footprintSenza voti contrari il 3 febbraio 2016 è stata approvata dal Consiglio provinciale la mozione verde per dotare l’Alto Adige/Südtirol di un sistema adeguato alla nostra realtà per il calcolo dell’impronta ecologica, non solo per le singole persone, ma soprattutto per aziende, organizzazioni e amministrazioni pubbliche. Un piccolo passo con un grande significato simbolico ed educativo per continuare nel cammino verso la sensibilizzazione per pratiche e comportamenti ecocompatibili e climasostenibili. Anche l’amministrazione provinciale potrà sottomettersi al calcolo e renderlo noto.
La parte deliberativa di questa mozione è stata così sostituita: “L‘agenzia provinciale per l‘ambiente viene incaricata di analizzare già esistenti strumenti di calcolo per l‘impronta ecologica e la loro adattabilità alla provincia di Bolzano. Valuterà poi se sia possibile un collegamento con i label „Klimafactory“ e „Comune amico del clima“. Tale strumento sarà accessibile online e messo a disposizione di aziende, organizzazioni, Comuni e amministrazione provinciale.”

L‘agitazione per un possibile „hotspot“ al Brennero, così come pensato dal governo a Roma, si è un po’ placata dopo che il ministro degli interni Alfano ha dichiarato di non vedere il bisogno di allestire un centro di accoglienza sul luogo di confine più importante d’Italia. E il punto più a Nord del Paese non sarebbe nemmeno un luogo di permanenza ideale per profughi che prima hanno attraversato tutta la penisola, come afferma giustamente in Presidente Kompatscher. Ma è anche facilmente prevedibile che alla fine dell’inverno arriveranno al Brennero sempre più profughi e migranti, il cui passaggio verso l‘Austria sarà sempre più difficile.

  • A maggior ragione è importante rafforzare l’assistenza diurna da parte della Provincia al Brennero e prevedere anche degli alloggi. L‘offerta attualmente attiva si limita al minimo indispensabile e lascia numerosi profughi nell‘incertezza anche a causa della mancanza di informazioni.
  • Meno che inutili sono poi le affermazioni del parlamentare SVP Daniel Alfreider, in quale spiega che il 50% dei profughi provenienti dal Nord Africa sono migranti economici. Da dove tragga tale sapienza non è dato sapere: ma le sue affermazioni fomentano pregiudizi nei confronti di profughi che provengono principalmente da Paesi dilaniati da guerre civili come Somalia, Eritrea o Mali e che in Europa non cercano una sdraio, ma una via d’uscita da minacce e pericoli.

A policeman stands in front of a door of a train ready to go to Munich, Germany, as he blocks migrants without the proper documentation from getting on it, at Brenner railway station, Italy May 28, 2015. Some 200 mostly Eritrean migrants heading northwards from Italy were turned back by police in the Italian Alps on Friday and left sleeping in train stations as European countries tightened frontier checks before a global summit in Germany. Picture taken May 28, 2015. REUTERS/Stefano Rellandini - RTR4Y1QB
L’Alto Adige/Südtirol, che finora ospita un numero piuttosto gestibile di profughi (1000), nel 2016 dovrà sostenere sfide ben più grandi, ma di certo ben lontane da quelle sostenute dal Land Tirol che attualmente fa fronte a ben altre cifre, ospitando a oggi 6000 richiedenti asilo.
Hans Heiss
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Bolzano, 27. gennaio 2016

aereoportoIl dato non lascia dubbi – secondo un sondaggio eseguito dall‘AFI-IPL il 69% dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti sudtirolesi dicono “no!” all’aeroporto di Bolzano. La maggior parte non ne vede il senso, vista la vicinanza di altri aeroporti, come quelli di Innsbruck, Monaco e Verona, e visti gli alti costi dell’investimento. Ma anche gli aspetti ambientali e quelli legati alla salute sono elementi decisivi per chi si è dichiarato contrario. Sono soprattutto i cittadini e le cittadine delle zone rurali ad avere i dubbi più grandi.
Il bombardamento mediatico da parte della Giunta e della maggioranza, di importanti mezzi di informazione e delle associazioni economiche fin’ora non hanno avuto grandi effetti, piuttosto hanno quasi ottenuto la reazione contraria, rafforzando la convinzione dei lavoratori e delle lavoratrici che qui si costruisca sulle loro spalle. Hanno altri problemi, preoccupazioni ben più importanti rispetto al mediocre valore aggiunto di un costoso aeroporto regionale – si aspettano una migliore „raggiungibilità“ di stipendi più alti e servizi sociali e alle famiglie sicuramente migliorabili.
È davvero sorprendente che l’ala ufficiale dei lavoratori dipendenti del partito di maggioranza si sia schierata dalla parte dell‘aeroporto e che il suo leader, Helmuth Renzler, si dichiari a disagio e condannato al silenzio. Se la vicinanza all’aeroporto rappresenta un motivo di disagio, anche gli abitanti di Bolzano Sud, Laives e della Bassa Atesina possono dichiararsi contrari al progetto in una consultazione popolare: i lavoratori e le lavoratrici del Sudtirolo avrebbero diritto a un altro tipo di atteggiamento e non di una così spiccata capacità di adattamento e di flessibilità.
La Camera di commercio di Bolzano non dovrebbe mettere in dubbio il valore della ricerca dell’AFI-IPL, bensì riflettere se il suo incondizionato appoggio all’aeroporto non sia piuttosto una strategia fallimentare.
Hans Heiss
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Bolzano-Bozen, 22 gennaio 2016
IPL Graf ITA

