Questa mattina si è concluso il dibattito generale sul bilancio provinciale. La presentazione di numeri e cifre offre a maggioranza e minoranza l’occasione per valutare il corso delle politiche attuate dalla Giunta provinciale negli ultimi quattro anni. Anche il Gruppo verde ha effettuato una valutazione complessiva e ha evidenziato le mancanze nelle politiche rivolte al sociale, all’ecologia e alla democrazia.
Nell’euforia dell’attuale fase di crescita si dimentica troppo spesso che „nei momenti di grande prosperità resta sempre una base di poveri e di persone a rischio povertà intorno al 15%“ ricorda Hans Heiss. Si percepisce anche una preoccupazione più sommersa che serpeggia nella società „che il boom economico possa durare solo un periodo limitato e che la pace possa essere fasulla“.
Si usa l’alibi della sicurezza per bloccare l’apertura democratica e viene promossa una politica “per le persone” invece che “con le persone”. Le promesse di più partecipazione sono state disattese. Non vale solo per la Convenzione e questo nonostante “non si sia mai verificata prima un’ondata così intensa di consultazioni popolari” commenta Brigitte Foppa. Lungo il cammino di elaborazione della legge per la democrazia diretta sono stati posti molti ostacoli. Dare una conclusione degna al processo “sarà un banco di prova importante per la Giunta provinciale”, anche per incoraggiare nuovi modelli di partecipazione nella nostra terra, piuttosto che dichiararli inutili e superflui. Disattendere anche questa aspettativa sarebbe una vera e propria “dichiarazione di fallimento per qualsivoglia tentativo di partecipazione nella nostra provincia”.
I consiglieri e la consigliera verdi definiscono un fake anche la cosiddetta partecipazione nell’elaborazione della nuova legge urbanistica. Lo stesso Kompatscher lo ha dichiarato senza tanti giri di parole a che cosa serva: 1) sburocratizzazione, 2) vicinanza alla cittadinanza, 3) semplificazione delle pratiche, 4) certezza del diritto e 5) progettabilità. Chi si aspettava obiettivi come 1) tutela del suolo, 2) limitazione della cementificazione, 3) spazio come risorsa, 4) tutela del bene comune e 5) trasparenza è rimasto deluso. L‘elaborazione del disegno di legge purtroppo non è un buon esempio di partecipazione riuscita, ma piuttosto di lobbying riuscito.
Abbandonare binari conosciuti significa necessariamente sviluppare un atteggiamento nuovo, ma soprattutto mostrare il coraggio di cambiare e di aprirsi. E si ha bisogno anche di un’altra cosa: accanto al diritto fondamentale alla sicurezza ci vuole anche la capacità di apprendere, se vogliamo davvero costruire il futuro guardando lontano.
Il discorso di Brigitte Foppa può essere scaricato qui: http://www.verdi.bz.it/brigitte-foppa-haushaltsrede-2018/
Il discorso di Hans Heiss può essere scaricato qui: http://www.verdi.bz.it/hans-heiss-haushaltsrede-2018/
Bolzano 14. 12. 2017
Brigitte Foppa, Hans Heiss, Riccardo Dello Sbarba

L’ultimo fine settimana ha stabilito nuovi record per i mercatini di Natale dell’Alto Adige: le città della provincia sono state invase da centinaia di migliaia di visitatori, migliaia di auto, autobus e camper hanno intasato strade e parcheggi.
I commercianti, gli operatori degli stand e gli albergatori non hanno motivo di lamentarsi, perché stavolta le casse si sono davvero riempite.
Ma molte normali cittadine e cittadini si lamentano del trambusto e della folla. Non è solo un fastidio superficiale, ma la meditata certezza che le città e gran parte del territorio non “appartengano” più a loro e che l’atmosfera dell’Avvento sprofondi definitivamente nel caos del consumismo.
Infatti:

  • I cittadini e le cittadine che non traggono profitto dagli affari natalizi sono drasticamente limitati nella loro mobilità e nella qualità della vita;
  • L’inquinamento atmosferico che già cresce d’inverno è ulteriormente aggravato dal traffico di migliaia di camper e autobus;
  • L’autostrada congestionata da Vipiteno a Verona diventa un’enorme fonte di emissioni nocive;
  • I costi del controllo del traffico e dello smaltimento dei rifiuti gravano sulla comunità, mentre i benefici vanno solo a un numero limitato di persone.

