Numerosi i presenti dei nostri young greens southtyrol all’Assemblea Provinciale dei Verdi Grüne Vërc di sabato scorso. Si è inaugurato la campagna elettorale con Laura Boldrini per le elezioni del 4 marzo. Alle nostre candidate e ai nostri candidati auguriamo un grande successo!
(Foto: i membri dei giovani verdi sudtirolo con i co-portavoci dei Verdi del Sudtirolo: Brigitte Foppa e Tobias “Tobe” Planer)

I Verdi dell’Alto Adige Südtirol si presentano alle elezioni politiche del 4 marzo in tutti i collegi con „Liberi e Uguali“. Norbert Lantschner e Laura Polonioli sono candidato e candidata nel collegio Bolzano/Bassa Atesina, Markus Frei e Cornelia Brugger si presentano nel collegio Val d’Isarco-Pusteria, Vanda Carbone e Hannes Obermair si candidano per Merano/Venosta. La dottoranda Giulia Motta Zanin e il fotografo Gianni Bodini completano le candidature al proporzionale di Camera e Senato. All’assemblea dei Verdi presente la Presidente della Camera Laura Boldrini. Festeggiato il deputato uscente Florian Kronbichler.
Al contrario di altri partiti dell’Alto Adige, i Verdi sudtirolesi hanno deciso di offrire un’alternativa democratica alle prossime elezioni politiche – nonostante l’assurda legge elettorale che svantaggia oltremodo i partiti più piccoli. Se non si può scegliere, non sono elezioni, questo il semplice motto che stava alla base della scelta di presentarsi comunque. L’alleanza con la lista „Liberi e Uguali“ nata intorno alla presidente della Camera Boldrini e al presidente del Senato Grasso era la scelta programmatica più ovvia. Era impossibile seguire i Verdi Italiani che avevano scelto di presentarsi insieme al PD: a livello locale, infatti, è stato subito chiaro che non c’era nessun interesse nel PD, e tantomeno nella SVP, di avviare una collaborazione alla pari.
La presidente della Camera Laura Boldrini ha voluto accompagnare personalmente l’aggregazione dei Verdi sudtirolesi a Liberi e Uguali, tant’è che era presente alla presentazione della lista e delle candidate e dei candidati a Bolzano. “Ho voluto che la mia prima manifestazione di queste elezioni fosse proprio a Bolzano – ha detto la Presidente della Camera –  perché coi Verdi del Sudtirolo mi uniscono i miei ideali e il mio pensiero: il femminismo, l’ecologia, la solidarietà sociale, la convivenza pacifica tra lingue e culture diverse e, non per ultimo, l’onestà politica e un impegno disinteressato per un mondo in cui ciascuna e ciascuno veda riconosciuto il proprio diritto alla felicità”.
Nell’ambito dell’assemblea è stato anche salutato il parlamentare uscente Florian Kronbichler. La sua presenza a Roma accanto ai parlamentari della Volkspartei ha fatto risuonare in parlamento una voce fuori dal coro e ha fatto bene alla democrazia altoatesina. Kronbichler si è impegnato in prima persona nella costruzione della nuova lista elettorale per le elezioni del 4 marzo.
Ecco che allora, non senza orgoglio, i co-portavoce Brigitte Foppa e Tobias Planer, i consiglieri provinciali Riccardo Dello Sbarba e Hans Heiss e i presidenti del Coordinamento Provinciale Karl Tragust e Silvia Simoni hanno potuto presentare all’assemblea la bella rosa di candidati per Camera e Senato nei collegi e nelle liste proporzionali.
Questi i nomi:
Collegio Val d’Isarco-Pusteria
Camera:
Markus Frei, *1972, Educatore professionale e portavoce della Lista Alternativa Ecosociale Bressanone
Senato:
Cornelia Brugger, *1965, Maestra di scuola materna e consigliera comunale a Brunico
Collegio Merano-Venosta
Camera:
Vanda Carbone, *1951, insegnante e consigliera comunale di Merano, assessora dal 1999 al 2010
Senato:
Hannes Obermair, *1961, storico e docente all’Università di Innsbruck
Collegio Bolzano-Bassa Atesina
Camera:
Norbert Lantschner, *1956, Consulente per energia, ambiente e clima, consigliere comunale a Bolzano
Senato:
Laura Polonioli, *1971, Avvocata e vicepresidente della Convenzione sull‘Autonomia
La lista del proporzionale in Regione è guidata da Norbert Lantschner. Seguono 2 rappresentanti del Trentino e Giulia Motta Zanin, (*1990) di Bolzano e dottoranda di ricerca al Politecnico di Bari, in «Rischio e sviluppo ambientale, territoriale ed edilizio».
La lista viene completata dal fotografo e autore venostano Gianni Bodini, *1948, che si candida per il proporzionale regionale al Senato.
Tutte e tutti loro si impegneranno per un Alto Adige Südtirol più moderno e aperto, nello spirito di solidarietà verso le altre regioni italiane ed europee. L’autonomia deve essere sviluppata solo nella condivisione paritaria tra tutti i gruppi linguistici, per fare in modo che tutte le persone che vivono qui possano sentirsi ugualmente a casa. Questo è importante in questo momento verso il gruppo linguistico italiano, che in queste elezioni rischia di uscire umiliato dall’irresponsabilità dei partiti di governo. Autonomia non significa privilegio ma consapevolezza di diversità. Un movimento ecologista ha il compito di tutelare natura e ambiente nel senso del rispetto e dell’attenzione verso la vulnerabilità degli ecosistemi – sempre in concomitanza con gli obbiettivi di equità sociale e della fondamentale eguaglianza di diritti per tutte e tutti.