Disposizioni in materia di composizione ed elezione degli organi delle amministrazioni comunali – “Legge elettorale per Bolzano”
ElezioniComunali_Gemeindewahlen
Il disegno di legge a firma Noggler che intende apportare alcuni cambiamenti alla legge elettorale comunale verrà trattato domani nel corso del Consiglio regionale. Brigitte Foppa spiega nella sua relazione le posizioni dei Verdi sui suddetti cambiamenti:
I Verdi hanno poi presentato due emendamenti, con i quali si esprimono contro l’ampliamento della Giunta con l’aggiunta di una persona e contro l’innalzamento del budget relativo a disposizione (per tutti i comuni!).
Bolzano, 19. gennaio 2016
Consiglieri regionali
Brigitte Foppa
Hans Heiss
Riccardo Dello Sbarba
[gview file=”http://www.verdi.bz.it/wp-content/uploads/2016/01/067-relazione.pdf”]

La A22 in mano pubblica: successo nelle trattative, maggiore responsabilità per la politica, nessuna illusione sulla A22 come “gallina dalle uova d’oro” per il BBT.
Brennerautobahn_ATLa proroga della concessione per l’autostrada del Brennero è un risultato importante e va riconosciuto l’impegno di chi ha condotto le trattative, primi tra tutti i presidenti delle due Province.
Che l’A22 rimanga in mano e a gestione pubblica per i prossimi 30 anni crea le condizioni per una riorganizzazione dei trasporti e una più efficace tutela dell’ambiente su questa tratta.
L’accordo raggiunto darà buoni frutti solo se, dopo decenni di attesa, si metterà rapidamente mano a una serie di urgenti provvedimenti:

  • La cattiva qualità dell’aria, al limite del catastrofico, soprattutto nei pressi delle città, è ormai conosciuta e dimostrata, l’inserimento del limite dei 100/h nei pressi di Bolzano, Laives, Vipiteno, Bressanone e nella Bassa Atesina non ha più bisogno di una fase di prova, come dimostrano anche i successi raggiunti dall’esperienza del Land Tirolo.
  • L’installazione di stabili stazioni di controllo dei mezzi pesanti, da tempo promesse nei pressi di Vipiteno, è in tremendo ritardo; secondo i controlli a campione risulta che il 15-20% dei camion circola con difetti pesanti e pericolosi per gli altri viaggiatori.
  • È necessario e urgente prendere misure di protezione contro l’inquinamento acustico sotto forma di barriere antirumore e asfalto silenzioso, stabilendo chiare priorità e un calendario certo; vanno valutati anche incapsulamenti dell’autostrada e le circonvallazioni in galleria, vedi Bolzano, sono da considerarsi “opere prioritarie”.
  • Restano prioritari, per ridurre drasticamente i transiti lungo l’asse del Brennero, misure come l’aumento dei pedaggi e la borsa dei transiti alpini. L’assessore Mussner ha aperto una porticina a questo proposito nel corso dell’ultimo dibattito in Consiglio provinciale.
  • La prospettiva di poter finanziare facilmente le tratte d’accesso al BBT con gli introiti di A22 e il suo fondo di riserva è fuorviante. Accanto all’attuale fondo di riserva di 550 Mio €, nei prossimi 30 anni verranno messi a disposizione al massimo 1,5 miliardi.
    D’altra parte (senza tunnel!!) ci saranno spese di ca. 9-11 Mrd. € :
    Fortezza-Ponte Gardena: 1,4 Mrd.,
    Tangenziale di BZ: 800 Mio.,
    Tangenziale di TN: 1,3 Mrd.,
    Snodi di Verona: 300 Mio.
    Tratta Bassa Atesina/Trentino: ca. 4-6 Mrd..

Solo con questo tipo di misure incisive l’autostrada, oltre a essere asse di transito, potrà diventare anche una chance per la popolazione, per la salute e per l’ambiente.
15.01.2016
Hans Heiss, Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba

Il Consiglio provinciale ha approvato oggi all’unanimità i punti più importanti della mozione presentata da noi Gruppo Verde. Questo voto rappresenta una vera rivoluzione nei sistemi di controllo dell’aria in provincia di Bolzano.
Questi gli impegni approvati:
feinstaubPRIMO: oltre le polveri sottili (PM10) verranno monitorati e pubblicati anche i dati sulle polveri ultrafini (PM 2,5) che sono molto più pericolose per la salute umana.
SECONDO: Nei grafici pubblicati dall’Agenzia per l’Ambiente sui i diversi inquinanti verranno indicati anche i limiti definiti dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, che sono molto più bassi dei limiti di legge, poiché l’OMS ha tenuto conto esclusivamente della salute, mentre i limiti di legge tutelano gli interessi dell’economia, degli autotraspotatori ecc… Per esempio: per le PM10 la legge consente una media annuale di 40 mg/m3, l’OMS 20 mg/m3; per le PM 2,5 la legge consente 25 mg/m3, l’OMS appena 10 mg/m3; per gli ossidi di azoto (Nox) la legge indica 200 mg/m3, l’OMS 40 mg/m3 e così via.
TERZO: Oltre ai dati giornalieri, verranno pubblicati anche i superamenti massimi annuali ammessi, sia per legge che per l’OMS, e i superamenti già verificatisi fino alla data dell’ultimo monitoraggio.
Grazie all’approvazione della nostra mozione il Sudtirolo avrà uno dei sistemi di monitoraggio più avanzati d’Europa. Adesso speriamo che venga davvero attuata, e nel tempo più breve possibile.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hans Heiss
13.01.2016
Nella parte impegnativa sono stati approvati all’unanimità i punti n. 1, n. 2-b e n. 3.
[gview file=”http://www.verdi.bz.it/wp-content/uploads/2016/01/BA-536-15.pdf”]
 
