevamo già notato con la legge IPES la necessità di avviare un confronto con le parti direttamente interessate, gli stakeholder, le parti sociali, ecc. Questo vale a maggior ragione per l’edilizia agevolata. E l’assessora provinciale saprà anche che l’estate è un periodo di vacanza in cui è difficile trovare date utili per incontrarsi – perché gli interlocutori possono essere giustamente in ferie.

Ciò che resta per noi inaccettabile è il fatto che i disegni di legge subiscono sempre un’accelerazione improvvisa non appena arrivano alle porte del Consiglio provinciale.

Il Consiglio provinciale è il nostro parlamento provinciale, non un fastidioso ostacolo, ma il luogo in cui si discutono e si negoziano le regole della nostra società in modo fondato e senza immotivate pressioni temporali. È un compito nobile, non una gara.

Bolzano, 22.6.2022

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE.

Da Milch und Milchprodukte leicht verderbliche Lebensmittel sind, wird davon im Laufe der Produktion leider ein höherer Prozentsatz weggeworfen, als dies bei anderen Lebensmitteln der Fall ist. Ein Problem ist sicher auch das Mindesthaltbarkeitsdatum, das meist weit unter der reellen Haltbarkeit der Produkte liegt.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Werden in Südtirols Milchhöfen grundsätzlich Milch bzw. Milchprodukte aus dem Vertrieb genommen? Aus welchen Gründen erfolgt dies? Was geschieht mit diesen Produkten?
  2. Wird das Phänomen monitoriert? Wir bitten um die Datenlage zu den Jahren 2016-2021.
  3. Könnte das Problem des Abfalls – insofern es besteht – an einer Überproduktion liegen? Falls ja, wie möchte man dem entgegenwirken?
  4. Welche Maßnahmen im Einklang mit dem LG 2018/Nr. 2 wurden von der Landesregierung seit Inkrafttreten des Gesetzes umgesetzt?

Bozen, 22.06.2022

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

Hier könnt ihr die Antwort der Landesregierung lesen.

ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

Das Landesamt für Industrie und Gruben wurde jüngst in den Medien damit zitiert, dass das Land „derzeit an einer Karte für Tabu-Zonen für neue Grubeneröffnungen arbeite“. So eine Karte wäre dringend nötig denn seit im Jahr 2015 der Grubenplan verfallen ist, gibt es hier ein rechtliches Vakuum.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wann wird die „Karte mit Tabu-Zonen für Grubeneröffnungen“ fertiggestellt sein?
  2. Wer genau ist an der Ausarbeitung dieser Karte beteiligt?
  3. Wie bindend werden diese „Tabu-Zonen“ sein?
  4. Nach welchen Kriterien werden Schottergruben und co. derzeit genehmigt?

Bozen, 21.06.2022

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

 

ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

Das Landesamt für Industrie und Gruben wurde jüngst in den Medien damit zitiert, dass das Land „derzeit an einer Karte für Tabu-Zonen für neue Grubeneröffnungen arbeite“. So eine Karte wäre dringend nötig denn seit im Jahr 2015 der Grubenplan verfallen ist, gibt es hier ein rechtliches Vakuum.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wann wird die „Karte mit Tabu-Zonen für Grubeneröffnungen“ fertiggestellt sein?
  2. Wer genau ist an der Ausarbeitung dieser Karte beteiligt?
  3. Wie bindend werden diese „Tabu-Zonen“ sein?
  4. Nach welchen Kriterien werden Schottergruben und co. derzeit genehmigt?

Bozen, 21.06.2022

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

Hier könnt ihr die Antwort der Landesregierung lesen.

COMUNICATO STAMPA.

Le vacanze estive sono iniziate e con esse il problema ricorrente di come gestire e occupare figli e figlie. All’inizio della lunga pausa estiva, ci rendiamo conto ogni anno di quanto scuole e asili siano considerati alla stregua strutture di assistenza per bambini e ragazzi ed emerge chiaramente quanto siano carenti delle vere strutture di assistenza all’infanzia. Anche recentemente, e a ragione, i rappresentanti di genitori e famiglie hanno fatto presente l’emergenza.

