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Il dibattito sulle iscrizioni di bambini e bambine „non-tedeschi/e“ nelle scuole materne tedesche apre svariate questioni tipiche della politica scolastica sudtirolese degli ultimi decenni. Ora più che mai è evidente quanto la politica della separazione poggi su tantissime contraddizioni e regole di facciata. I provvedimenti che stanno prendendo forma in questi giorni, così come li vorrebbe la SVP („precedenza“ a bambini e bambine tedeschi nelle scuole materne tedesche e distribuzione gestita centralmente di bambine e bambini “non-tedeschi” anche su scuole materne situate lontano dal luogo di residenza della famiglia), proseguono su questa linea. Così in due interrogazioni abbiamo posto alcune domande alla Giunta.
La prima e più importante domanda, che sta alla base di tutto il dibattito, è la seguente:

  • Come verrà stabilita la “tedeschità” di bambine e bambini?

Perché non possiamo immaginare che si sia pensato di valutare le competenze linguistiche di bimbe e bimbi sotto i 2 anni. Ci si baserà quindi sull’autocertificazione dei genitori? Come si intende verificare la “veridicità” di tale certificazione? E poiché la realtà sudtirolese conosce anche famiglie i cui i genitori hanno diversa madrelingua, poniamo di conseguenza la seconda domanda:

  • Bambini e bambine che crescono plurilingui verranno considerati “tedeschi”?

Se si parte dal presupposto che i genitori facciano un’autocertificazione, sorge spontanea una terza domanda:

  • Che cosa succede se, dopo l’inizio dell’anno scolastico, viene appurato che un bimbo o una bimba non parla “sufficientemente bene il tedesco”? Decide poi davvero il consiglio della scuola materna secondo l’art. 22 della legge provinciale n. 36/1976?

Se questo organo collegiale, composto da personale della scuola materna, rappresentanti del Comune e dei genitori, sia davvero adeguato a prendere decisioni sull’esclusione di bambini/e dalla scuola per motivi linguistici è perlomeno dubbioso, soprattutto se si pensa che alcuni genitori possano/debbano decidere sul destino di bambini/e di altri genitori.
Se poi si osserva da vicino l’organo del consiglio della scuola materna, si trova nella legge n. 36 del 1976 all’art. 23 che ne possono essere membri solo genitori “di lingua materna corrispondente alla scuola”. Ne conseguono quindi ulteriori domande:

  • Come viene appurata la “madrelingua” dei membri del consiglio della scuola materna?
  • Persone cresciute plurilingui vengono automaticamente considerate “madrelingua” secondo la norma citata?
  • Come viene garantita la “madrilinguità” richiesta, se nessun genitore “tedesco” si rende disponibile per la rappresentanza nel consiglio della scuola materna?

Una cosa è certa: più a lungo si starà attaccati al modello di divisione all’interno del sistema scolastico sudtirolese, più si rimarrà invischiati in queste contraddizioni e si resterà lontani da una soluzione veramente rivolta al futuro.
Bolzano, 26.07. 2017
Brigitte Foppa, Hans Heiss, Riccardo Dello Sbarba

Breve guida verde nella giungla di norme

Nel corso della odierna conferenza stampa del Gruppo Verde, Hans Heiss, Riccardo Dello Sbarba e Brigitte Foppa hanno commentato la legge sull’assestamento di bilancio che verrà discussa nella sessione di Consiglio provinciale di questa settimana. Heiss, membro della 3a commissione competente, ha illustrato la sua relazione di minoranza in cui tratta la complessità e la grande varietà di temi presenti nel disegno di legge. Tra le altre cose afferma:

Da questo disegno di legge emergono chiaramente l’eterogeneità normativa, l’esame frettoloso e disorganico, il sovraccarico di lavoro per estensori e commissione, che poi avranno inevitabilmente un prosieguo in aula. Il prezzo da pagare per i vantaggi pratici offerti da leggi finanziarie di questo tipo è molto alto: mancanza di trasparenza, arbitrarietà e allontanamento della politica dai cittadini, che sempre più si ritrovano ad essere spettatori confusi di maneggiamenti politici incomprensibili. E intanto in Alto Adige/Südtirol il divario tra rappresentanti eletti/e e gente comune continua a crescere rischiando di divenire incolmabile.