 

La Convenzione è in partenza e noi dobbiamo esserci!

autonomiekonventCome saprete, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi si terrà nella nostra provincia la Convenzione sull’autonomia.
Questo processo partecipativo è stato stabilito con una legge dalla maggioranza di governo e avrà inizio il 16 gennaio 2016.
Noi Verdi non abbiamo votato a favore di questa versione della legge, soprattutto perché mancano degli impegni concreti e perché il rapporto tra politica e popolazione, dal nostro punto di vista, non è equilibrato.
Troviamo però che sia giusto e importante sfruttare la possibilità di contribuire e di apportare idee. Preghiamo quindi tutti e tutte coloro che

  • hanno a cuore la democrazia della nostra Provincia
  • hanno paura che in futuro i temi legati alla natura, all’ambiente e al clima potrebbero essere sottovalutati o dimenticati
  • pensano sia importante uno sviluppo verso una migliore convivenza, il plurilinguismo e il rispetto delle diversità culturali
  • hanno a cuore l’equilibrio sociale, la solidarietà e un mondo più giusto
  • si augurano che la futura autonomia sia trasparente, aperta e sostenuta dai cittadini e dalle cittadine

a partecipare al primo giro di incontri per la Convenzione ed eventualmente a iscriversi per poter essere inserite/i nel Forum delle/dei 100.
È importante che i suddetti temi siano rappresentati e abbiano voce in questo processo e perciò dobbiamo esserci!
Restiamo a disposizione per domande e informazioni!
Cordiali saluti
Brigitte, Riccardo, Hans
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Qui trovate le date ed alcune indicazioni:
23.01.16 Bolzano (EURAC)
30.01.16 Brunico (Scuola Media di Brunico “Dr. Josef Röd”)
06.02.16 Merano (Istituto tecnico per il turismo e le biotecnologie “Marie Curie”)
13.02.16 Bressanone (Scuola professionale provinciale per il commercio, l’artigianato e l’industria “Christian Josef Tschuggmall”)
20.02.16 Silandro (casa della Cultura “Karl Schönherr”)
27.02.16 Egna (Scuola media)
27.02.16 Bolzano (EURAC – Laboratorio del futuro per giovani adulti – Inizio: ore 14.00)
04.03.16 La Villa in Val Gardena (Casa della Cultura)
05.03.16 Bolzano (EURAC)
(Gli eventi durano dalle ore 9 alle ore 16.30 e si svolgono senza un programma prefissato. Non è necessario iscriversi. Nel corso delle giornate ci saranno anche bevande e dei leggeri buffet.)
Secondo quanto previsto dal legislatore, la Convenzione sull’Alto Adige è da intendere come strumento di partecipazione civica: elemento chiave della relativa modalità di lavoro è, quindi, un ampio coinvolgimento della società. Attraverso le iniziative partecipative nei comprensori altoatesini, cittadine e cittadini, ma anche esperti ed esperte elaboreranno proposte tematiche in vista delle future sfide politico-sociali: esse saranno poi la base di lavoro per la Convenzione dei 33.
Componenti della Convenzione dei 33 saranno rappresentanti di Comuni, partner sociali e gruppi consiliari, esperti di diritto e persone scelte da un forum di cittadine e cittadini (“Forum dei 100”).
Cittadine e cittadini possono partecipare alla discussione e presentare le loro proposte anche tramite konvent.bz.it che sarà attivata in occasione della manifestazione inaugurale del 16 gennaio in Consiglio provinciale.

geschwindigkeit schnelle spur
In passato le discussioni sull’eventualità di ridurre la velocità sulle strade della nostra provincia si sono arenate spesso sul problema che il Codice della Strada in Italia prevede la possibilità di introdurre tali limiti solo per motivi di sicurezza. Oggi il Consiglio Provinciale ha accolto la nostra mozione al Parlamento Italiano che prevede i cambiare il Codice della Strada proprio in questo senso, cioè si chiede di introdurre la possibilità di ridurre il limite di velocità oltre che per motivi di sicurezza anche per motivi di salute pubblica e di salvaguardia dell’ambiente. La parte deliberante mozione è stata accolta all’unanimità dopo un’intensa discussione e va ora al Parlamento di Roma.
12.01.2016
Brigitte Foppa, Hans Heiss, Riccardo Dello Sbarba
[gview file=”http://www.verdi.bz.it/wp-content/uploads/2016/01/Begehrensantrag-51-15.pdf”]