La giunta, l’assessora Deeg per fare un nome, sdrammatizza e rimanda alla ca. 500 offerte di animazione e assistenza estiva in Alto Adige. Chi pensa che sia tanto, deve tenere presente che questo significa per bambine e bambini passare da una settimana di attività all’altra. I costi di questa “soluzione” lo hanno già calcolato le rappresentanze dei genitori. Ma si aggiunge anche che in questo modo, spesso non esiste una vera pausa, né per le/i piccole/i né per i loro genitori. E così l’obiettivo delle vacanze estive come periodo di riposo viene totalmente mancato. L’assistenza estiva a bambine e bambini rappresenta un enorme onere organizzativo e finanziario per le famiglie.

Le soluzioni per andare incontro alle famiglie vanno ampliate e differenziate. Non mancano certo modelli innovativi o collaudati provenienti da paesi vicini e lontani. Dobbiamo uscire dal sistema „mosaico“ per trovare vere e proprie soluzioni organiche. Bambine e bambini devono potersi godere le vacanze e questo non a scapito del bilancio familiare. In un Paese ricco come l’Alto Adige, entrambe queste necessità devono poter andare di pari passo.

Il diritto all’assistenza estiva gratuita per bambine e bambini deve essere fissato per legge – e al più tardi quando la pressione (di disagio) sarà diventata insostenibile, la mano pubblica dovrà intervenire direttamente.

È importante ricordare che l’assistenza estiva garantita è di enorme importanza anche per l’economia sudtirolese. Non possiamo permetterci di costringere donne (e uomini) qualificati a lavorare part-time perché altrimenti non riescono a occuparsi dei figli… oppure di rinunciare a persone altamente qualificate che non tornano in Alto Adige perché le infrastrutture e i servizi per l’infanzia sono semplicemente migliori nei nostri vicini europei.

È un dibattito importante che la nostra società deve affrontare. Altrimenti gli unici a farne le spese saranno i genitori, e soprattutto le madri.

MOZIONE.

L’inquinamento atmosferico è un problema cronico nelle città altoatesine e lungo i principali assi di transito. Particolarmente grave è la situazione di chi vive lungo l’asse del Brennero: l’A22 è la più grande causa di inquinamento del nostro territorio. Ma anche lungo gli assi dell’Adige fino a Bolzano e della Pusteria la situazione è a rischio. Nelle città che si trovano lungo queste rotte il rischio si concentra, si cumula con altri fattori e aumenta.

Anche la pandemia da Coronavirus ci ha insegnato quanto importante sia la salute delle persone e quanto questa dipenda dall’ambiente che ci circonda.

Uno studio dell’Università degli studi dell’Insubria di Varese (vedi: “Long-term exposure to air pollution and COVID-19 incidence: a prospective study of residents in the city of Varese, Northern Italy. Giovanni Veronesi, Sara De Matteis, Giuseppe Calori, Nicola Pepe, Marco M Ferrario – Occupational and Environmental Medicine, 2022”) ha dimostrato come ci siano forti correlazioni tra l’esposizione cronica ad elevati livelli di inquinamento atmo­sferico – e conseguente fragilità delle popolazioni – e l’aumento della sintomatologia da Covid 19. Per l’esposizione a 1μg/mc in più di PM2.5 (rispetto ai valori attualmente ritenuti cautelativi dal punto di vista della salute), si è notato un aumento del 5,1% in più del tasso di casi da Covid 19, pari a 294 casi aggiuntivi ogni 100mila persone/anno.

È ritenuto probabile che i livelli costantemente elevati di asma e cancro ai polmoni siano dovuti in gran parte al traffico. Già da anni i medici di medicina generale che operano sul nostro territorio, ad esempio in val d’Isarco, denunciano i problemi frequenti per la qualità della vita derivanti dal continuo inquinamento ambientale da traffico, come disturbi del sonno, mal di testa e dolori articolari, riduzione della concentrazione e delle prestazioni e allergie. Anche in Tirolo una serie di indagini condotte per conto del Land da medici ambientali ha dimostrato il legame tra inquinamento da traffico e danni alla salute e la consapevolezza che è derivata da tali studi sistematrici ha spinto le autorità a cercare soluzioni efficaci.

Anche nell’anno 2021, presentato dai dati della Provincia come migliore rispetto agli anni pre-Covid, le centraline di Bressanone (AB3) ed Egna (ML5) hanno registrato il superamento dei pur blandi limiti di legge per quanto riguarda il biossido di azoto (NO2), assai nocivo per la salute umana.

Il rapporto Legambiente del febbraio 2022, “Mal’Aria di città, quanto manca alle città italiane per diventare delle cleancities”, che ha analizzato i risultati delle 238 centraline per il monitoraggio dell’aria di 102 città capoluogo di provincia, mette Bolzano – città su cui convergono tutti gli assi di traffico – come decima tra le 13 città italiane più inquinate da biossido di azoto (NO2).