Le disposizioni per l’assestamento di bilancio sono servite per l’ennesima volta ad apportare modifiche e miglioramenti ad altre leggi esistenti. Il disegno di legge tratta una grande varietà di temi dalla formazione alla sanità, dall’energia al sociale, dal commercio alla mobilità. Durante la conferenza stampa i consiglieri e la consigliera sono intervenuti sui punti più critici. Tutti i dettagli sono spiegati in modo molto completo nella relazione di minoranza.
Bolzano, 25.07.2017

Il sistema scolastico separato è agli sgoccioli

Da molti anni noi Verdi ci impegniamo con decisione per un rinnovamento radicale del sistema scolastico sudtirolese, i cui obiettivi principali, in una provincia con più gruppi linguistici, dovrebbero essere la comprensione reciproca, la contaminazione culturale e il plurilinguismo. In Alto Adige/Südtirol si persiste in modo cocciuto nell’impostazione basata sulla divisione e sul vivere fianco a fianco. I sistemi scolastici restano separati, malgrado i richiami da parte della popolazione che richiede da tempo e con costanza modelli diversi.
Questo atteggiamento conservatore, avverso al rinnovamento, mostra ormai da tempo grossi limiti e le conseguenze negative sono ormai evidenti.
Già i risultati dello studio KOLIPSI mostrano in tutta la loro spietata durezza che la divisione tra i gruppi linguistici porta a paure, ignoranza e riduce le prestazioni linguistiche. Il fatto che oggi una classe di una scuola materna tedesca sia composta tutta da bambini e bambine non tedeschi mostra in tutta la sua contraddizione il collasso definitivo di questo sistema separato. I genitori si gestiscono ormai da tempo in modalità mutuo aiuto e iscrivono i loro bambini e le loro bambine nelle scuole materne dell’altra lingua. Non ci potrebbe essere segnale più chiaro da parte della popolazione. Da tempo lo avevamo previsto: ora siamo arrivati alla scuole plurilingue (però in modalità Do-it-yourself).
A ragione la Giunta si sente obbligata ad agire. Eppure rimane immobile nella sua impostazione. Invece di riconoscere i chiari segnali del tempo e di dare ascolto alle richieste da parte di molti genitori per un vero e funzionante sistema scolastico plurilingue, verranno presi dei provvedimenti rapidi e miopi per arginare il fenomeno. Il trend però proseguirà così che a breve o lungo termine sono pensabili solo due soluzioni: o si ricorrerà a persistenti strategie radicali e reazionarie – con le conseguenti arrampicate sugli specchi che in parte potranno anche mettere in discussione la libertà di scelta dei genitori prevista dallo Statuto di autonomia e il diritto allo studio previsto nella Costituzione; oppure la maggioranza oserà finalmente fare il passo nella direzione di un sistema scolastico e di formazione plurilingue, così come la società desidera da tempo.
Finora né la Giunta, né gli assessori Achammer e Tommasini hanno fatto una piega in questo senso. Chiediamo quindi di dare seguito finalmente alle richieste chiare di molti genitori e di progettare percorsi rivolti al futuro nella politica dell’istruzione della formazione, invece di fossilizzarsi nelle vecchie dinamiche e posizioni. I tempi per una scuola plurilingue, almeno come opzione, sono più che maturi.
24.07.2017
Brigitte Foppa
Hans Heiss
Riccardo Dello Sbarba