Un nuovo sistema di monitoraggio a difesa della salute
Non piove e l’aria diventa sempre più inquinata. Il sistema di monitoraggio e di informazione dell’Agenzia provinciale per l’Ambiente è inadeguato alle esigenze di protezione della salute e deve essere assolutamente adeguato alle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Il Gruppo Verde ha presentato su questo argomento una mozione (vedi allegato) che indica con precisione i limiti del sistema attuale e le innovazioni necessarie.
[gview file=”http://www.verdi.bz.it/wp-content/uploads/2015/12/2015-12-13-monitoraggio-aria.pdf”]

Riccardo Dello SbarbaRiccardo Dello Sbarba – Gruppo Verde.
Citerò alla lettera tre frasi cruciali della relazione del Presidente Kompatscher per indicare dove sono d’accordo e dove invece ho una posizione critica.
PRIMA FRASE
“Il bilancio 2016, con 5,4 miliardi di euro, è il più consistente nella storia della Provincia”.
E’ un dato materiale incontestabile che dimostra che ha torto chi continua a dipingere il Sudtirolo come un “Land in Not”.
E dimostra l’efficacia della strategia di responsabilità ed autonomia nei rapporti con lo Stato, che noi Verdi abbiamo fin dall’inizio condiviso sostenendo ogni azione della Giunta provinciale che fosse coerente con questa linea.
Fare la nostra parte nel risanamento delle finanze pubbliche, ma farla a due condizioni: la stabilizzazione del nostro bilancio provinciale e l’acquisizione di nuove competenze.
E’ la strategia che ha portato prima all’accordo di Milano e poi al “Patto di garanzia”, atti certo perfezionabili, ma sufficienti a consentirci contemporaneamente di registrare il più alto bilancio della storia e l’acquisizione di ulteriori competenze.
Ultima quella sul Parco dello Stelvio, a cui spero davvero che sapremo far onore. Abbiamo gli occhi addosso dell’intero mondo ambientalista europeo.
Dobbiamo rispettare l’impegno che ci siamo presi a rilanciare il Parco dopo gli anni dell’abbandono statale, e a lavorare per mantenere tutele omogenee e unitarie per l’intero Parco, evitando lo spezzatino delle regole.
L’area del Parco è un’area ecologicamente unitaria: applicare regole differenziate dimostrerebbe solo che le ragioni dell’ambiente sono state sacrificate alle spinte degli interessi.
La Provincia di Bolzano deve invece assumersi – insieme alla Provincia di Trento – il ruolo di garante di un Parco trans-regionale, superando la definizione di “nazionale” – che per la sua storia ha avuto spesso un retrogusto amaro – non verso lo spezzatino delle tutele, ma verso dimensioni più grandi, semmai tras-nazionali.
Il Parco dello Stelvio deve funzionare da perno centrale per la realizzazione del progetto che i movimenti ambientalisti hanno denominato PEACE, Parco Europeo delle Alpi Centrali, progetto poggiato sull’intuizione visionaria lanciata alla fine degli anni ’80 da Alexander Langer. Il progetto comprende due parchi nazionali, Stelvio e Engadina, i cinque parchi regionali, Admello-Brenta, Adamello Lombardo, Orobie Valtellinesi, Orobie bergamasche, Parco del Garda, e due riserve Unesco della biosfera, Engadina e Alpi Ledrensi in Trentino, per un totale i 415.000 ettari. Al di là ci sono le aree protette dell’Austria e della Germania a cui il discorso può allargarsi. Ma sarà la Provincia di Bolzano, se vuole, ad essere il cuore pulsante di questa visione.
Torno all’argomento bilancio. Con il patto di Milano e quello successivo “di garanzia” ci siamo fatti carico anche del contributo al risanamento dei conti pubblici statali. E’ stata una scelta giusta, che ci ha dato credibilità. Non abbiamo pensato solo “agli affari nostri”. Abbiamo fatto un’offerta anche al resto della Repubblica. Abbiamo onestamente ammesso che anche noi abbiamo contribuito – anche se in piccola parte – alla formazione del debito pubblico, soprattutto nei 20 anni per noi dorati tra il 1989 e il 2009, in cui abbiamo goduto di regole finanziarie certamente vantaggiose.
Abbiamo compreso per primi noi stessi che l’autonomia del Sudtirolo non poteva fiorire nell’ambito di una Repubblica che andava a rotoli e che dunque il risanamento era anche nel nostro interesse.
Dico questo per introdurre una considerazione invece critica sulla parte del discorso del Presidente Kompatscher sulla riforma costituzionale.
Quella riforma è centralista, ha detto il Presidente. D’accordo. Sull’efficacia della “clausola di salvaguardia”, che dovrebbe proteggerci da questa svolta centralista si può avere qualche dubbio.
Ma soprattutto, vale il ragionamento fatto sulle finanze: non si può mettere al sicuro l’autonomia del Sudtirolo in un’Italia che svolta verso il centralismo. Qui vedo una contraddizione.
La clausola di salvaguardia ci dovrebbe proteggere dal centralismo, ma la via maestra sarebbe contrastare alla radice questo centralismo, respingerlo al mittente, e questo non solo per la nostra autonomia ma per l’autonomia di tutte le regioni italiane.
L’occasione ce l’abbiamo, perché al massimo nel settembre-ottobre 2016 si terrà in Italia il referendum costituzionale per confermare o respingere la riforma centralista.
