HomeComunicati stampaGiudichiamoli dai fatti! Perché la legge sulla democrazia diretta è la prova del nove per Arno Kompatscher e come questa legge potrebbe cambiare la vita democratica della nostra provincia

Giudichiamoli dai fatti! Perché la legge sulla democrazia diretta è la prova del nove per Arno Kompatscher e come questa legge potrebbe cambiare la vita democratica della nostra provincia

E’ l’ultimo tra i tanti tentativi di riformare i processi partecipativi nella nostra provincia. Dopo un ping pong di un anno tra iniziative dei cittadini e delle cittadine (le cui proposte sono state bocciate dalla maggioranza politica) e i progetti di legge della stessa maggioranza (respinti dal voto popolare), la 1a Commissione legislativa ha deciso di intraprendere una strada completamente nuova.
La vecchia dialettica è stata messa da parte, insieme al conflitto maggioranza-opposizione. Magdalena Amhof e Brigitte Foppa hanno costituito un gruppo di lavoro che, insieme a cittadini e cittadine e, in una seconda tornata, con vari gruppi di interesse, ha raccolto e sistematizzato i desideri e le proposte per una più efficace partecipazione democratica.

La legge

A partire da questo processo le consigliere (cui nella parte finale è stato affiancato anche Sepp Noggler) hanno redatto un disegno di legge.

La legge riforma radicalmente la prassi democratica in Alto Adige attraverso le seguenti novità:

  1. Come strumenti di democrazia diretta sono previsti:
  • Il referendum abrogativo
  • Il referendum propositivo
  • La consultazione popolare
  • Il referendum confermativo (= il popolo decide su una legge prima che entri in vigore.
    Con la limitazione che vale solo per leggi che non sono state votate in Consiglio Provinciale con la maggioranza dei due terzi e se 300 promotori o 13 consiglieri provinciali lo richiedono)
  • La consultazione popolare sulle delibere della Giunta Provinciale.
    Con la limitazione che vale soprattutto per delibere di una certa entità (quindi con investimenti sopra i 25 milioni o costi correnti di 2,5 milioni annuali)
  1. Si abbassano le soglie di accesso, viene facilitata la raccolta di firme, si abbassa il quorum, si aumentano i rimborsi:
  • Il numero di firme necessario viene abbassato a 8.000 per tutti i tipi di referendum (dalle attuali max 13.000)
  • Per la raccolta delle firme ci si deve attenere alla legge nazionale, ma sarà possibile depositare la propria firma in tutti gli uffici dei Comuni.
  • Il quorum viene abbassato al 25% (dagli attuali 40%).
  • Il rimborso spese per la raccolta firme viene aumentato (dagli attuali 50 centesimi per firma a 1 Euro)
  • Sarà più facile anche capire su cosa si vota: Il quesito sarà formulato in modo chiaro e comprensibile.
  1. Si potranno istituire dei Consigli dei cittadini e delle cittadine. Saranno gruppi di min. 12 persone sorteggiate tra la popolazione per dare un parere su progetti esecutivi o di legge.
  2. In seno al Consiglio Provinciale sarà istituito l’ufficio per la partecipazione e la formazione politica che:
  • Ha il compito di informare in modo completo e corretto sui referendum in corso, di organizzare serate informative, di redigere l’opuscolo informativo che sarà mandato a tutte le famiglie.
  • Aiuta e sostiene i promotori di referendum, anche con consulenza legale.
  • Coordina le attività di formazione politica ed educazione alla cittadinanza attiva in provincia.

Mentre l‘altro processo partecipativo di questa legislatura, la Convenzione sull’autonomia, pur annunciata in pompa magna, è tristemente fallito, questo processo molto più modesto ha portato a un risultato rispettabile. È quindi la dimostrazione che le forme di partecipazione funzionano – se chi li porta avanti ci crede per davvero.

Ora il disegno di legge è in Consiglio.

Per diversi motivi è un banco di prova per la maggioranza, per il gruppo SVP (ma anche per il PD, se solo esistesse!) e per il Landeshauptmann.

Un nuovo tipo di politica – è stato detto

La grande promessa di Arno Kompatscher è stata quella di un nuovo modo di fare politica. Queste sono le parole esatte scritte nel programma elettorale SVP: “La nostra risposta è prendere più sul serio i cittadini e informarli. La formazione delle decisioni politiche non deve essere limitata a pochi. La politica riguarda tutti noi! (…) Accogliamo con favore gli strumenti della partecipazione civica e della democrazia diretta come complemento del processo decisionale della democrazia rappresentativa”.
Il loro motto elettorale era: “Conservare quel che c’è di buono, osare il nuovo”.

Di più: nella sua dichiarazione programmatica, il nuovo Presidente Kompatscher aveva dedicato la parte finale proprio al tema dei processi partecipativi. Ha anche parlato di un nuovo modo di scrivere le leggi. Voleva migliorare il lavoro del Consiglio e coinvolgere di più tutti i gruppi politici, oltre il confine tra maggioranza e opposizione.

Con l’eccezione della legge sulla democrazia diretta, è rimasto tutto lettera morta. Non c’è mai stata una pratica legislativa così confusa, affrettata e disorganizzata come in questa legislatura. Fino alla fine, non abbiamo capito se il caos legislativo  fosse dovuto a una cattiva gestione o se facesse parte di una strategia. Alternative queste l’una peggio dell’altra, che fanno fortemente dubitare sulla capacità di governo della Giunta provinciale.
Arno Kompatscher nella sua dichiarazione programmatica  parlò  anche di gruppi di lavoro ad hoc, da  istituire in Consiglio, composti da membri della maggioranza e dell’opposizione – un metodo nuovo che egli presentò come “particolare desiderio personale”.

Magdalena Amhof e Brigitte Foppa su questi punti hanno preso in parola il Landeshauptmann. Il Gruppo di Lavoro per la democrazia diretta è stato l’unico che è stato istituito in Consiglio e anche l’unico che ha prodotto un risultato. Le reazioni del Presidente a questo risultato, tuttavia, sono state sorprendenti. Ai media ha fatto sapere che il progetto non gli piace. Ad oggi, non vi è alcun segnale di sostegno da parte sua. Ciò indica fino a che punto si è allontanato dall’ Arno Kompatscher del 2013, sia in termini di contenuto (parola chiave: “politica di tipo nuovo”) che di metodo (gruppi di lavoro con nuovo strumento decisivo nel Consiglio). A rendere per buono quel che promise allora  – cosa che noi vogliamo credere.

Pertanto, la prossima settimana ci farà capire molte cose:
– Quanto è credibile la SVP come partito di governo.
– Come mantiene le sue promesse.
– Come gestisce la sua dialettica interna.
– Come si comporta con i e le componenti del suo gruppo.
– Quanto sono importanti le cittadine e i cittadini nel tempo che intercorre tra una elezione e.l’altra e quanto seriamente vengano presi i processi partecipativi.

E infine, saremo in grado di leggere qualcosa di molto speciale, vale a dire come il potere cambia non solo le opinioni, ma anche le persone stesse: questo dovrebbe essere l’argomento più convincente per rafforzare la democrazia diretta e la partecipazione.

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“L’Alto Adige pe
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