Con l’approvazione della mozione favorevole al Tram del Gruppo Verde, firmata in una versione modificata anche da alcuni colleghi del Gruppo Svp, il Consiglio provinciale fissa in modo definitivo la scelta di fondo di realizzare un collegamento su binari non solo tra Bolzano e l’Oltradige, ma anche di realizzare una rete di tram anche all’interno del capoluogo Bolzano per collegare importanti nodi di trasporto, come l’ospedale.
Importante l’impegno sancito dalla mozione di decidere attraverso una intesa coi comuni interessati su importanti argomenti ancora aperti come il tracciato, la tecnologia e soprattutto il modello di finanziamento. Con questa mozione il Consiglio provinciale ha sancito in modo irreversibile la decisione di adottare il modello tram come soluzione sostenibile e moderna per affrontare il tema della mobilità dentro la città di Bolzano e nei sui collegamenti coi comuni limitrofi.
In PDF: il testo della mozione approvata dal Consiglio provinciale
[gview file=”http://www.verdi.bz.it/wp-content/uploads/2018/01/Überetscher-Bahn-Tram-Bolzano-Oltradige.-Ersetzungsantrag-Emendamento-sostitutivo.pdf”]

Chiediamo ai partiti al governo una linea chiara e di prendere in considerazione tutti i gruppi linguistici dell’Alto Adige nella discussione sul doppio passaporto.
Durante il suo primo incontro con il Ministro degli esteri Alfano a Roma, la nuova Ministra degli esteri austriaca Karin Kneissl ha affrontato, e per ora sdrammatizzato, il tema della doppia cittadinanza per i sudtirolesi. Nel corso del dibattito d’attualità, rispondendo a una nostra interrogazione, ieri la Giunta ha preso le distanze da tale richiesta, ma non ha mai smentito le dichiarazioni che invece sostengono il contrario. I partiti di destra continuano a festeggiare. I Freiheitlichen austriaci continuano a fare pressione. Nel mezzo di questo caos in buona parte prodotto da lei stessa, la SVP si dimena da una dichiarazione all’altra continuando a contraddirsi. Con la sua stessa incertezza e l’intrinseco travaglio amletico trasmette insicurezza ovunque, al di là dell’appartenenza politica.
Siamo sempre reticenti a criticare apertamente le decisioni strategiche di altri partiti, ma qui ci sentiamo in dovere di criticare con grande chiarezza la debolezza e la mancanza di orientamento del partito al governo della nostra Provincia. Sul tema del doppio passaporto la SVP non si dimostra assolutamente all’altezza di un partito con la pretesa di governare la Provincia con la maggioranza assoluta. Si è piegata alla pretese dei partiti della destra tedesca per poi rendersi conto con stupore dell’opinione diversa di tante cittadine e cittadini preoccupati. E ora si ritrova combattuta tra i problemi pratici sulla via della doppia cittadinanza, sospinta dagli avvertimenti delle persone ragionevoli e dalla pressione esercitata dalla parte “patriottica”.
Mentre il dibattito ha ormai raggiunto l’interesse internazionale, in Alto Adige si continua a dimenticare il problema principale e cioè che l’accesso alla doppia cittadinanza sarebbe riservato solo a una parte della popolazione. Noi abbiamo continuato a richiamare l’attenzione su questo dilemma esistenziale, purtroppo senza esiti. E ciò dimostra fino a che punto il tema della convivenza tra i gruppi linguistici sia finito ai margini del dibattito interno. Il gruppo linguistico italiano non è mai stato così sotto rappresentato in Consiglio provinciale e in tutta la vita politica e l’inspiegabile silenzio del PD, partner di governo, fa sì che le persone di lingua italiana vengano praticamente dimenticate. Questa tendenza a ignorare è allo stesso tempo un sintomo e un avvertimento.
È assolutamente necessario che il tema della doppia cittadinanza venga affrontato prendendo seriamente in considerazione le diverse prospettive di TUTTI i gruppi linguistici in Alto Adige/Südtirol. Chiediamo ai partiti al governo, SVP e PD, di esprimere una chiara posizione, di elaborare una strategia trasparente e di comunicare finalmente alla popolazione in quale direzione stiamo andando.
BZ, 17.01.2018
Brigitte Foppa
Hans Heiss
Riccardo Dello Sbarba