Noi voteremo no, per respingerla. Non capisco come chi crede nell’autonomia potrà votare sì a quella riforma centralista.
Perché contiene la clausola di salvaguardia? Ma è razionale chi, potendo eliminare la malattia, si rassegna invece a vivere del farmaco?
Perché Vienna darà il suo accordo? Per favore, non scarichiamo la responsabilità sulla nostra “potenza tutrice”. Sappiamo benissimo che Vienna dirà di sì solo se da Bolzano arriverà il via libera.
O voterete sì alla riforma Costituzionale per mantenere un patto politico col governo Renzi? Sia chiaro, non sottovaluto l’esigenza di avere buoni rapporti con Roma. E tuttavia dovremmo far capire a Renzi che ci sono cose, come l’alternativa tra centralismo e autonomia, che non sono negoziabili.
Se il Sudtirolo e il Trentino prendessero questa posizione, avrebbero tanti alleati nelle diverse regioni d’Italia!
Noi Verdi voteremo no alla riforma costituzionale centralista e siamo curiosi di vedere come farete voi della maggioranza a convincere i e le sudtirolesi a votare invece sì.
SECONDA FRASE
“Il 21 dicembre Azienda Energetica e SEL confluiscono nella nuova azienda Alperia. Si tratta di un momento storico, perché dopo molti decenni l’energia idroelettrica è finalmente in mano altoatesina”.
Dichiaro di essere d’accordo con questa frase. Il 21 dicembre finisce un’epoca e ne comincia un’altra, completamente nuova. Come tutti sapete, il Gruppo Verde fin dall’inizio con Cristina Kury e, dall’ultima legislatura io personalmente insieme a Hans Heiss e Brigitte Foppa, abbiamo seguito questa vicenda da vicino, nel ruolo di una forza di opposizione che ha il dovere del controllo e dello stimolo.
Col 21 dicembre anche per noi si conclude una fase e se ne apre un’altra. Il 21 dicembre, anche se a quel tavolo noi non saremo invitati, brinderemo idealmente con voi alla nuova società e alla storia che si apre. Prendete pure questa dichiarazione, Presidente Kompatscher e assessore Theiner, come una dichiarazione di fine delle passate ostilità.
Questo il 21 dicembre. Oggi però è il 15 dicembre, e dunque – prima di chiudere definitivamente un ciclo durato 7 anni – lasciatemi mettere a verbale alcune considerazioni critiche. Del resto si fa così anche nei migliori trattati di pace.
Alcune delle considerazioni che farò riguardano il passato, e dunque spero di doverle nominare per l’ultima volta. Altre invece riguardano il futuro, e su questo continueremo a confrontarci con spirito costruttivo.
Prima considerazione. Noi ci congratuliamo con voi per l’esito di questa storia, ma voi dovreste congratularvi con noi per il lavoro di denuncia e di trasparenza che abbiamo fatto, per tanto tempo completamente da soli.
Siamo dovuti ricorrere al Tar e al Consiglio di stato per poter leggere quei contratti tra SEL, Enel ed Edison che la politica di allora voleva assolutamente mantenere segreti e lodava come fossero capolavori.
Grazie a noi, invece, sono venute alla luce e poste davanti all’opinione pubblica tutte le magagne nascoste, tutte quelle clausole capestro che erano state sottoscritte al chiuso delle stanze. Parlando delle scelte della politica energetica di allora, Presidente Kompatscher, Lei ha parlato di “disastro”. Bene, si ricordi che a quei tempi, cioè nel momento dei fatti e non solo a posteriori quando non costa più nulla – a quei tempi, dicevo, di disastro parlavamo solo e soltanto noi. E’ grazie a quella nostra decisa critica politica che poi voi, cioè la nuova generazione, la nuova Giunta, avete potuto presentarvi come rottura col passato e mettere mano al risanamento.
Dunque noi ci congratuliamo con voi per quella che il Presidente ha chiamato “soluzione responsabile”, ma per favore per una volta almeno congratulatevi anche voi con noi per la nostra azione di controllo e indirizzo, che ha creato i presupposti indispensabili – di verità, trasparenza e consapevolezza – per il vostro operare successivo.
Seconda considerazione. Avete riassegnato le concessioni che erano state manipolate, ma io sarei più prudente nel parlare di ripristino della “certezza del diritto”. Diciamoci la verità: non si è mai visto in un bando pubblico la stazione appaltante – in questo caso la Provincia – che si dà da fare per ricostruire a posteriori le offerte che uno dei concorrenti – casualmente la società della Provincia stessa – avrebbe presentato se avesse agito senza imbrogliare. Questa ricostruzione a posteriori dei progetti si è basata solo su pareri di un consulente nominato dalla stessa Giunta e su supporti “progetti originari” che oltre che essere semplici files trovati nei computer erano anche incompleti, per cui – grazie all’ennesimo parere del solito consulente – avete dovuto riempire le parti mancanti prendendo pezzi dei progetti manipolati.
Capisco le difficoltà che avete dovuto affrontare e lo sforzo di non mandare in bancarotta la società energetica provinciale e dunque la Provincia. Capisco tutto.