In queste condizioni, le richieste di una terza corsia autostradale, come proposto dal capo degli impianti di risalita Paolo Cappadozzi e appoggiate dal direttore dell’A-22 Pardatscher, non sono solo incomprensibili, ma addirittura ciniche.
Dopo un fine settimana come l’ultimo, che ha fortemente limitato la qualità della vita e la mobilità di molti cittadini e cittadine, la questione dei limiti di questo caos non è più rinviabile.
Ridurre questo orrore dell’avvento nei prossimi anni è un accorato desiderio di molte persone, che non riconoscono più il loro ambiente di vita in fine settimana come l’ultimo e devono pagare per il disordine senza che aver potuto esprimere la propria opinione in merito.
Bolzano, 11.12.2017
Brigitte Foppa
Hans Heiss
Riccardo Dello Sbarba

L’ultimo fine settimana ha stabilito nuovi record per i mercatini di Natale dell’Alto Adige: le città della provincia sono state invase da centinaia di migliaia di visitatori, migliaia di auto, autobus e camper hanno intasato strade e parcheggi. I commercianti, gli operatori degli stand e gli albergatori non hanno motivo di lamentarsi, perché stavolta le casse si sono davvero riempite. Ma molte normali cittadine e cittadini si lamentano del trambusto e della folla. Non è solo un fastidio superficiale, ma la meditata certezza che le città e gran parte del territorio non “appartengano” più a loro e che l’atmosfera dell’Avvento sprofondi definitivamente nel caos del consumismo. Infatti:

  • I cittadini e le cittadine che non traggono profitto dagli affari natalizi sono drasticamente limitati nella loro mobilità e nella qualità della vita;
  • L’inquinamento atmosferico che già cresce d’inverno è ulteriormente aggravato dal traffico di migliaia di camper e autobus;
  • L’autostrada congestionata da Vipiteno a Verona diventa un’enorme fonte di emissioni nocive;
  • I costi del controllo del traffico e dello smaltimento dei rifiuti gravano sulla comunità, mentre i benefici vanno solo a un numero limitato di persone.

In queste condizioni, le richieste di una terza corsia autostradale, come proposto dal capo degli impianti di risalita Paolo Cappadozzi e appoggiate dal direttore dell’A-22 Pardatscher, non sono solo incomprensibili, ma addirittura ciniche. Dopo un fine settimana come l’ultimo, che ha fortemente limitato la qualità della vita e la mobilità di molti cittadini e cittadine, la questione dei limiti di questo caos non è più rinviabile. Ridurre questo orrore dell’avvento nei prossimi anni è un accorato desiderio di molte persone, che non riconoscono più il loro ambiente di vita in fine settimana come l’ultimo e devono pagare per il disordine senza che aver potuto esprimere la propria opinione in merito.

Brigitte Foppa
Hans Heiss
Riccardo Dello Sbarba

Bolzano, 11/12/2017

Ieri a Malles l’assessore altoatesino Richard Theiner e il sottosegretario della Lombardia Ugo Parolo hanno presentato lo studio preliminare per un traforo sotto lo Stelvio.
Lo studio ha valutato diverse ipotesi di tunnel stradale e ferroviario. L’ipotesi stradale è stata decisamente respinta da tutti gli interventi di parte altoatesina: la Val Venosta non può diventare un corridoio per il traffico su gomma tra Germania e Lombardia.
Poiché finora Lombardia e Alto Adige hanno parlato due lingue diverse (di strada a Milano, di ferrovia a Bolzano), auspichiamo che durante l’analoga presentazione che si terrà questa sera a Bormio l’assessore Theiner parli chiaro, seppellendo definitivamente l’ipotesi stradale.
Ma anche i progetti di tunnel ferroviario presentati dalla Regione Lombardia sono inaccettabili. Essi prevedono infatti un treno al servizio della strada, con la possibilità di trasportare su ferrovia le auto, i bus e i camion.
Nelle previsioni, i maggiori utilizzatori del tunnel di circa 30 km sarebbero proprio i mezzi su gomma, che raggiungerebbero la Venosta dall’Europa attraverso passo Resia, monterebbero a cadenza oraria sul treno a Malles, in 25 minuti raggiungerebbero in treno Bormio, lì scenderebbero dal treno e continuerebbero su strada verso Milano.