Sulle polveri sottili PM10 e PM 2,5 i dati, pur migliori, non rispettano assolutamente la nuova normativa più restrittiva che l’Unione Europea sta per introdurre, applicando non più gli attuali e molto annacquati limiti di legge, ma quelli previsti dall’OMS a tutela della salute.

È infatti in corso di revisione la Direttiva europea sulla qualità dell’aria. Una revisione che punta, in linea con il “Green Deal”, il piano di azione “Zero Pollution” e il pacchetto “Fit for 55”, alla riduzione dei limiti normativi sulla qualità dell’aria che nei prossimi anni andranno a convergere con quelli sugge­riti dall’OMS. Con la conseguenza che quelli che oggi sembrano limiti “troppo stringenti” ed “impossibili” da raggiungere, a breve diventeranno i valori da raggiungere anche da un punto di vista normativo e – conseguentemente – anche legale e vincolante da parte degli Stati membri.

Il cambiamento indotto dai nuovi limiti sarà drastico: per le PM10 si passa dagli attuali limiti di 40 mg/m3 a 15 mg/m3; per le PM2,5 da 25 mg/m3 a 5 mg/m3; per il biossido di azoto (NO2) da 40 mg/m3 a 10 mg/m3.  Per rispettare questi nuovi limiti, Bolzano dovrebbe ridurre in media del 17% le PM10, del 57% le PM2,5 e del 69% le emissioni di NO2.

Occorre dunque agire, ma per agire occorre una più precisa conoscenza delle correlazioni tra inquinamento e salute, anche nel nostro territorio. Un sistema di monitoraggio sanitario costante delle conseguenze delle emissioni da traffico sulla salute umana è al contempo il presupposto necessario per interventi urgenti di politica del traffico, ma anche lo strumento fondamentale per capire se tali interventi siano efficaci e come modularli nel tempo.

Per questo è importante avviare un monitoraggio sanitario della popolazione lungo le vie di transito, per capire concretamente e nel tempo quali siano le conseguenze dell’inquinamento sulla salute, sulla frequenza di malattie e cause di morte, sui disturbi e la qualità della vita delle persone nelle aree più interessate dall’inquinamento da traffico.

Tutto ciò considerato, il Consiglio provinciale impegna la Giunta provinciale:

  1. A progettare da subito, anche insediando un gruppo di lavoro ad hoc composto da esperti ed esperte di medicina ambientale e di medici e mediche di medicina generale, un piano di rilevamento sanitario sistematico delle conseguenze dell’inquinamento atmosferico sulla salute della popolazione che vive lungo i principali assi di traffico della provincia, a cominciare dall’asse del Brennero come progetto pilota sull’asse più inquinato.
  2. Dopo aver definito il suddetto piano di indagine sanitaria, ad attuarlo con un’indagine di medicina ambientale a lungo termine lungo le direttrici di transito maggiormente esposte ai rischi di inquinamento dell’aria, a cominciare proprio dall’asse del Brennero.
  3. A cercare su questo progetto di indagine sanitaria dell’impatto del traffico sulla salute umana forme più strette possibile di collaborazione con la Provincia di Trento e il Land Tirol, che come noi sono attraversate dall’autostrada del Brennero, il più inquinato asse viario dell’Euregio.

Bolzano, 23.02.2022

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

 

La mozione è stata approvata il 29/06/2022 nella versione emendata come segue:

La parte dispositiva è così sostituita: “a rilevare e valutare, nell’ambito dell’Osservatorio salute della Provincia e sulla base degli strumenti di rilevazione già esistenti e già destinati a tale uso, le conseguenze sulla salute dell’inquinamento atmosferico dovuto al traffico soprattutto lungo i principali assi viari. I risultati di questo studio vengono presentati alle consigliere e ai consiglieri in Consiglio provinciale.”

MOZIONE .

L’impermeabilizzazione del suolo rappresenta un problema enorme in tutto il mondo. Stiamo costruendo più di quanto, a lungo termine, sia sostenibile. E, analizzando l’attuale rapporto IPCC o altri documenti sul cambiamento climatico, vediamo che il concetto di “lungo termine” sta diventando molto relativo.