Ma per favore, non esagerate nelle lodi per la soluzione trovata. Se la riassegnazione regge, non è perché è stato ripristinato il diritto, ma perché nessuno ha interesse a contestarla, perché siete stati in grado di trovare una soluzione extragiudiziale accontentando tutti, e primo fra tutti il privato che – forte di sentenze – ha ottenuto alla fine la grande centrale cui mirava.
Non di diritto si deve parlare, ma della intelligenza che avete avuto – e questa sì l’ho davvero apprezzata – di mettere da parte l’arroganza del passato e sedervi al tavolo a trattare, riconoscendo le ragioni altrui e trovando l’accordo che ha chiuso la partita.
Dico “chiuso la partita”, anche se so che qualcuno ricorso l’ha comunque fatto, cioè Edison e il comune di Sarentino per la sola centrale di S. Antonio. Ho letto il ricorso di Edison e devo dire che non è fatto male. Alcune argomentazioni potrebbero valere anche per gli altri casi. Vedremo se è un ultimo fuoco (di paglia), oppure la scintilla di qualcosa di più grosso.
Terza considerazione. L’energia è finalmente in mano altoatesina, ma tutta la partita ci è costata molto cara. Qui la responsabilità non è vostra, ma della passata Giunta e del passato vertice SEL.
Avremmo potuto acquistare le centrali Enel nel 1999 per poco più di 700 milioni di euro. La val d’Aosta lo fece, Durnwalder no. Alla fine l’affare ci è costato molto di più, tra soldi sborsati per l’acquisto progressivo delle quote e profitti sull’energia che in tutti questi anni abbiamo lasciato ai giganti elettrici nazionali. Questo vale per Enel e ancora di più per Edison.
Per ricomprarci l’energia in mano a Enel ed Edison non abbiamo pagato solo il prezzo degli impianti della produzione, ma anche quello delle clausole capestro che avevamo accettato.
Ripeto, qui la responsabilità non è vostra, qui avete dovuto gestire una pesante eredità del passato. Avete avuto l’intelligenza di non farvi sfuggire per la seconda volta l’occasione per acquistare le quote e cacciare finalmente Enel ed Edison dal nostro territorio, e avete fatto bene. Che avete per questo pagato un prezzo assai salato, non va nascosto.
Lo dico sapendo che una partita è ancora in sospeso, quella con Edison. Ho notato che prudentemente il Presidente Kompatscher ha citato solo l’acquisto delle quote Enel nella sua relazione. Io spero che l’operazione Edison a questo punto vada in porto. Ma la prudenza è buona consigliera.
Quarta considerazione, e questa riguarda il futuro.
E’ un consiglio: vi consiglio di non cavalcare troppo la tigre della promessa dell’energia a basso prezzo per famiglie ed imprese. Lo sapete che è una promessa irrealistica, sia per la struttura del sistema dei prezzi dell’energia (per metà sono tasse e accise), sia per la rigidità dei costi di produzione, sia per le norme che regolamentano il mercato nazionale.
E lo regolamentano soprattutto per le Società Elettriche che assumono la forma delle Società per Azioni.
Esse sono costrette alle logiche del profitto. Inoltre, a una SPA è obbligata a passare dal mercato.
Voi stesi dite che già SEL sfrutta i margini disponibili per offerte vantaggiose. Dovreste aggiungere che più in basso sarà difficile andare.
Diverso sarebbe stato se la Giunta avesse preso in seria considerazione il modello cooperativo, che nella nostra provincia è vivo e vegeto e fornisce energia a un prezzo inferiore del 30-40%.
Ma quel modello – nonostante le promesse – l’avete scartato e avete preferito la strada certo meno creativa e anche meno amica degli utenti della società unica provinciale, praticamente monopolista, nella forma della Società per Azioni.
Peccato perché l’altro modello, cooperativo e più rispettoso delle diversità e delle possibili libere sinergie, poteva costituire un esperimento pilota di democrazia energetica che ci metteva al passo con le esperienze più avanzate in Europa e nel mondo. Un’occasione persa.
Comunque noi Verdi non ci uniamo al coro di chi invoca energia a basso prezzo per tutti. Il pensiero ecologico e la necessità di una svolta energetica per proteggere il clima del pianeta, non vanno d’accordo con l’invocazione di “più energia a basso prezzo per tutti”.
Non per questo siamo insensibili all’esigenza di sostenere i redditi delle famiglie e delle imprese, anzi! Ma scegliamo un’altra strada, quella basata sul principio che l’energia più a basso prezzo è quella che non si consuma. In una parola: il risparmio e l’efficienza energetica.
Qui vediamo il ruolo strategico della nuova società energetica provinciale.
Quello di reinvestire i propri profitti in un’azione efficace di promozione del risparmio e riduzione dei consumi energetici. Gli strumenti sono tanti, prima tra tutti quello del cosiddetto energy-contracting, cioè il meccanismo di finanziamento alternativo per la svolta energetica che consiste nel prestito anticipato a famiglie e imprese, da parte della società energetica, dei fondi necessari per ristrutturare edifici e adottare fonti rinnovabili, fondi che poi vengono gradualmente recuperati sulla bolletta degli anni successivi, in ogni caso inferiore a quella pre-ristrutturazione.
C’è poi da ristrutturare l’intero patrimonio pubblico e qui di nuovo la società energetica provinciale può avere un ruolo di rilievo. Per non parlare della svolta energetica nel campo più difficile, quello della mobilità.