Il 5 gennaio 2018, sull’Alpe di Siusi, si è tenuto l’evento “Bike & Sci”. La manifestazione, che vedeva in gara sulla pista Bullaccia una combinazione di motociclisti e sciatori, è stata organizzata dall’Alpe di Siusi Marketing Soc. coop. Da quanto leggiamo, la gara funzionava in questo modo: i motociclisti eseguivano il tratto in salita sulla pista coperta di neve e di ghiaccio, mentre gli sciatori facevano la discesa. Il titolo dell’evento “Bike & Sci” potrebbe trarre in inganno, ma non si trattava di mountainbike bensì di motorbike. Siamo quindi a dir poco stupiti che una gara di questo tipo abbia potuto essere realizzata in un parco naturale, quello dello Sciliar-Catinaccio, che fa anche parte del patrimonio naturale dell’UNESCO. Dai media veniamo a sapere che, oltretutto, mancava l’autorizzazione da parte degli organi e degli uffici competenti.
 
Pertanto chiediamo alla Giunta provinciale:

  • È vero che non è stata emessa alcuna autorizzazione da parte degli organi competenti, sia a livello comunale che provinciale, per l’organizzazione dell’evento? Se sì, perché dunque l’evento “Bike & Sci” ha potuto ugualmente avere luogo?
  • Gli organizzatori dell’evento subiranno le conseguenze di quanto accaduto? E se sì, in quale modo?
  • Come intende muoversi la Giunta provinciale in vista di altri eventi di questo tipo?
  • Cosa intendono fare la Giunta provinciale e l’IDM per impedire manifestazioni invasive che compromettono la protezione dell’ambiente e del paesaggio?
  • Quale tipo di turismo e sport intende promuovere la Giunta provinciale?

 
Bolzano, 16 gennaio 2018
Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hans Heiss
 
 

Se oggi i governatori dell’Euregio e gli/le assessori/e competenti di ambiente e trasporti si incontrano per un vertice su traffico e trasporti, vuol dire che tutti hanno preso atto della gravità della situazione del traffico sull’asse del Brennero: 2,25 milioni di camion e una notevole crescita del trasporto individuale sotterrano le speranze di una diminuzione o quanto meno di una stabilizzazione della valanga di traffico.
La salute di chi vive lungo l’asse di transito e delle zone urbane merita da tempo attenzione e protezione. Ma è inutile farsi illusioni. Noi Verdi ci aspettiamo poco dal vertice odierno: purtroppo è poco plausibile che si giunga a una strategia condivisa dell’Euregio con misure concrete quali l’aumento dei pedaggi, il divieto di transito notturno e il limite dei 100 km/h, secondo l’esempio tirolese.
Ci basterebbe (e anche in questo caso saremmo stupiti se accadesse) che per l’Alto Adige venissero definiti dei passi minimi: la riattivazione della stazione di misurazione dell’aria  in Valle Isarco ormai disattiva da un anno, una stazione di controllo dei mezzi pesanti a Vipiteno e il massimo utilizzo dell’autostrada ferroviaria (RoLA) verso sud.
Sarebbero tre piccoli passi per ricostruire la fiducia verso le politiche sul traffico di transito. Non ci aspettiamo molto di più. Anche uno spostamento del traffico di transito deviato di ca. 800.000 camion all’anno resta un sogno, così come un pedaggio adeguato o la fine del privilegio dei prezzi stracciati del diesel austriaco, così come richiesto dall’assessora tirolese Ingrid Felipe.
 
Bolzano, 15/1/2018
Hans Heiss
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

Il Coordinamento Provinciale dei Verdi ha deciso nella sua riunione di sabato, 30 dicembre, di aderire alla Lista „Liberi e Uguali“ guidata dal Presidente del Senato Pietro Grasso e dalla Presidente della Camera Laura Boldrini.

La decisione è stata presa a larghissima maggioranza dopo un lungo processo di confronto con le varie opzioni che si prospettavano – anche considerando la legge elettorale che penalizza fortemente i partiti regionali che non si chiamino SVP.

Rammaricati per la lacerazione del centro sinistra in Italia e consapevoli del fatto che i nostri colleghi dei Verdi Nazionali hanno scelto la coalizione con il Partito Democratico, la decisione è stata particolarmente difficile. La delusione di molte persone del centro-sinistra per le politiche del PD e della SVP e l’indifferenza di questi due partiti non solo verso la costruzione di una coalizione basata sulla pari dignitá tra tutte le forze politiche, ma anche – anzi, soprattutto – verso i temi più scottanti del momento, ci ha portati a fare una rigorosa verifica programmatica.

Su questa base abbiamo optato di continuare a puntare sui temi ecosociali, perché è lí che sentiamo la maggiore mancanza e il maggiore potenziale di sviluppo.

Con Liberi & Uguali la vicinanza programmatica sui temi della giustizia sociale, della solidarietà con i più deboli, della salvaguardia dell‘ambiente è evidente. Condividiamo gli obbiettivi principali e ci sarà sicuramente possibilità di ampliare il programma elettorale di ulteriori riferimenti ecosociali ed europei.

Speriamo in un confronto elettorale leale e onesto e come sempre ci impegneremo per una politica seria, rispettosa e che metta al centro idee e valori al posto di egoismi e vanità. Pensiamo che sia proprio questo di cui l’Italia ha bisogno.

Brigitte Foppa e Tobias Planer, co-portavoce provinciali
Karl Tragust, Presidente del Coordinamento Provinciale
Riccardo Dello Sbarba e Hans Heiss, Consiglieri Provinciali
Florian Kronbichler, Deputato alla Camera

 

Partiamo dai fatti: già oggi in Europa migliaia di persone hanno un doppio passaporto. Ciò rispecchia a buon diritto la storia loro e della loro famiglia in un’Europa i cui confini sono stati continuamente attraversati. La nostra posizione è invece contraria alla trasposizione di un diritto individuale in un diritto collettivo, che in questo caso riguarda la popolazione di lingua tedesca e ladina dell’Alto Adige. NOn vogliamo che si crei una disparità di diritti, verso altre persone spesso residenti nella nostra provincia da molto tempo, quando non da più generazioni.
Alcuni in questo momento propongono che, se doppia cittadinanza deve essere, allora lo sia per tutti quelli che risiedono nella nostra provincia, italiani e immigrati compresi. La proposta è fatta con ottime intenzioni, ma purtroppo è illusoria. Infatti, a quanto ci è dato sapere al momento, il diritto alla doppia cittadinanza sarebbe limitato a due gruppi di persone:

  1. a persone che possono dimostrare di avere (avuto) degli antenati in Alto Adige/Südtirol, cittadini dell’Impero austroungarico fino all’annessione all’Italia (diritto per discendenza)
  2. a persone che appartengono ai gruppi linguistici tedesco o ladino (per la funzione tutrice dell’Austria verso entrambi questi gruppi).

Questo comporterebbe una serie di problemi:
Problemi pratici:

  • il diritto per discendenza comporta le seguenti domande: chi può dimostrare (e come) che i suoi antenati un tempo, prima del 1919, erano cittadini/e dello Stato austriaco se nei nostri Comuni gli uffici dell’anagrafe sono stati introdotti solo a partire dal 1922? Bisognerà andare a rovistare nei registri dei battesimi degli archivi parrocchiali?
  • L’altro criterio, quellodell’appartenenza linguistica, comporta anche la domanda su chi faccia parte davvero, oggi, dei gruppi ladino e tedesco. Si pensa di portare come prova la dichiarazione di appartenenza linguistica? Questa è stata istituita per un altro scopo, completamente diverso, cioè la distribuzione delle risorse pubbliche secondo la proporzionale. Chi si dichiara per un gruppo o per l’altro lo fa per un calcolo di convenienza. Che cosa succederebbe con tutte le persone  che si sono aggregate per una simile scelta? In futuro gli/le italiani/e dovranno scegliere a quale gruppo appartenere a seconda se vorranno avere la cittadinanza austriaca oppure se riterranno più conveniente dichiararsi italiani secondo la distribuzione delle risorse? Una tale contraddizione potrebbe passare un esame giuridico?
  • Nel caso non si proceda in base alla dichiarazione di appartenenza ai gruppi linguistici, come si appurerà chi è “tedesca/o” e chi è “ladina/o”? E come sempre si dimentica sempre un aspetto: quale sarebbe la posizione delle persone bi- e plurilingui della nostra terra? Quali sarebbero i loro diritti e come li potranno acquisire?

Problemi politici, sociali e questioni legate all’autonomia:

  • Nella nostra terra si verrà a creare un divario nei diritti: una parte delle cittadine e dei cittadini sudtirolesi potrà richiedere la doppia cittadinanza, un’altra parte no. Questo fomenterà ancora di più l’impressione delle persone di lingua italiana di una loro progressiva emarginazione. Sicuramente non saranno molti gli italiani e le italiane con il desiderio di divenire cittadine e cittadini austriaci, ma la sola prospettiva di non averne assolutamentediritto farà crescere il senso di discriminazione. In una situazione di rassegnazione e scoraggiamento come quella attuale, il gruppo linguistico italiano non ha bisogno di ulteriori attacchi. Non dimentichiamo che la rappresentanza italiana col in 14% in Consiglio provinciale e il 12,5% in Giunta è di molto inferiore rispetto alla reale presenza italiana tra la popolazione [26% secondo il censimento del 2011].
  • I partiti della destra tedesca provocano da anni con questa richiesta. Con il palese richiamo all’ingiustizia storica, senza dubbio commessa nei confronti dell’Alto Adige nel 1918, viene minata in continuazione l’autostima collettiva della popolazione sudtirolese. Qualsiasi identificazione con lo Stato italiano viene etichettato e biasimato come nazionalismo. Proposte politiche, dalla maglia per gli sportivi sudtirolesi fino alla proclamazione dell’autodeterminazione per l’Alto Adige, servono solo a tenere viva la separazione etnica. Questo continuo punzecchiare ha portato a una gara a chi è più discriminato e a una lotta per il ruolo della vittima tra il gruppo tedesco e quello italiano. I presupposti per un ragionamento pacifico e rispettoso nella nostra terra continuano a deteriorarsi. La doppia cittadinanza rafforza ancora di più questo meccanismo perverso.
  • Su un altro livello bisogna poi tenere presente quali sarebbero le conseguenze che il doppio passaporto provocherebbe sui rapporti tra l’Alto Adige/Südtirol e l’Italia, tra l’Alto Adige/Südtirol e l’Austria e tra l’Austria e l’Italia. L’equilibrio difficile e sempre traballante degli ultimi anni sembra essersi già indebolito dopo il semplice annuncio da parte del governo austriaco di una tale possibilità.
  • Pensiamo poi a quale situazione potrebbe verificarsi se solo poche persone di lingua tedesca o ladinachiedessero il passaporto austriaco. Roma potrebbe dedurne che il rapporto con l’Austria abbia perso di significato e la funzione tutrice di Vienna si indebolirebbe. Se per evitare questo esito negativo partisse una campagna massiccia per convincere più persone possibile a richiedere la doppia cittadinanza, si rischierebbe una spaccatura verticale del gruppo di lingua tedesca tra chi si dimostrerebbe “fedele” al passato austriaco e chi si rivelerebbe un “traditore”. In ogni caso, una corsa alla cittadinanza austriaca indurirebbe le relazioni con l’Italia e sarebbe del tutto controproducente rispetto all’ampliamento dell’autonomia.
  • La concessione di una doppia cittadinanza ai e alle sudtirolesi rischia di farci uscire dalla strada dell’autonomia. Non dimentichiamo la storia: clausola fondamentale dell’accordo Degasperi-Gruber fu la restituzione della cittadinanza italiana a chi l’aveva persa optando nel 1939 per la Germania. L’autonomia dunque trova la sua origine e ragion d’essere nella tutela di una minoranza tedesca e ladina all’interno dello stato italiano. Se domani, invece, una parte consistente della popolazione sudtirolese diventasse anche cittadina austriaca, da Roma si potrebbe affermare che basta questa doppia cittadinanza a tutelare chi non si sente italiano, mentre chi si è accontentato della sola cittadinanza italiana non ha bisogno di tutela. In entrambi i casi l’autonomia diventerebbe superflua e anche la “funzione tutrice” dell’Austria cambierebbe natura: non riguarderebbe più il Sudtirolo, ma solo chi ha chiesto e ottenuta la doppia cittadinanza. È su questa strada che vogliamo metterci? E non sarà proprio per questo che i portabandiera della doppia cittadinanza sono proprio i partiti che considerano l’autonomia un ferrovecchio da mettere in soffitta?