Giunta provinciale: troppe decisioni fondamentali prese a colpi di “delibere fuori sacco”.
La giunta Kompatscher si era presentata annunciando un nuovo stile, caratterizzato da trasparenza e partecipazione. Nel corso del tempo queste promesse sono tramontate, tanto che la Giunta non riesce a introdurre partecipazione e trasparenza neppure nei propri atti interni. Ci riferiamo al ricorso – assai sospetto – a “delibere fuori sacco” per decidere su molte delle patate bollenti della legislatura: dall’energia (riassegnazione delle concessioni taroccate, riorganizzazione del settore con fusione Sel-AEW) all’affare Brennercom (con lo scontro e poi il compromesso con l’Athesia), dalla sanità (compresa la chiusura dei punti nascita) all’inceneritore di Bolzano (compresa la decisione di bruciare i rifiuti del Trentino), dal commercio (partita Aspiag) a fondamentali decisioni finanziarie (come il “Patto di Garanzia” col governo, le Poste, la RAI ecc…).
Tutto deciso con l’anomalia di “delibere fuori sacco”, cioè con delibere che non erano previste sull’ordine del giorno distribuito il venerdì per la seduta di giunta del martedì successivo, ma che vengono presentate dal singolo assessore solo all’ultimo momento, durante la seduta di Giunta del martedì mattina. Così, mentre le delibere già previste vengono comunicate diversi giorni prima e ciascun/a componente della Giunta può leggerle e prepararsi, le delibere fuori sacco sono come un blitz nell’ultimo minuto a cui dire sì o no in pochi minuti, senza aver letto prima e essersi potuti preparare.
Quelle “fuori sacco” sono dunque le delibere meno trasparenti e partecipate, votate praticamente a occhi chiusi. Il Gruppo Verde ha chiesto alla giunta l’elenco delle decisioni prese con “delibere fuori sacco” dall’inizio di questa legislatura ad oggi. E ciò che salta all’occhio leggendo l’elenco (allegato) è che con questo tipo di delibere sono state prese quasi tutte le decisioni più delicate di questa legislatura. Tra l’altro, esaminando i contenuti di tali delibere, non si vede dove stia l’urgenza che giustificherebbe l’uso delle delibere dell’ultimo momento, che sembrerebbero invece fatte a posta per essere approvate senza che nessuno abbia il tempo di rendersi bene conto di quel che significano.
Ci meraviglia che nessun assessore/a si sia ribellato a questa brutta abitudine e non abbia preteso che le decisioni, soprattutto quelle fondamentali, tornino a passare da normali delibere annunciate per tempo.
Dalla risposta e dagli allegati 1 e 2 si può leggere il contenuto di ognuna di queste „delibere fuori sacco“.
Di seguito un riassunto di quelle più importanti:
In materia finanziaria, tutta la vicenda che ha portato al cosiddetto “Patto di Garanzia” del 2014, con il contributo di 800 milioni all’anno da parte della Provincia per il risanamento del bilancio dello Stato, e le varie misure attuative che ne sono derivate. Con “delibera fuori sacco” è stato dato il via libera alla Giunta di sottoscrivere il patto e poi l’assenso alla legge di riforma del titolo IV dello Statuto di autonomia. Con “delibere fuori sacco” sono stati poi approvati: i finanziamenti ai comuni confinanti, l’intesa con finanziamenti con la Regione Lombardia per un possibile tunnel sotto lo Stelvio, il subentro della Provincia allo Stato per la convenzione con la RAI per i programmi in lingua tedesca e ladina, la convenzione per la provincializzazione delle Poste, l’ulteriore accordo per la ripartizione dei contributi alla finanza pubblica del 2016.
Oltre a queste, “fuori sacco” sono state approvate le leggi finanziarie del 2014, il piano di gestione del bilancio di previsione 2015, il bilancio di previsione per il triennio 2017-2019, varie modifiche e applicazioni del Durp, le riduzioni dell’aliquota IRAP 2014, le funzioni di controllo e indirizzo della società “Alto Adige Finance” (250 milioni), le indennità per le persone nominate in enti e società pubbliche, le indennità di carica e di missione dei componenti della giunta provinciale
Sulla sanità, con delibere fuori sacco è stata decisa la chiusura del punto nascita di San Candido, sono stati definiti i criteri per gli altri punti nascita, numerose misure sui vari settori dell’Azienda Sanitaria, le nomine dei vari direttori e direttrici sanitarie sia a livello centrale che in alcuni comprensori come la discussa Bressanone, le due leggi del 2017 di riordino dell’intero sistema sanitario, le diverse misure per il reclutamento e la formazione del personale medico e per la medicina di base.
In materia di energia, l’intero piano di riorganizzazione del settore dopo lo scandalo SEL e la decisione della fusione AEW-SEL, i vari ritiri dei ricorsi presso il Tribunale delle acque, la riassegnazione all’imprenditore Frasnelli della centrale di Sant’Antonio, la riassegnazione a SEL delle altre 12 grandi centrali idroelettriche ex ENEL ed EDISON le cui concessioni erano state manipolate nell’ambito dello Scandalo SEL, il piano tutela delle acque che stabilisce i fiumi utilizzabili per nuove centrali, la cessione della rete elettrica di SELNET ai comuni della Venosta
Affare Brennercom: con delibere dell’ultimo minuto è stata decisa nel 2015 l’impugnazione della decisione di Brennercom di estromettere la Provincia e poi l’accordo quadro e infine nel 2016 la spartizione di Brennercom tra Provincia e Athesia con la scissione della società.
Sul commercio, la partita Aspiag con l’approvazione dei ricorsi del 2016 contro le concessioni edilizie rilasciate dal Comune di Bolzano all’Aspiag stessa.
Sull’inceneritore, la convenzione con Ecocenter per la gestione e la delibera con cui si sono aperte le porte ai rifiuti trentini, in violazione del piano provinciale rifiuti e degli accordi stipulati a suo tempo col comune di Bolzano.
Oltre a questi temi, con delibere fuori sacco sono stati decisi diversi ricorsi, diverse modifiche urbanistiche su territori comunali, la concessione del Forte di Fortezza per l’osservatorio del Tunnel di Base del Brennero, una vicenda di cave a Natz Sciaves, la concessione di numerosi contributi, le discusse convenzioni con la società Informatica Alto Adige, le convenzioni con le Ferrovie dello Stato per i servizi ferroviari, la gara per la gestione dei rifugi alpini, diverse nomine in enti consigli di amministrazione e consulte. Fuori sacco è stata affrontata anche la controversa questione dello spargimento di letame nei siti “Natura 2000”.
E infine, la ciliegina sulla torta: con “delibera fuori sacco” è stato nominato il dott. Marco Papparlardo a direttore dell’Agenzia stampa e comunicazione della Giunta!
Tutto con delibere gettate all’ultimo momento sul tavolo della riunione di Giunta! Era forse questo il “nuovo stile” annunciato dalla Giunta a inizio legislatura?
Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba, Brigitte Foppa, Hans Heiss