Lo studio ha evidentemente preso a modello l’analogo tunnel svizzero della Vereina, che con treni navetta ogni 30 minuti consente ai veicoli stradali di evitare il Passo della Flüela e raggiungere la strada per Davos in 18 minuti.
Che il nuovo traforo ferroviario lavorerebbe per la strada lo dimostra anche il fatto che da Bormio a Tirano non esiste alcuna linea ferroviaria. Tra i due centri della Valtellina ci sono 35 chilometri e 900 m di dislivello e servirebbe un tunnel dal costo di oltre un miliardo di euro. Su questo Parolo non ha preso alcun impegno concreto.
In queste condizioni, il progettato traforo ferroviario Malles-Bormio si trasformerebbe in un treno-navetta rapido, con frequenza oraria, per auto, bus e camion; un magnete di traffico su gomma che va respinto.
Un tunnel ferroviario verso Bormio può essere accettabile esclusivamente per il trasporto di persone. Ma la condizione è che la Lombardia porti la ferrovia della Valtellina fino a Bormio. E da questo siamo ancora molto lontani.
 
 
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hans Heiss
 

  1. 12. 2017

Dopo il lamento dei mesi scorsi sul fatto che nelle scuole materne tedesche ci siano troppi bambini di altre lingue, la giunta provinciale ha deciso di centralizzare le iscrizioni. Si vuole arrivare a una più equa distribuzione dei bambini di varie lingue su tutte le scuole materne. Alla maggioranza politica magari sembra plausibile, ma in realtà sorgono molti problemi nuovi.
Ad esempio, i genitori possono, al momento dell’iscrizione, indicare la scuola materna preferita, e possono indicare anche una seconda scelta. Questa però è limitata alla stessa lingua di insegnamento. Quindi una famiglia che sceglie di iscrivere il figlio o la figlia in una scuola materna tedesca non può indicare come seconda scelta una scuola, dello stesso quartiere, ma italiana – opzione che per molti genitori sarebbe molto più sensata e vantaggiosa.
Ci si chiede poi anche come avverrà l’assegnazione delle scuole materne di “prima scelta”. A chi viene data la priorità? Ai bambini “tedeschi”? A quali, tra tutti gli iscritti? Come si fa poi a capire di quale lingua è un bambino o una bambina di due anni? I genitori dovranno indicarla? Cosa indicano i genitori di bambini bilingue? E cosa succede se si rifiutano o se non dicono “il vero”?
Le domande sono scottanti, perché il tema è questione dell’autonomia della nostra provincia, ma anche della libertà di scelta dei genitori, della convivenza dei gruppi linguistici e, forse prima di tutto il resto, della parità di diritti di tutti i bambini e di tutte le bambine.
Abbiamo perciò formulato una serie di domande alla giunta provinciale e presentato questa interrogazione:

  1. Come avverranno assegnati i bambini e le bambini alle singole scuole materne, nello specifico:
  • a quali genitori verrà data la priorità della prima scelta?
  • secondo quali criteri verrà deciso quale bambina/o verrà assegnato a quale scuola materna?
  • qualora questi criteri siano di natura linguistica: come si farà, a livello di direzione di scuole materne, a decidere quale sia la lingua della bambina/del bambino?
  • dove avverranno i colloqui con le famiglie per capire se la bambina/il bambino parla “abbastanza tedesco”? A livello di direzione o a livello di singola scuola materna? Chi condurrà questi colloqui? Verrà steso un verbale? Cosa succede se una famiglia non si presenta?
  • dove verrà stesa la lista delle bambine/dei bambini che saranno accolti in una scuola materna piuttosto che in un’altra? Come avverrà la comunicazione alla famiglia? Ci sarà facoltà di ricorso?
  • come saranno inquadrati i bambini bilingue? Avranno lo stesso diritto alla scelta prioritaria come i bambini monolingua (“tedeschi”)?
  1. Perché non è possibile indicare, come seconda scelta per chi lo desiderasse, una scuola materna dell’altra lingua?
  2. Come viene, nel complesso, garantito il diritto dei genitori di scegliere liberamente la scuola per le proprie figlie e i propri figli?
  3. Come viene, nel complesso, garantita la tutela dei dati personali e della privacy?

