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Ritiro di Richard Theiner: è tempo di cambiamenti

Nel ritiro di Richard Theiner si ritrovano tutte le ombre dell’ultima era Durnwalder: l’uscita di Theiner dalle primarie Svp non è solo la conseguenza di una schermaglia tra lui e lo sfidante Arno Kompatscher. È soprattutto il risultato dei continui conflitti in Giunta e del dominio assoluto di Durnwalder. A subire le conseguenze di questo stile di governo e dell’indebolimento del futuro presidente della giunta, chiunque esso sia, non è solo l’SVP, ma tutta la provincia.

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  • Il post su Facebook di Arno Kompatscher, sicuramente irriverente, è stato solo l’ultima “goccia” per la decisione di Theiner. Già molti osservatori hanno notato che Theiner aveva presentato la propria candidatura in ritardo, in modo esitante e timoroso. E ora si ritira, con grande nervosismo. Theiner ha la stoffa del mediatore, del tessitore di reti con un buon potenziale per le riforme, ma mirare alla guida della provincia è stato fare il passo più lungo della gamba, come lui stesso sa bene.
  • Il ritiro non è però solo espressione di una personalità timida e troppo cauta, ma anche il risultato di anni di dominio e pressione da parte del Presidente della Provincia. Per più di vent’anni, Durnwalder ha disciplinato e punito pressoché tutti i propri assessori e i possibili successori. Lo possono ben testimoniare Achmüller e Saurer, così come Hans Berger e Alois Kofler da tempo scomparso dalla scena. Tra le poche eccezioni possiamo citare Remo Ferretti, da poco deceduto, il quale godeva del pieno rispetto di Durnwalder. L’autoesclusione di Theiner, a causa della sua posizione sulla politica energetica, è sicuramente l’ultimo di una serie di contrasti con Durnwalder. Come Arnold Schuler dopo la mancata nomina ad assessore, così ora anche Theiner ha tirato le somme. Molto meglio sarebbe stato affrontare prima di petto le divergenze con Durnwalder, per la necessaria (e già molto in ritardo!) democratizzazione del Sudtirolo, per una politica più pulita, trasparente e libera da clientelismi. Il chiarimento senza riserve dello scandalo SEL, promesso da Theiner, non è mai avvenuto, né all’interno del partito, né del governo, ma è stato lasciato alla giustizia, ai media e non da ultimo all’opposizione – ai Verdi prima di tutti.

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  • Il candidato Kompatscher ha ora il compito di avviare una nuova politica. Non ha commesso “parricidio”, né ha gettato fango contro Theiner, come questi sostiene, ma ha semplicemente lasciato cadere una considerazione irriverente, tutt’al più inopportuna, nell’ambito di una competizione fino a oggi piuttosto mite. Sempre che riesca a farsi eleggere all’interno del partito e alle elezioni provinciali, il suo compito sarà quello di cambiare lo stile di governo, spingere per più democrazia, lavoro di gruppo, trasparenza nelle decisioni, maggiore giustizia e meno supporto a cordate e lobbie. Dovrà anche prendere con forza le distanze dallo stile di guida e dalla politica del suo predecessore, con un giudizio deciso sui punti di forza e di debolezza dell’era Durnwalder. A questo proposito un esempio di rilievo: Angela Merkel in Germania è riuscita a diventare la figura di riferimento del suo paese solo dopo una tagliente critica al “patriarca” Kohl e alle sue pratiche. Un tale processo di demarcazione da Durnwalder e dal suo stile politico non è solo necessario per la personalità di Kompatscher, per la sua credibilità e per il bene del suo partito, ma per tutta la provincia. La collaborazione con il presidente della SVP è altrettanto necessaria, così come quella con le altre forze politiche, anche di quelle libere da populismi e orientate a un’opposizione basata sui fatti concreti.

Bolzano, 3 aprile 2013

Hans Heiss
Riccardo dello Sbarba

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