Questa è l’epoca che si apre il 21 dicembre, e quando brinderete non dimenticate che un po’ del brindisi ce lo siamo meritati anche noi.
TERZA FRASE
“Eine gute Wirtschaftspolitik ist auch Sozialpolitik”.
Noi qui la vediamo un po’ diversamente. Noi crediamo piuttosto nel nesso tra politica sociale e politica ambientale e qui, in questo nesso, sta la nostra missione di forza politica.
Noi crediamo che non c’è politica ambientale senza politica sociale e non c’è politica sociale senza politica ambientale.
Le cito a questo proposito un testo in cui mi riconosco al 100%:
“Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio ambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura”.
Sembra un testo di Alexander Langer, non trova Presidente? Invece è un capitolo dell’enciclica “Laudato si’” di papa Francesco. Questo capitolo, centrale nell’enciclica, si intitola “Un’ecologia integrale” – parole che se le usassimo noi ci prenderemmo dei fondamentalisti.
E’ dall’inizio della crisi finanziaria, cioè almeno dal 2008, che gran parte degli Stati si dà da fare per far riprendere l’economia misurata attraverso l’indicatore dell’aumento del Prodotto Interno Lordo, dei tassi di crescita, delle percentuali di profitto, illudendosi che poi tutto ciò automaticamente si trasferisca alla società intera e al suo benessere. In questo modo però si rischia di fare ogni sforzo per rimettere in moto proprio quel meccanismo che ha provocato la crisi.
Questo accade nel mondo, accade in Europa, accade in Italia e accade anche nella nostra provincia. L’autocritica sugli errori del passato è durata poco, e subito è ripartita l’invocazione alla crescita qualsiasi essa sia, alla crescita dei consumi e del consumismo, alla crescita dei trasporti, alla crescita degli utili.
In questa corsa alla crescita l’ultima novità è stata l’inclusione nel calcolo del PIL anche delle attività economiche illegali come droga, prostituzione e contrabbando, che l’Istat ha calcolato – comprendendo anche l’indotto – in 59 miliardi, pari a un punto in più di PIL. L’espressione del Papa, secondo cui “questa economia uccide”, diventa meno metaforica.
Non è vero che se i profitti e il PIL riprendono si sta tutti e tutte meglio. Non so neppure se sia vero che dalla crisi stiamo uscendo. Una cosa è sicura: se stiamo uscendo, ne usciamo con una enorme crescita delle disuguaglianze. Chi aveva di più ha ricevuto di più, chi aveva di meno ha perso ancora. E non parlo solo a livello globale, ma anche di noi, qui in Sudtirolo.
Il settimanale ff ha pubblicato un mese fa la classifica delle 50 persone più ricche della nostra provincia. Sia notato a margine che di 50 di questa galleria, 48 sono uomini e due solo donne, e questo dice già molto su una prima disuguaglianza di opportunità, che non è affatto diminuita.
Il settimanale ci ha anche informato che dall’ultima classifica, pubblicata due anni fa, il patrimonio globale di queste sole 50 persone è cresciuto, in soli due anni, di ben 800 milioni di euro, raggiungendo il valore totale di 8,5 miliardi, somma che supera l’insieme degli stipendi annui di tutte e tutti i lavoratori dipendenti della nostra provincia, che rappresentano il 70% degli occupati.
L’analisi è stata svolta sullo stesso settimanale dal collaboratore dell’AFI-IPL Thomas Benedikter.
E a proposito di stipendi degli occupati: stagnano dal 2007. Con gli stipendi inferiori che hanno subito sensibili perdite del valore reale.
Di fronte a questo, le 50 persone più ricche hanno accresciuto in media il loro patrimonio di 16 milioni di euro all’anno in due anni. Stiamo tutti insieme uscendo dalla crisi? Non mi pare. Piove sul bagnato: chi è più ricco più riceve, chi è più povero tira la cinghia.
A perdere quote di stipendio sono stati soprattutto le e i dipendenti pubblici, i cui contratti sono bloccati da tempo. I sindacati ci fanno sapere proprio in queste ore che le risorse messe a disposizione in questa proposta di bilancio per il rinnovo dei contratti non bastano neppure a recuperare metà delle perdite dovute all’inflazione.
E intanto però questo è il Natale dell’apertura o del raddoppio dei centri commerciali, con connessi ingorghi del traffico. Il precetto del santificare le feste è sostituito da quello del mercificare le feste. Moralismo?
Non credo. La corsa al centro commerciale, o al negozio delle grandi catene, ha come altra faccia della medaglia i nuovi contratti con cui il settore assume centinaia di ragazzini e ragazzine: non solo stipendi bassi, ma soprattutto eliminazione di diritti e appropriazione totale del tempo di vita del dipendente. Certe clausole più vessatoria sono finite anche davanti alla commissione di conciliazione, dove è presente anche la Provincia. La Provincia dunque sa. Perché non grida allo scandalo?