BZ, 4.12. 2017
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hans Heiss

Il previsto record annuale ci dà l’occasione per cambiare rotta

Alla fine della stagione 2017 il turismo sudtirolese ha ottenuto un altro record: grazie all’estate fortissima con 20,4 milioni di pernottamenti, l’intero anno 2017 supererà con agilità i 33 milioni. Il trend è sicuramente una buona notizia per l’occupazione e le aziende turistiche, per l’artigianato, i rifornitori e l’edilizia.
L’estate da record del 2017, con un aumento di pernottamenti del 3,4%, dopo il balzo dell’estate 2016 (+7,9%), dà sì grandi soddisfazioni, ma pone l’Alto Adige con forza davanti a noti punti interrogativi.
Siamo ben raggiungibili, purtroppo con i mezzi sbagliati
Anche il 2017 da record smentisce le lamentele sulla difficile raggiungibilità dell’Alto Adige. Mai come ora, nonostante l’assenza dell’aeroporto, arrivano così tanti turisti, che hanno scelto la nostra provincia come meta proprio a causa dei pericoli intrinseci a viaggi aerei e internazionali. Purtroppo l’85% degli ospiti ci sono arrivati con la propria automobile invece che non le possibilità sicuramente limitate dei mezzi ferroviari.
Il flusso di traffico legato al turismo è una questione chiave per il futuro ed ancora senza risposta. Il numero degli ospiti cresce, mentre la durata del soggiorno cala, ormai sotto i 4 giorni. Per questo presto avremo bisogno non solo di nuovi sistemi di trasporto, ma di una vera e propria rivoluzione dei trasporti. Perché altrimenti non sarà solo la qualità di vita e essere messa sotto pressione nei periodi di alta stagione, ma anche la fama dell’Alto Adige come regione quiete e relax.
Più qualità invece di ulteriore crescita
L’Alto Adige/Südtirol è, insieme al Tirolo, la provincia con la più alta intensità turistica di tutto l’arco alpino. Da nessun’altra parte ci sono così tanti turisti in relazione alla popolazione come da noi. Un’ulteriore crescita non è più sostenibile, nemmeno dal punto di vista del numero dei letti. Tra il 2016 e il 2017 sono stati costruiti più di 260.000 metri cubi in strutture turistiche nuove o riqualificate. La cosa corrisponde a 250 case monofamiliari o al centro di Bolzano. Se il boom di nuove strutture alberghiere continua così, il settore turistico rischia di segare il proprio il ramo.
Accanto all’ondata di investimenti abbiamo bisogno di modelli diversi
Il settore delle funivie fiuta grandi possibilità per nuovi collegamenti e aree sciistiche:  Sesto-Sillian, Valle lunga, Klausberg-Speikboden, Vipiteno/Monte Cavallo sono solo alcuni degli ampliamenti in progetto.
Il “turismo dolce” sembra invece ormai in estinzione. Ma è una valutazione errata: già ora cresce il numero delle persone che apprezzano e cercano un’offerta turistica rispettosa del clima, del paesaggio e delle culture. Intere vallate come la Val di Funes dimostrano come si possa sviluppare una tipologia di turismo che attira ospiti interessati alla sostenibilità, alla salute e alla regionalità.
La crescita obbliga il turismo a nuove responsabilità
Il turismo in Alto Adige/Südtirol dovrebbe restare un player potente, ma limitato. La questione del limite massimo e della sostenibilità per persone e ambiente deve essere posta con maggiore decisione: con il previsto traguardo di 33 milioni di pernottamenti, grazie all’estate 2017 da record, il limite massimo è in vista.
Il futuro dell’Alto Adige/Südtirol è anche nelle mani di altri settori, come quello industriale, che con un più basso utilizzo di risorse e posti di lavoro qualificati genera un alto valore aggiunto.
Il turismo invece, nonostante tutto il successo, è un prodotto maturo che guadagna solamente da una autolimitazione.
E infine: il territorio turistico dell’Alto Adige, che approfitta così tanto delle conseguenze del terrorismo dell’insicurezza, deve dare una migliore prova di sé nell’accoglienza e assistenza ai profughi, rispetto a quanto fatto fin’ora. Alcune roccaforti turistiche, che di solito si vantano di grande ospitalità e disponibilità di posti letto, in questo ambito dimostrano una rigidità spaventosa.
01.12.2017
Hans Heiss
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa

Accesa e bella discussione oggi in Consiglio provinciale su due nostre mozioni con cui abbiamo portato avanti il tema della valorizzazione e del sostegno all’imprenditoria femminile nella nostra provincia. La nostra richiesta per un „Sostegno concreto alle imprenditrici e libere professioniste“ è stata accolta con la seguente versione deliberativa:
“Il Consiglio impegna la Giunta provinciale a elaborare in collaborazione con le organizzazioni rappresentative del settore economico e con la Consigliera di parità, delle strategie per migliorare la conciliabilità tra famiglia e lavoro a vantaggio delle imprenditrici”.
È un segnale positivo da parte del Consiglio provinciale. E positivo è stato anche “che da tutti gli interventi sia stato espresso grande riconoscimento verso le tante donne che lavorano autonomamente e che sono imprenditrici“ – afferma la prima firmataria Foppa. Il dibattito è stato in gran parte molto costruttivo. „Non dobbiamo dimenticarci che si tratta di creare un mondo del lavoro più umano e non far sì che siano le persone a doversi adattare a condizioni di lavoro disumane”, conclude Riccardo Dello Sbarba.
Bolzano, 30/11/2017
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hans Heiss