Come tutti ben sanno, le aree insediabili in Alto Adige sono più limitate che altrove. Stando al report sul clima dell’Eurac, esse rappresentano soltanto il 5% circa della superficie della nostra provincia. L’utilizzo delle aree edificabili esistenti deve essere quindi molto oculato per evitare conseguenze catastrofiche per le persone e la natura. Secondo l’Istituto provinciale di statistica ASTAT e l’Agenzia europea dell’ambiente AEA, negli ultimi decenni anche in Alto Adige l’impermeabilizzazione del suolo
è aumentata costantemente. Oltretutto questi dati non considerano l’impermeabilizzazione delle strade, ma solo quella delle aree abitate.

Anche l’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) segnala un costante aumento del consumo del suolo dal 2006: quell’anno le aree edificate ammontavano a ca. 19.000 ettari, mentre nel 2020 erano già salite a ca. 20.000. Espresso in percentuale, significa che nel 2020 risulta impermeabilizzato il 2,7% del suolo della nostra provincia. Tenendo conto del fatto che soltanto circa il 5 % della superficie provinciale è edificabile, il dato è impressionante.

A livello concreto significa che la natura continua a diminuire, perché sul suolo impermeabilizzato non cresce più niente, l’acqua non può defluire e l’aria calda ristagna. In breve, la qualità della vita diminuisce con ogni nuovo centimetro quadro che viene impermeabilizzato.

Molti Paesi hanno già riconosciuto questo problema e cercano di arginare l’impermeabilizzazione, con risultati più o meno buoni. Altri Stati vanno oltre: il quotidiano austriaco “Standard” a gennaio di quest’anno ha pubblicato un articolo (“De-impermeabilizzazione: come far tornare la natura nelle strade e nei parcheggi”) secondo il quale la “de-impermeabilizzazione” sarebbe la soluzione ideale per contrastare la scomparsa del suolo. Esso prevede la rimozione dello strato di asfalto o calcestruzzo da una superficie e la sostituzione con materiale in grado di assorbire l’acqua. In Carinzia, ad esempio, la larghezza di una strada è stata ridotta di 3 metri.

La Baviera ha già iniziato nel 2018 (fonte: comunicazione del ministero bavarese per l’edilizia, anche residenziale, e i trasporti del 30 maggio 2018) a sostenere i Comuni che “risparmiano” superficie in caso di rivitalizzazione di edifici vuoti. Inoltre, è stato introdotto un contributo alla de-impermeabilizzazione, con il quale si incentiva il recupero delle aree stradali troppo grandi come descritto prima. I Comuni bavaresi ricevono dal Land contributi consistenti per misure del genere.

Il miglior modo per contrastare il fenomeno resta comunque quello di evitare di impermeabilizzare il suolo. Se ci chiedessimo più spesso se ne abbiamo veramente bisogno, potremmo evitare di creare danni a priori. In particolare, per quanto riguarda i parcheggi sarebbe opportuno chiedersi se veramente ce ne sono ancora troppo pochi, come viene fatto credere, o se forse ci sono troppe macchine. Questo approccio darebbe spazio a nuove soluzioni che permetterebbero il potenziamento del trasporto pubblico.

Ma, di fatto, purtroppo si costruiscono ancora parcheggi alla grande. A Ponte Adige di recente è stato costruito il “park and ride”, un esempio negativo con impermeabilizzazione totale del suolo. E anche il parcheggio Tetter ad Appiano è appena stato ampliato. Di questi esempi se ne trovano a iosa in tutto l’Alto Adige. Ma sarebbe possibile contrastare questa inutile, ed evitabile, impermeabilizzazione del suolo con alcune alternative. E qui entra in gioco l’impiego di pavimentazioni permeabili.

Nel 2012 la Commissione europea ha pubblicato il documento “Orientamenti in materia di buone pratiche per limitare, mitigare e compensare l’impermeabilizzazione del suolo” nel quale scrive che i parcheggi sono aree ad altissimo potenziale per la realizzazione di superfici permeabili. In particolare, per i parcheggi che non vengono usati durante tutto l’anno, come ad esempio quelli nelle aree sciistiche, si potrebbero impiegare simili materiali. Ma anche i parcheggi utilizzati tutto l’anno potrebbero
essere costruiti in tal modo. I tappeti erbosi rinforzati con ghiaia o grigliati, le pavimentazioni in calcestruzzo con grossi vuoti per l’erba o blocchi permeabili sono alcuni dei metodi meno impattanti. Per evitare inoltre che i parcheggi diventino isole di calore si dovrebbe provvedere a piantare alberi o cespugli.

