HomePosts Tagged "sanitá"

INTERROGAZIONE
La competenza sul cantiere del nuovo ospedale di Bolzano è passata a fine 2019 dall’assessore Bessone (Edilizia) all’assessore Widmann (Sanità). Uno dei motivi del passaggio è stato quello della scarsità di personale che caratterizzava l’unità “Incarico speciale Ospedale di Bolzano”: lo stesso assessore Bessone aveva assicurato che così “il dipartimento Sanità potrà mettere a disposizione più personale” per portare a termine questo incarico. Ora si scopre che questo aumento di personale non avverrà con risorse interne alla ripartizione sanità, ma col ricorso a professionisti esterni. In sostanza, la gestione del mega cantiere per le nuove parti dell’Ospedale di Bolzano viene esternalizzata e privatizzata. La ricerca di mercato per l’affidamento a terzi del servizio è stata lanciata il 19 dicembre 2019 e dovrebbe essere conclusa nel momento in cui questa interrogazione riceverà una risposta.
Il bando di gara è il nr. 468/2019 ed ha come oggetto: “Indagine di mercato mediante avviso pubblico per l’individuazione degli operatori economici da invitare alla procedura negoziata per l’affidamento del servizio di supporto amministrativo e organizzativo al responsabile unico del procedimento per l’espletamento delle procedure amministrative di affidamento e di gestione dei contratti dell’Incarico speciale Ospedale Bolzano”. L’incarico ha come base d’asta 210 mila euro all’anno più Iva.
Si cerca un soggetto professionale che fornisca tre professionisti nelle discipline ingegneria, giurisprudenza e scienze dell’amministrazione (i tre professionisti dovranno coprire almeno due di queste discipline) e questi potranno essere presenti in ogni momento presso gli uffici dell’Incarico speciale Ospedale di Bolzano: quindi avremo consulenti privati che opereranno all’interno di uffici pubblici provinciali.
Questo pool privato avrà ampi poteri di gestione, fino a poter affidare incarichi diretti per l’esecuzione dei lavori (tranne quelli che per le loro dimensioni devono essere messi a gara), il controllo della loro esecuzione e la liquidazione dei compensi.
Infatti, la descrizione dell’incarico è la seguente:
“Servizio di supporto amministrativo e organizzativo al responsabile unico del procedimento per l’espletamento delle procedure di affidamento non ad evidenza pubblica e nelle procedure di gestione amministrativa dei rapporti contrattuali con appaltatori e fornitori dell’Incarico speciale Ospedale di Bolzano.
Il servizio si articola nelle seguenti prestazioni:
1. affidamento degli incarichi agli operatori economici per lavori, forniture e servizi (escluse le procedure ad evidenza pubblica),
2. affidamento degli incarichi a tecnici liberi professionisti ed esperti (escluse le procedure ad evidenza pubblica),
3. concorsi di idee e progettazione,
4. assistenza e affiancamento operativo del Rup (responsabile unico del procedimento), nella stipulazione dei contratti per lavori, forniture e servizi per l’incarico speciale,
5. attività di segreteria e verbalizzazione con riguardo alle procedure di affidamento e ai concorsi di cui ai numeri 1, 2 e 3,
6. assistenza e affiancamento operativo del Rup nella vidimazione e liquidazione delle note onorario dei tecnici liberi professionisti ed esperti,
7. assistenza e affiancamento operativo del Rup nella verifica e liquidazione delle fatture per lavori, forniture e servizi nonché provvedimenti per l’inventariazione dei beni mobili degli edifici,
8. assistenza e affiancamento operativo del Rup nella soluzione di questioni amministrative e provvedimenti connessi dalla stipulazione del contratto fino al collaudo finale, autorizzazione al subappalto, atti aggiuntivi, cessione di credito, trattamento delle riserve, accordo bonario, risoluzione del contratto, svincolo delle fideiussioni ecc…
Le prestazioni elencate si intendono esemplificative e non esaustive”.

Come si vede, importantissimi e delicate funzioni amministrative, come affidamenti di incarichi, verifiche e liquidazione di parcelle, che coinvolgeranno numerosissimi operatori economici, professionisti, imprese, esperti ecc.…, cioè funzioni in cui è da garantire la massima indipendenza e imparzialità, vengono affidate a un gruppo di privati professionisti.
Per reclutare queste persone, vengono indicati criteri che restringono molto la possibile platea: infatti il soggetto che fornisce questi tre professionisti, laureati nelle materie indicate, deve aver eseguito, negli ultimi tre anni, servizi analoghi a quello del bando di gara per un importo non inferiore a € 120.000 a favore di enti tenuti ad osservare la normativa in materia di contratti pubblici, di cui almeno la metà (pari a € 60.000) deve essere stato svolto a favore di enti pubblici aventi sede nella Provincia autonoma di Bolzano dove è obbligatorio l’uso congiunto della lingua italiana e tedesca, nonché aver avuto, sempre negli ultimi tre anni, un organico medio annuo non inferiore a sei persone, pari al doppio del personale richiesto per l’incarico.
Viene da chiedersi quante sono le società che hanno questi requisiti, se sono in numero sufficiente da garantire concorrenzialità nella gara e possibilità di ampia scelta da parte dell’ente pubblico, oppure che i soggetti dotati di idonei requisiti siano molto pochi, o magari uno solo, al che la gara si trasformerebbe in una pura formalità. Del resto, nello stesso bando questa possibilità non viene esclusa, poiché vi si legge che “La procedura verrà avviata anche in presenza di una sola manifestazione di interesse”!
Per la scelta, inoltre, la Provincia si riserva la possibilità di decidere in base a un criterio molto generico: “”Prima della stipula del contratto il RUP accerterà in ogni caso la capacità effettiva dell’operatore economico alla prestazione ineccepibile del servizio in oggetto in entrambe le lingue ufficiali della Provincia”. In basi a quali criteri si possa considerare “ineccepibile” la prestazione, non è detto e dunque si aprono sensibili margini di discrezionalità.
Nel settore della sanità l’assessore Widmann sembra dunque aver impresso una forte spinta verso la privatizzazione. Infatti, oltre a risolvere il problema dei tempi di attesa con le convenzioni con le cliniche private, si procede a esternalizzare funzioni propriamente pubbliche come il cantiere dell’Ospedale di Bolzano, in perfetta continuità con il precedente ricorso alla consulenza esterna decisa dalla Asl per la riorganizzazione delle sette sale operatorie negli ospedali di Bolzano, Bressanone, Brunico e Merano. E meraviglia che una amministrazione provinciale con migliaia di dipendenti si senta costretta ad affidarsi a consulenti esterni per alcune attività amministrative. Non è superfluo ricordare infatti che la normativa in materia prevede che la pubblica amministrazione possa ricorrere e incarichi esterni solo nel caso che non abbia al suo interno le competenze necessarie per farvi fronte: la Provincia non dispone forse di sufficienti professionisti nelle materie come ingegneria, giurisprudenza (!) o scienza dell’amministrazione (!!)?

Tutto ciò premesso,
Si chiede quindi alla Giunta provinciale:

  1. La Provincia sa quanti “operatori economici” siano in grado di rispondere ai criteri richiesti dal bando nr. 468/2019 e in particolare: “Disporre di tre professionisti nelle materie indicate, aver eseguito, negli ultimi tre anni, servizi analoghi a quello del bando di gara per un importo non inferiore a € 120.000 a favore di enti tenuti ad osservare la normativa in materia di contratti pubblici, di cui almeno la metà (pari a € 60.000) deve essere stato svolto a favore di enti pubblici aventi sede nella Provincia autonoma di Bolzano dove è obbligatorio l’uso congiunto della lingua italiana e tedesca, nonché aver avuto, sempre negli ultimi tre anni, un organico medio annuo non inferiore a sei persone, pari al doppio del personale richiesto per l’incarico?
  2. Se la Provincia non riesce a rispondere all’intera domanda n. 1, sa almeno indicare quanti “operatori economici” abbiano negli ultimi tre anni eseguito servizi analoghi a quelli richiesti dal bando a favore di enti pubblici aventi sede nella Provincia autonoma di Bolzano per un importo di almeno € 60.000?
  3.  Quanti “operatori economici” hanno risposto al bando n. 468/2019?
  4. Come è avvenuta la scelta dell’operatore che ha vinto la gara? In base a quali criteri è stata fatta questa scelta?
  5. Come può dimostrare la Provincia – ove per esempio fosse chiamata a rispondere davanti alla Corte dei conti – di essere stata costretta a ricorrere a un incarico esterno perché non disponeva di risorse analoghe di personale al suo interno? La Provincia non dispone forse di sufficienti professionisti nelle materie come ingegneria e soprattutto giurisprudenza e scienza dell’amministrazione?

Bolzano, 13.01.2020

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

 

Qui potete scaricare la risposta della giunta.

LANDESGESETZENTWURF Nr. 8/19

Änderung des Landesgesetzes vom 18. August 1988, Nr. 33

Der Großteil der Frauen in Südtirol entbindet im Krankenhaus. Hierzu gibt es nur wenige Alternativen, oder besser gesagt, nur eine einzige: die Hausgeburt. Dabei ist allerdings zu bedenken, dass, während die Kosten einer Geburt im Krankenhaus vom Gesundheitsdienst getragen werden, jene für eine Hausgeburt fast zur Gänze von der Gebärenden bestritten werden müssen. Die Gesamtkosten belaufen sich dabei auf 2.000 bis 3.000 € (genauso wie im Falle einer natürlichen Geburt im Krankenhaus: 2.003 € in Bozen, 4.103 € in Sterzing), wobei das Land für eine Hausgeburt zurzeit einen Beitrag von 516 € gewährt.

Angesichts dieser Ausgangslage wird jedoch den Frauen nicht die Möglichkeit geboten, frei zu entscheiden, wie und wo sie entbinden möchten; dabei ist diese freie Wahl auch in den Bestimmungen betreffend das Recht auf Gesundheit der italienischen Verfassung und der Erklärung der Menschenrechte verankert. Eine Hausgeburt ist daher mit einer kleinen bzw. großen Investition verbunden, die sich nicht alle leisten können. Nachdem einige Geburtsstationen in den peripheren Krankenhäusern unseres Landes geschlossen wurden, gibt es diesbezüglich noch weniger Wahlfreiheit, zumal viele Frauen nicht mehr die Möglichkeit haben, im nächstgelegenen Krankenhaus oder in jenem, dessen Geburtsbegleitung ihren Bedürfnissen am besten entspricht, zu entbinden.

Studien, die in den USA durchgeführt und 2013 in Belgien anlässlich der zweiten internationalen Konferenz zum Thema Menschenrechte bei der Geburt vorgestellt wurden, zeigen auf, dass sich bei begleiteten Hausgeburten die Anzahl von Frühgeburten und Kaiserschnitten verringert, es Mutter und Kind gesundheitlich besser geht und Gesundheitsausgaben eingespart werden können. Daher sollte die öffentliche Hand auch aus finanziellen Gründen daran interessiert sein, allen Frauen die Möglichkeit einer Hausgeburt zu bieten.

Zusätzlich zu diesen beiden Alternativen, die in Südtirol bestehen, gibt es sowohl in Italien als auch im Ausland bereits zusätzliche Möglichkeiten und entsprechende Einrichtungen, nämlich die sogenannten Geburtshäuser. Es gibt sie in Deutschland, aber auch in Mailand, Bologna, Como, Genua, Turin und Florenz. Es handelt sich um kleine private Einrichtungen, in denen Frauen und Paare vom Beginn der Schwangerschaft an von Hebammen und anderem Fachpersonal betreut werden. Sie sind gut mit dem lokalen Gesundheits- und Krankenhausnetz verbunden und Teil
der Grundversorgung eines Systems, das auf die Gesundheit der Menschen ausgerichtet ist. Zurzeit fehlen staatliche Bestimmungen zu den Geburtshäusern, doch haben andere Regionen, wie die
Lombardei, die Marken und die Emilia Romagna schon Ende der 90er Jahre oder ab der Jahrtausendwende regionale Bestimmungen dazu erlassen.

Solange in Südtirol eine ähnliche Regelung fehlt, gibt es unseres Erachtens nur eine Möglichkeit: Damit immer mehr Frauen frei wählen können, wo und mit welcher Unterstützung sie ihr Kind zur Welt bringen, sollten für jede Art von Geburtshilfe, für die sich Frauen aufgrund ihrer Bedürfnisse und Prioritäten entscheiden, dieselben Förderungen oder Rückvergütungen gewährt werden.

Aus diesem Grund bringen wir den vorliegenden Gesetzentwurf ein, um die Möglichkeiten der Spesenrückvergütung für Geburten außerhalb des Krankenhauses auszuweiten. Dies wäre ein kleiner Schritt hin zur Gewährleistung des Rechtes der Frauen, frei darüber entscheiden zu können, wo sie entbinden wollen und wer ihnen dabei zur Seite stehen soll.

Bolzano, 30.01.2019

Hier der vollständige Gesetzentwurf.

Landtagsabgeordnete
Brigitte Foppa

Der Gesetzentwurf wurde am 15.04.2019 im Ausschuss abgelehnt und wird im Plenum nochmals diskutiert.