Quindi ci domandiamo: a che cosa serve la spinta verso la doppia cittadinanza? Questa richiesta porta la nostra Provincia indietro o avanti? Contribuisce a una convivenza positiva dentro l’Alto Adige/Südtirol e alla sua apertura europea?
Noi pensiamo di no: La direzione in cui muoversi sulla questione della cittadinanza può essere solo l’Europa. La collezione di cittadinanze statali da parte di singoli cittadini e cittadine non ci fa procedere di un solo centimetro in questa direzione. Il progetto delle doppia cittadinanza ci sembra essere legato a doppio filo al passato e per nulla al futuro. E provoca già ora malumore e smarrimento.
 
Consigliamo di riflettere a fondo su questa questione e sulle sue conseguenze sulla società sudtirolese e sull’autonomia. Liberiamoci dalle favole che raccontano i partiti secessionisti della destra tedesca. Ci appelliamo soprattutto ai partiti al governo in Alto Adige, perché assumano un atteggiamento fermo, responsabile e di buon senso.
 
Cons.prov. Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba, Hans Heiss
 
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I vertici di ÖVP e FPÖ hanno concluso velocemente la formazione del nuovo governo a Vienna. Esattamente due mesi dopo le elezioni, nasce il gabinetto Kurz-Strache. Con tre sorprese: tante nuove facce, una folta rappresentanza di donne nelle file della ÖVP mentre la FPÖ si è accaparrata i ministeri dell’interno e della difesa, occupando questi due dicasteri chiave con due esponenti dell’area intransigente come Kickl e Kunasek.
Il programma del nuovo governo si basa sui principi della stabilità, della sicurezza e della riduzione delle tasse – l’avvio dunque di un percorso verso uno stato forte e neo-liberista. Taglio delle tasse, riforma radicale dei tempi di lavoro e della assicurazione sanitaria, demolizione del sistema di compartecipazione: tutto ciò va incontro alle richieste dell’economia. Mentre i richiedenti asilo e i migranti, e più in generali tutti i ceti sociali più deboli vengono messi sotto pressione. Il potenziamento delle forze di polizia e del controllo sui dati personali indicano la tendenza verso un cambio di sistema, verso l’autoritarismo. Il riconoscimento dell’Europa è fatto a mezza bocca, poiché l’invocazione della “sussidiarietà” suggerisce soprattutto l’intenzione di rafforzare lo Stato nazionale.
La disponibilità – tuttavia piena di se e ma – ad esaminare la doppia cittadinanza per i e le sudtirolesi dimostra che questa richiesta è finita nel programma di governo solo per la pressione dei Freiheitlichen sudtirolesi, della Südtiroler Freiheit e di una parte della Svp, senza immediate conseguenze per adesso, poiché Vienna conosce benissimo quante incognite presenta questa soluzione sia per l’Alto Adige che per l’Austria.
La presentazione moderata e accompagnata da armonia della nuova coalizione austriaca non può ingannare: Kurz, Sprache, Kickl e compagnia hanno pianificato una trasformazione radicale della Repubblica d’Austria. Questo piano avrà effetti profondi sull’Europa e anche sul Sudtirolo, che con una simile “potenza tutrice” sul groppone verrà spinto a spostarsi sempre più a destra.
Noi Verdi vediamo nella partenza della nuova coalizione non certo motivi di soddisfazione e terremo sotto stretta osservazione le sue conseguenze preoccupanti sulla nostra Provincia e quando ci vorrà non terremo di certo la bocca chiusa.
Brigitte Foppa e Tobe Planer, portavoce e consigliera provinciale
Hans Heiss e Riccardo Dello Sbarba, Consiglieri provinciali
​Bolzano 17. 12. 2017