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Racconti dalla "piccionaia"

SerenaRauziL’ARTE DELL’ASCOLTO

Da qualche mese, in qualità di coordinatrice del Gruppo Verde, seguo i dibattiti in Consiglio Provinciale e Regionale da una posizione privilegiata: posso chiedere chiarimenti in tempo reale, sento quello che succede dietro le quinte, fornisco suggerimenti e notizie dall’esterno ai Consiglieri Verdi occupati nei lavori d’aula, cerco di rilanciare all’esterno le azioni politiche del Gruppo verde. Per questo mi tocca ascoltare anche le parti più noiose, a volte anche fastidiose, di cui farei volentieri a meno. Troppo spesso ho l’impressione che il dibattito in aula non sia un’occasione di confronto, ma un continuo parlarsi contro o addirittura attraverso. Molte volte, infatti, non si discute sul merito delle proposte, ma si fanno sommari “processi alle intenzioni” di una mozione, un emendamento, o un disegno di legge. E non è semplice capire quando si tratti di strategia politica, quando di posizione imposta dal partito, quando di interesse per i cittadini e quando invece semplicemente non si comprenda o non si voglia comprendere l’argomento di cui si sta parlando.
Solo due esempi per dare l’idea.
La prima mozione del suo mandato politico presentata da Brigitte Foppa, riguardava la costruzione di edifici comuni per le scuole di gruppi linguistici diversi. Dunque in futuro, se si dovrà costruire la sede di un nuovo liceo scientifico, questo dovrà prevedere gli spazi per il liceo tedesco e quelli per il liceo italiano. Durante il dibattito, nonostante ritenesse la proposta molto sensata, il capogruppo dei Freiheitlichen Pius Leitner affermò che non poteva votare a favore della mozione, perché non era sincera, perché il vero obiettivo dei Verdi sarebbe la scuola plurilingue. Per fortuna, quella volta la SVP è rimasta sul merito della questione, ha scelto solo di vedere una proposta bella e concreta per una vera convivenza tra le nuove generazioni. E la mozione è stata approvata.
Durante l’ultimo Consiglio Riccardo Dello Sbarba ha portato la proposta di istituire un gruppo di lavoro che si occupi della gestione di tutti gli aspetti legati al ritorno dei grandi predatori sul territorio sudtirolese. Si sa che la natura non conosce confini. Dagli interventi di altre consigliere e consiglieri sembrava che la proposta avesse invece lo scopo di facilitare l’accesso di orsi e lupi sul nostro territorio, mettendo in pericolo la sicurezza di persone e animali da pascolo. Particolarmente contestata è stata la proposta di prevedere nel gruppo di lavoro – accanto a sindaci, contadini, allevatori, uffici provinciali – almeno un etologo, o un naturalista. Niente: “Quel che c’è da fare lo sappiamo da soli, senza bisogno di scienziati!” ha affermato l’assessore Schuler.
Ancora non so che cosa ci fosse dietro questa interpretazione fuorviata: paura? interessi della lobby contadina? ci si è dimenticati di ascoltare o si è voluto sentire quello che si voleva?
Suggerisco un corso di ascolto per i politici e le politiche: imparando l’ascolto reciproco potrebbero migliorare anche il loro rapporto con i cittadini e le cittadine che, anche se non riescono a capire che cosa succede dietro le quinte, vorrebbero avere almeno dei segnali che li si sta ascoltando.
Serena Rauzi
BZ, 11 luglio 2014

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