Non è passato nemmeno un mese da quando il Presidente Kompatscher ha promesso pubblicamente che non ci sarebbe mai stato un allungamento della pista di decollo dell’aeroporto. La dichiarazione è stata fatta esattamente l‘8 novembre scorso, durante la discussione sulla nostra mozione, con cui chiedevamo l’eliminazione dal piano regolatore (PRG) di Laives della possibilità di allungamento della pista da 1292 m a 1432 m. „Non è necessario approvare la mozione – disse allora Kompatscher – poiché nessuno finora ha presentato progetti che prevedono un allungamento della pista e comunque, anche se qualcuno lo proponesse, la Giunta provinciale non darebbe la sua approvazione”.
Ora veniamo a sapere che un documento interno della SAD – uno dei tre soggetti che si sono dichiarati interessati alla gestione dell’aeroporto – è finito involontariamente nelle mani della ASGB.  Nel documento, il quale contiene diverse possibilità d’investimento, si parte dal presupposto che sia possibile un allungamento della pista.
Di fronte alle intenzioni Sad, chiediamo patti chiari. Chiunque si proponga come nuovo gestore dell’aeroporto deve sapere fin da ora che le dimensioni della pista non potranno essere modificate, nel rispetto della volontà popolare che è stata espressa nel referendum sull’aeroporto del giugno 2016.
E non c’è nessun modo più chiaro e inequivocabile per comunicare questa decisione, che eliminare dal piano urbanistico di Laives ogni possibilità di allungamento. Purtroppo delle sole promesse non ci si può fidare.
Bolzano, 30. 11. 2017
 
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hans Heiss

Accesa e bella discussione oggi in Consiglio provinciale su due nostre mozioni con cui abbiamo portato avanti il tema della valorizzazione e del sostegno all’imprenditoria femminile nella nostra provincia. La nostra richiesta per un “Sostegno concreto alle imprenditrici e libere professioniste” è stata accolta con la seguente versione deliberativa: “Il Consiglio impegna la Giunta provinciale a elaborare in collaborazione con le organizzazioni rappresentative del settore economico e con la Consigliera di parità, delle strategie per migliorare la conciliabilità tra famiglia e lavoro a vantaggio delle imprenditrici”. È un segnale positivo da parte del Consiglio provinciale. E positivo è stato anche “che da tutti gli interventi sia stato espresso grande riconoscimento verso le tante donne che lavorano autonomamente e che sono imprenditrici” – afferma la prima firmataria Foppa. Il dibattito è stato in gran parte molto costruttivo. “Non dobbiamo dimenticarci che si tratta di creare un mondo del lavoro più umano e non far sì che siano le persone a doversi adattare a condizioni di lavoro disumane”, conclude Riccardo Dello Sbarba.

Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hans Heiss

Bolzano, 30/11/2017

 

Gli effetti del glifosato sono noti da tempo: dove viene utilizzato la biodiversità diminuisce drasticamente. L’erbicida uccide piante verdi naturali e così elimina l’habitat di altre forme viventi come insetti, rettili e uccelli, tutte necessarie al mantenimento di ecosisistemi vivi e funzionali.
Ma è soprattutto l’effetto cancerogeno l’aspetto più problematico. L’IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ha classificato il glifosato come sostanza probabilmente cancerogena.
Per questi motivi oltre un milione di persone da tutta Europa ha alzato la voce per dire no al prolungamento del permesso di diffusione e utilizzo. Anche il Parlamento europeo ha rafforzato questa posizione, votando per la riduzione del suo uso e per un più rapido ritiro dal mercato. Ora però il permesso per il suo utilizzo è stato prolungato e questo perché il dimissionario ministro tedesco per l’agricoltura si è presa il diritto di esprimersi contro gli accordi presi internamente e ha quindi votato a favore della proroga. Ai margini va detto che Monsanto, la multinazionale che vende le sementi resistenti al glifosato, a breve dovrebbe venire acquistata dalla multinazionale tedesca Bayer.
La decisione presa dall’UE è antidemocratica e lesiva della salute. Ma il confronto continua e l’ultima parola non è stata ancora pronunciata. I Verdi sudtirolesi continueranno a impegnarsi con forza per l’eliminazione del glifosato soprattutto nella nostra provincia. La vittoria della Monsanto per ora è solo una vittoria di Pirro.
 
Bolzano, 28/11/2017
Hans Heiss
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa