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BuonaScuolaIl Presidente del consiglio Matteo Renzi arriva a Bolzano e Trento proprio nel giorno dello sciopero generale della scuola. Gli insegnanti protestano con forza contro la legge detta “della buona scuola”, che buona non è per nulla.
I Verdi Grüne Verc sono dalla parte di insegnanti, giovani e famiglie che chiedono una scuola pubblica, democratica e di qualità.
I Verdi chiedono al governo di ritirare la proposta di legge e aprire un confronto approfondito con docenti e giovani per una riforma condivisa.
Se la legge Renzi non verrà modificata, i Verdi propongono che la Provincia di Bolzano usi la propria autonomia per recepirne solo gli aspetti positivi, respingendo quei provvedimenti che fanno male alla scuola, alla sua autonomia e alla sua qualità.
Negativi, in particolare, sono i seguenti punti:
– La fissazione per legge, in modo unilaterale, di aspetti che invece appartengono ai contratti da stipularsi attraverso il confronto democratico. Questa eliminazione del corretto confronto sindacale su importanti materie ricorda la legge sul personale provinciale proposta dalla giunta provinciale di Bolzano, che noi Verdi tenteremo di modificare nel dibattito in aula proprio questa settimana.
–  La mancata assunzione di centinaia di migliaia di precari storici della scuola, che dopo anni di lavoro rischiano il licenziamento invece che la promessa stabilizzazione.
– L’elevato numero di deleghe con cui la legge affida al solo governo aspetti fondamentali della riforma scolastica.
– La chiamata, la valutazione e perfino parti dello stipendio dei docenti vengonpo affidati alla discrezionalità dei dirigenti scolastici, contraddicendo i principi di trasparenza, democrazia e buon andamento della pubblica amministrazione.
– Nella scuola di Renzi  la centralità della comunità che apprende (studenti e studentesse e docenti) viene sostituita dalla centralità della dirigenza scolastica, in un improbabile modello aziendalistico e competitivo della scuola.
I Verdi esprimono solidarietà con chi oggi sciopera per una scuola pubblica democratica e di qualità.
BZ, 05.05.2015
Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hans Heiss

Conferenza stampa - legge personaleLa relazione di minoranza dei Verdi al DLP 34/15
„Largamente discussa?“
Questa settimana si discuteranno in Consiglio Provinciale i 53 articoli della nuova legge sul personale. La promessa era stata quella di una „larga discussione“ prima del suo arrivo in Consiglio. Alla fine si sono svolti alcuni incontri della Giunta provinciale con i sindacati (3 secondo i sindacati, „decine“ secondo l’assessora) e un’audizione per la commissione, organizzata letteralmente all’ultimo minuto. Il personale provinciale è stato informato della legge in un clima di insoddisfazione generale. La Consulta della famiglia (presieduta dall’assessora!) ha espresso parere favorevole (ma dai?). Per la commissione legislativa è stato organizzato un incontro preliminare preventivo. In questa occasione si è potuto anzitutto osservare la buona dose di autostima che la Ripartizione Personale ha di sé stessa.
Obiettivo raggiunto?
Quale obiettivo, verrebbe da chiedersi?
Viene generalmente apprezzata, anche da noi Verdi, l’intenzione di raccogliere tutto il materiale legislativo in materia di personale e di creare una specie di testo unico.
Tuttavia ampie parti della legge non recepiscono solo disposizioni di legge ma anche accordi contrattuali come il contratto collettivo intercompartimentale (CCI) o l’ordinamento disciplinare. A questi testi contrattuali viene così attribuito lo status di legge e in futuro potranno essere modificati solo a livello legislativo. La Provincia come datore di lavoro interviene unilateralmente in una materia che va disciplinata con contratti bilaterali – e può farlo unicamente perché è nel con tempo datore di lavoro e legislatore. È chiaro che i sindacati hanno unanimemente condannato questo modo di procedere, soprattutto perché con alcuni passi della legge si è già andati a modificare il CCI. Ovviamente senza il consenso dei sindacati.
A prescindere da questa inaccettabile ingerenza, non si distinguono bene gli obiettivi. Dal testo e dalla relazione accompagnatoria non è chiaro che cosa si intenda ottenere con questa legge. Si parla di un necessario processo di rinnovamento dell’amministrazione (anche l’assessora stessa nelle sue dichiarazioni ha ribadito continuamente che bisogna fare in modo che l’amministrazione sia “pronta per il futuro”), ma da dove debba venire questo rinnovamento non risulta in modo così esplicito.
Conferenza stampa - legge personale 2I 7 „peccati“ della legge –
e le proposte dei Verdi per venirne fuori:

  1. Passare sopra ai contratti collettivi:
    vedi sopra.
    Abbiamo preparato emendamenti per eliminare tutti gli articoli che devono essere lasciati alla negoziazione del contratto collettivo, in modo particolare i diritti sindacali, il regolamento disciplinare e il codice di comportamento.
  2. Mobilità dei dipendenti pubblici
    L’allungamento delle possibili tratte di percorso verso il posto di lavoro di buoni 50 km (!) è una grave interferenza nella quotidianità lavorativa, specialmente per le donne che già troppo spesso hanno una tabella di marcia giornaliera intensa. Con queste misure, le tante promesse della Giunta riguardo la conciliazione famiglia-lavoro si trasformano in bugie e la modifica apportata su proposta di Josef Noggler è solo un palliativo, in più di difficile applicazione.
    Noi chiediamo di eliminare questo articolo o per lo meno di mitigarlo; come minimo assoluto deve essere applicato solo a chi lavoro a tempo pieno.
  3. Permessi per mandato politico
    Il dato di fatto che consigliere e consiglieri comunali non potranno più avere diritto al tempo per preparare le sedute del Consiglio comunale è una punizione non accettabile dell’impegno politico. Un buon lavoro in Consiglio comunale richiede tempo e approfondimenti, soprattutto, anche se non solo, per chi lavora all’opposizione. Si potrebbe addirittura pensare che proprio qui si vogliano vanificare gli sforzi e il potenziale. Non sono buoni presupposti per le elezioni comunali 2015!
    Noi chiediamo che si conservino i permessi, così che almeno i/le dipendenti provinciali possano prendere davvero sul serio anche in futuro la loro eventuale funzione di consigliere/a. In una proposta di minima chiediamo di concedere almeno una mezza giornata libera per settimana di consiglio. Se non verrà accolta nemmeno questa, presto i consigli diventeranno una riserva di benestanti, pensionate/i e/o di gente comunque non preparata che si ridurrà a dire sì a tutto.
  4. Il diritto a corsi di aggiornamento deve restare esplicitamente assicurato e non solo espresso come generico valore senza garanzie.
  5. Apprezziamo che le attività extraservizio dei dipendenti provinciali siano in futuro regolate in un modo più libero e meno burocratico. Non possiamo però accettare il fatto che una vera gestione libera venga concessa solo a chi lavora in agricoltura.
    Chiediamo quindi che alle attività extraservizio in agricoltura vengano equiparate anche le attività di assistenza e di lavoro culturale o sociale e nei servizi. La posizione privilegiata dell’agricoltura al giorno d’oggi non ha più diritto di esistere.
  6. La vecchia malattia delle norme „ad hoc“ anche nell’era della nuova Giunta non sembra ancora del tutto estinta. Sia l’articolo che tratta gli incarichi ai provinciali in pensione che lo strano tentativo di sanare i dirigenti tecnico-assistenziali fanno sospettare che qui si voglia legiferare su misura per persone ben precise. Lo stesso si pensava per gli autisti, le collaboratrici e i collaboratori dei membri della Giunta Provinciale e per i loro „giornalisti privati“. Che questi ultimi incarichi non fossero opportuni la Giunta lo ha capito in tempo e il famigerato articolo 11 è stato stralciato dalla legge.
  7. Stupisce, di contro, il vecchio trucco con cui si è reagito alle proteste intorno alle disposizioni finanziarie. Impiegate/i e sindacati hanno protestato contro il fatto che i costi aggiuntivi di 1,5 milione venissero accollati al personale (in analogia al 2012 quando si tentò lo stesso provvedimento con conseguenti proteste pubbliche). Ora l’articolo è stato riformulato e figurano solo i numeri dei capitoli di spesa con cui si finanzieranno i costi aggiuntivi. Sono, guarda caso, i capitoli del personale. E per il futuro si rimanda solo genericamente alla legge finanziaria e quindi non si ha nessuna certezza che alla fine si investirà sul personale… risparmiando sul personale…

Non tutto va criticato. Il patto generazionale, l’assunzione di persone con diverse abilità e le semplificazioni in materia di attività extraservizio sono approcci positivi. E anche il lavoro in commissione legislativa ha portato a qualche miglioramento, ad esempio
Il Trattamento economico legato alla produttività individuale, per il quale è stato inserito, su nostra proposta, l’obbligo all’applicazione trasparente del premio di produzione che altrimenti diventerebbe facilmente uno strumento di potere. Resta aperto il raggio di azione di questa norma e le perplessità intorno, ad esempio, a come si gestiranno gli scatti.
Si è tolto il divertente passaggio per cui bisognerebbe dichiarare il patrimonio azionistico dei propri „parenti“.
Conclusioni
Molto resterebbe comunque da migliorare. In particolare si sarebbe potuto usare questa occasione per dare davvero una direzione alla gestione del personale in Provincia, stabilendo delle linee chiare e una visione d’insieme.
Invece restano aperte le questioni di fondo:
In futuro si lavorerà meglio nell’amministrazione provinciale? L’apparato dirigenziale “dell’azienda Provincia” lavorerà in modo più efficiente? Ci saranno meno sovrapposizioni e meno conflitti di competenza? In Provincia si potrà lavorare guardando maggiormente al risultato e nell’ottica di una maggiore partecipazione? Le parti sociali riusciranno ad avere tra di loro un rapporto più equilibrato e corretto?
Dalla legge non si desume in modo chiaro come sarà l’amministrazione provinciale del futuro. Piuttosto resta l’impressione che questa legge non sia l’inizio di una nuova epoca ma la perpetuazione del passato.
Se siamo arrivati al termine di un’era – con riferimento alle pensioni potremmo dire “se un’era è stata messa a riposo” – oppure se il suo spirito continuerà ad aleggiare e a farsi sentire, lo vedremo nelle prossime leggi sul personale e sulla riforma amministrativa. È da queste leggi che potremo valutare se l’amministrazione è veramente “pronta per il futuro”. Se lo fosse, sarebbe di fatto un bel traguardo.
Bolzano, 4 maggio 2015
Cons. Prov. Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba, Hans Heiss