E se c’è caldo, tanto vale usarlo in modo produttivo. In altri posti lo si è già fatto. Nei Länder tedeschi Renania settentrionale-Vestfalia e Baden-Württemberg dal 2022 vi è l’obbligo di dotare i nuovi parcheggi di tetti con impianti fotovoltaici. In questo modo, il potenziamento delle rinnovabili va di pari passo con l’utilizzo più oculato del terreno.

La necessità di impermeabilizzare va sempre valutata in partenza per poi procedere soltanto dove è indispensabile. Se in futuro in determinate aree, come nei parcheggi, usiamo materiali alternativi, mettiamo a dimora piante e sfruttiamo le coperture, diamo un piccolo contributo a una gestione migliore delle nostre risorse. Inoltre, evitando le isole di calore, offriamo refrigerio alle persone e agli animali, viste le estati sempre più bollenti.

Pertanto il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

  1. di stabilire in una norma regolamentare in materia urbanistica ai sensi dell’art. 21 della legge provinciale 10 luglio 2018, n. 9 (Territorio e paesaggio) che in caso di costruzione di nuovi parcheggi vengano sempre utilizzate superfici permeabili;
  2. di stabilire in una norma regolamentare in materia urbanistica che in caso di costruzione di nuovi parcheggi vengano sempre messi a dimora alberi o cespugli o, in alternativa, si preveda la copertura del parcheggio con pannelli fotovoltaici;
  3. di commissionare uno studio per verificare quante delle superfici impermeabilizzate in Alto Adige possano essere rese permeabili.

Bolzano, 18.05.2022

 

Consiglieri provinciali

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE.

Kürzlich wurde in den Medien berichtet, dass sich die Fronten in Natz verhärtet hätten: Einerseits möchte das BVK Natz einen Teil des NATO-Areals für ein landwirtschaftliches Speicherbecken nutzen, andererseits beharre das Bürgerkomitee auf eine Volksbefragung. Tatsächlich gibt es derzeit aber einen gültigen Konzessionsvertrag mit der Autonomen Provinz Bozen, worin das Land der Gemeinde Natz-Schabs das Areal ausschließlich als Naherholungszone überlässt. Damit ist die Errichtung eines Speicherbeckens prinzipiell ausgeschlossen. Im besagten Medienbericht wird aber angedeutet, dass der BM in Absprache mit dem Gemeinderat auf eine Änderung der Konzession hinarbeite und das Land dies befürworte.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

1. Stimmt es, dass das Land bereit sei, einen Teil des NATO-Areals für ein Beregnungsbecken zur Verfügung zu stellen?
2. Stimmt es, dass Gemeinde und Land die bestehende Konzession zu Gunsten des BVK Natz abändern wollen, noch bevor das Ergebnis der Volksbefragung vorliege?
3. Es solle außerhalb des NATO-Areals ausreichend Flächen geben, wo das landwirtschaftliche Beregnungsbecken errichtet werden kann. Warum pocht das Land nicht auf die bestehende Konzession und wie lässt sich die Zerstörung von einer naturnahen Erholungszone mit den Nachhaltigkeitszielen der Landesregierung vereinbaren?

Bozen, 17.06.2022

Landtagsabgeordnete
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

Hier könnt ihr die Antwort der Landesregierung lesen.

ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

Mit Beginn des Sommers kommt auch der Almbetrieb wieder in Fahrt und mit ihm der angemessene Schutz der Weidetiere vor Beutegreifern. Schutz der Tiere und Förderungen dafür von Land und EU spielen dabei eine nicht unerhebliche Rolle.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wie viel an Förderungen bekommt die Südtiroler Berglandwirtschaft für die Alm- und Weidetätigkeit vom Land pro Jahr? Wir bitten um die Zahlen von 2018-2022!
  2. Wie viel an Förderungen bekommt die Südtiroler Berglandwirtschaft für die Alm- und Weidetätigkeit von der EU pro Jahr? Wir bitten um die Zahlen von 2018-2022!
  3. Sind diese Förderungen an Herdenschutzmaßnahmen gebunden?
    1. Wenn ja, an welche?
  4. Werden diese Auflagen erfüllt und wie wird das garantiert?
  5. Wie erfolgen die Kontrollen?

Bozen, 20.06.2022

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

Hier könnt ihr die Antwort der Landesregierung lesen.