Mentre pochi si arricchiscono, alla grande maggioranza viene riservata la felicità finta del consumismo, delle file prima in macchina e poi alle casse, dei carrelli riempiti dalle offerte speciali. E così, si riempiono i mercatini di Natale (ma solo quelli, mentre poco più in là – centri commerciali esclusi – è deserto) ma svettano anche i tassi dell’inquinamento dell’aria, che noi misuriamo solo sulla scorta dei limiti di legge, che sono il doppio di quelli consigliati per la nostra salute dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, e che sono tenuti così alti per non disturbare l’economia.
Di fronte a questa febbre, che torna a riscaldare il pianeta, noi vogliamo ricordare che a tutto c’è un limite. A tutto c’è un limite. C’è un limite all’inquinamento, c’è un limite al traffico, c’è un limite al numero di turisti e di pernottamenti, c’è un limite alle piste da sci e agli impianti di risalita, c’è un limite al numero di negozi e superfici commerciali, c’è un limite ai profitti e alla concentrazione di patrimoni.
Questo limite o ce lo decidiamo autonomamente, oppure ci penserà il pianeta ad imporcelo con le cattive. Non è il futuro, è il presente: l’ondata i profughi che ha sorpreso l’Europa e rischia di farla saltare come progetto unitario e di pace è l’altra faccia dei disastri ambientali dovuti ai cambiamenti climatici e dei disastri sociali dovuti alla enorme distanza tra ricchi e poveri.
Ebbene, noi Verdi siamo quelli che pongono il problema del futuro, del limite, dell’uguaglianza – o meglio, della riduzione delle enormi disuguaglianze. Anche qui da noi, affatto isola felice per molte persone e famiglie.
La questione dell’aeroporto per noi rappresenta uno di questi limiti. E’ uno sfizio inutile e dannoso, sia per le casse pubbliche che per la salute. E’ quel limite che non deve essere superato. Ma su questo abbiamo già discusso e discuteremo nei prossimi mesi.
Apprezziamo – sia chiaro – ogni passo nella direzione di un sostegno sociale. L’innalzamento della no tax area a 28.000 euro, per esempio.
Ricordiamo però che dall’altra parte rimane irrisolta la questione della copertura del contributo per la non autosufficienza, per cui era previsto un fondo di garanzia che non è mai stato istituito.
Apprezziamo il raddoppio dei fondi per la solidarietà internazionale nell’anno dell’emergenza umanitaria. Benissimo, lo chiedevamo da anni. Ricordiamo però che nel bilancio presentato l’aumento vale solo per il 2016, mentre le cifre del 2017 e 2018 tornano ai soliti due striminziti milioni.
Ricordiamo, soprattutto, che l’Onu ci ha chiesto un ben altro sforzo per raggiungere gli obbiettivi del Millennio, che ormai sono stati mancati proprio perché i paesi ricchi come noi non hanno mantenuto gli impegni sottoscritti nel 2001 da tutti gli stati membri delle Nazioni Unite, e io penso che la libera Provincia di Bolzano si consideri parte di questo gruppo. L’impegno prevedeva lo stanziamento dello 0,7% del PIL di ogni territorio per la solidarietà internazionale. Per la Provincia di Bolzano ciò equivale a circa 12 milioni all’anno. E’ sei volte di più di quanto abbiamo dato finora. E anche il raddoppio previsto per il 2016 rappresenta un terzo di quanto dovremmo mettere a disposizione.
A questo proposito, venerdì verrà discusso dalla prima commissione un nostro disegno di legge che vuole introdurre una percentuale fissa di finanziamento per la cooperazione internazionale. Consta di un solo articolo e se fosse accolto ci metterebbe quasi al livello di quanto ci chiede l’ONU.
Alla Giunta abbiamo fatto anche una proposta, tramite un emendamento: che questo obbiettivo sia raggiunto non da un anno all’altro, ma gradualmente, con un impegno crescente e graduale nell’arco di 5 anni, anche per adeguare le strutture amministrative, ottime, di cui la Provincia dispone in questo campo. Speriamo che il Presidente Kompatscher apprezzi questa nostra offerta.
Vorrei concludere con una proposta.
Noi apprezziamo ogni passo che la Giunta e la maggioranza fanno nella direzione contemporanea del sostegno sociale e della tutela ambientale, due ambiti che ci paiono intimamente connessi.
Ci avviciniamo alla metà di questa legislatura. Nella prima parte il Presidente Kompatscher ha voluto riunire nella sua persona il ruolo di Landeshauptmann e di super assessore all’economia. Forse era necessario, vista la crisi che attraversava la provincia. Forse era anche necessario per fare ordine tra i cocci lasciati dalla precedente amministrazione.
A noi appare però che questo doppio ruolo, di presidente e di super assessore all’economia, faccia inclinare la figura del Presidente troppo dalla parte dell’economia.
Se davvero stiamo uscendo dalla crisi, allora ci vuole un riequilibrio, affinché dalla crisi escano davvero tutti e non solo una parte.
Per questo le proponiamo, Presidente, di liberarsi delle competenze economiche per la seconda parte della legislatura e assumere pienamente un ruolo super partes, di riequilibrio. Sarebbe un passo che farebbe bene a tutta la società, e anche – semi posso permettere – a Lei.
Non che poi ci illudiamo che questo basti per accrescere il peso delle istanze ecologiche e sociali nella politica della Provincia.
Questo è il compito nostro, e cercheremo di svolgerlo con tutte le nostre forze.
Bolzano, 15 dicembre 2016
Cons. Prov. Riccardo Dello Sbarba