INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ

Il 2/5/19 la Comunità della Bassa Atesina (18 comuni) ha approvato il documento “07012/A1/0500 Ampliamento aeroporto Bolzano, Presa di posizione”, in cui chiede alla Giunta provinciale:

  1. che il Masterplan ABD del 2013, compreso il prolungamento della pista, venga archiviato;
  2. che venga stabilito con legge il futuro dell’aeroporto di Bolzano;
  3. che vengano creati i presupposti per il trasferimento dell’intera area nel dominio provinciale;
  4. che fino ad allora sia sospesa la cessione ai privati delle quote ABD della Provincia.

Noi Verdi abbiamo già presentato il 16 gennaio scorso il Disegno di Legge n. 6/19 partendo dalla stessa esigenza di regolare con legge il futuro dell’aeroporto, rispettando il referendum del 2016, e quindi condividiamo le richieste della Comunità della Bassa Atesina.

Si chiede pertanto:

  1. Che cosa intende fare la Giunta provinciale su ognuna delle 4 richieste citate?
  2. In particolare, a proposito della 4° richiesta, ritiene la Giunta provinciale di rinviare la cessione delle proprie quote in ABD a quando verranno soddisfatte le condizioni richieste ai punti 1, 2 e 3, e in caso lo ritenga, di quanto tempo si prevede il rinvio?
  3. Diversamente, se non ritiene di farlo, se ne chiede i motivi.

Bolzano, 06.05.2019

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

Qui puoi scaricare la risposta della Giunta.

Negli ultimi tempi si sono verificati diversi episodi di sospetta discriminazione in base al colore della pelle, o alle origini, o al genere e all’orientamento sessuale delle persone colpite.

Il più recente ha interessato un bolzanino di origine tunisina, funzionario di banca e capitano della squadra di calcio del Neugries, cui è stato impedito di entrare in una discoteca mentre sono stati lasciati entrare i suoi amici dalla pelle bianca. Anche prendendo spunto da questo fatto verso cui i media hanno giustamente rivolto l’attenzione, 27 associazioni che lavorano sul contrasto del razzismo e per la convivenza hanno chiesto al Presidente del Consiglio provinciale l’istituzione del “Centro di tutela contro le discriminazioni”.

In questo modo hanno richiamato il Consiglio a un dovere già previsto dalla legge provinciale in vigore fin dal lontano 2014, ma che nessun Presidente del Consiglio da allora (Thomas Widmann, Roberto Bizzo, Sepp Noggler) e nessun Ufficio di presidenza (sono questi gli organi competenti cui spetta l’iniziativa) hanno fin qui avuto la volontà di istituire.

Per chiarezza, ripercorriamo la storia di questa istituzione restata finora sulla carta.

Il 10 ottobre 2014 fu approvato il Disegno di Legge provinciale n. 19/14: “Modifiche di leggi provinciali in materia di edilizia abitativa agevolata, integrazione, parificazione, servizi sociali, invalidi civili, sanità, famiglia e sudtirolesi nel mondo”. Tale Disegno di legge (una sorta di “Omnibus sociale”) all’articolo 2 introduceva nella legge provinciale del 28 ottobre 2011, n. 12, “Integrazione delle cittadine e dei cittadini stranieri”, un nuovo articolo 5 intitolato appunto: “Centro di tutela contro le discriminazioni”. Esso diventava uno degli istituti fondamentali della politica provinciale non solo sull’integrazione delle persone immigrate, ma in generale per il contrasto di ogni tipo di discriminazione “fondata su razza, colore della pelle od origine etnica, genere, orientamento sessuale, disabilità, lingua, religione, nazionalità o appartenenza ad una minoranza nazionale” (comma 1, art. 5).

Vogliamo tra l’altro ricordare che questo articolo era stato introdotto in Commissione Legislativa grazie a un emendamento presentato dal nostro gruppo Verde e poi era stato rafforzato nell’aula del Consiglio da un ulteriore emendamento sulle procedure di nomina concordato tra gruppo Verde e assessore Achammer, con un forte dibattito tra consiglieri e consigliere per l’opposizione radicale della destra di lingua tedesca e italiana.

Una volta approvata, la legge fu pubblicata sul Bollettino Ufficiale del 28 ottobre 2014 e da allora è in vigore.

La legge prevede l’istituzione del “Centro di tutela contro le discriminazioni” presso il Consiglio provinciale. Il primo atto è la nomina della persona responsabile. La legge prevede che: “Le modalità di designazione della persona responsabile del Centro di tutela sono stabilite con la procedura di cui all’articolo 18, comma 2, lettera e), del regolamento interno del Consiglio provinciale.”

Tale norma del Regolamento prevede che l’Ufficio di presidenza “formula proposte, sottoponendole all’approvazione del Consiglio…”. Dunque tocca all’Ufficio di presidenza, sotto la guida del Presidente del Consiglio, dare attuazione alla legge. Da allora come gruppo Verde abbiamo in ogni modo fatto pressione, con interventi e interrogazioni, perché si procedesse all’istituzione del “Centro di tutela” e anche le associazioni del settore hanno più volte sollecitato la Presidenza del consiglio provinciale.

Ma finora il “Centro di tutela” è rimasto sulla carta. I 5 anni trascorsi sono stati impiegati in verifiche e consultazioni con le diverse “difese” istituite presso il Consiglio provinciale e con la Giunta provinciale. I Presidenti e gli uffici di presidenza si sono mossi fino ad ora, in sostanza, come se il “Centro di tutela contro le discriminazioni” fosse un oggetto indefinito la cui natura e configurazione dovesse essere ancora definita.

In realtà sul “Centro di tutela contro le discriminazioni” c’è poco da inventare, poiché gli aspetti fondamentali di esso sono già definiti per legge. Infatti nell’articolo 5 della legge, che alleghiamo a questa interrogazione:

  • Il comma 1 istituisce il Centro di tutela e lo insedia presso il Consiglio provinciale;
  • Il comma 2 ne definisce esattamente i compiti;
  • Il comma 3 stabilisce che il centro è presieduto da una persona che ne è titolare e responsabile e che viene nominata dal Consiglio provinciale su proposta del Presidente e dell’ufficio di presidenza ai sensi della procedura prevista dal regolamento interno del Consiglio stesso.

Le ragioni per cui sono passati 5 anni di inerzia vanno dunque ricercate altrove: nel timore dei singoli politici cui toccava l’iniziativa di esporsi troppo sui temi dell’integrazione e del contrasto alle discriminazioni, nella scarsa volontà a riconoscere che anche nel nostro territorio il tema della discriminazione – razzista, sessista, religiosa, verso la diversità ecc… – è un tema attuale e urgente.

Questi timori però non devono assolutamente impedire che una legge in vigore da 5 anni venga finalmente attuata.

Nell’incontro con le associazioni il Presidente Noggler – scrivono i giornali – ha garantito che l’istituzione del “Centro di tutela” rappresenta una sua “priorità”. Benissimo: vanno allora definiti precisi tempi e modi.

Tutto questo premesso,

si chiede al Presidente del Consiglio provinciale:

  1. Intende il Presidente assumere un preciso impegno e quindi dichiarare entro quali tempi, e se sì entro quale data, intende dare attuazione all’articolo 5 della  legge provinciale del 28 ottobre 2011, n. 12, “Integrazione delle cittadine e dei cittadini stranieri”, circa la nomina della persona responsabile del Centro di Tutela antidiscriminazioni presso il Consiglio provinciale?
  2. Intende il Presidente fissare un preciso calendario operativo, e se sì qual è, per arrivare entro la scadenza di cui alla domanda precedente alla nomina della persona responsabile del “Centro di Tutela”, in modo che stavolta la legge venga finalmente attuata?

Bolzano, 2 maggio 2019

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

LG 12-2011-Art.5-Antidiskriminierungsstelle
Legge Prov 12-2011, art 5 - Centro tutela contro discriminazioni

Le lavoratrici e i lavoratori del settore pubblico e di quello privato hanno il diritto di recuperare il potere d’acquisto perduto nell’ultimo decennio con sostanziosi aumenti nelle rispettive retribuzioni.

Le aziende sudtirolesi, invece, hanno il dovere di consentire alle lavoratrici e ai lavoratori di partecipare e godere degli sviluppi economici positivi degli ultimi anni, provvedendo a un aumento di stipendi e salari.

Solo così sarà possibile in futuro creare posti di lavoro attrattivi e dare motivi in più ai cervelli sudtirolesi di restare nel mercato del lavoro locale. Nel settore pubblico gli stipendi devono essere aumentati di almeno il 10%, in quello pubblico abbiamo bisogno in alcuni rami di contratti integrativi territoriali, che tengano giustamente conto della situazione particolare del Sudtirolo.

Per il primo maggio e non solo ci impegniamo per stipendi e salari più equi. Solo quando il lavoro verrà giustamente riconosciuto e retribuito questa festa potrà diventare anche un momento di celebrazione della salute e della buona vita per tutte e tutti.

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ.

Per cedere a privati le proprie quote nella società ABD la Provincia nel bando di gara ha richiesto un prezzo di 3,8 milioni di euro. La cordata che si è aggiudicata la gara ha offerto 4 milioni di euro. Nel bilancio 2017 di ABD si legge che la società è in possesso di beni per un valore di 34.939.322 €, un patrimonio netto di 35.155.797 € e 5.766.221 € in liquidità, di cui 4,8 milioni in banca. In sostanza, chi paga 4 milioni per acquisire ABD si può ripagare subito la spesa con la liquidità disponibile, e gli restano ancora quasi due milioni di € in liquidità. Sulla base di questi dati molti osservatori hanno giudicato l’intera operazione come “un regalo ai privati, purché qualcuno si prenda l’aeroporto”.

Si chiede pertanto:

  1. Il prezzo di 3,8 milioni di € messo dalla Provincia a base della gara per la cessione del 100% delle quote di ABD è adeguato al valore della società, visti i dati di bilancio e le disponibilità patrimoniali e liquide della società ABD? In base a che cosa e con quali calcoli di stima si è arrivati a fissare quel prezzo?
  2. Quali garanzie ha la Giunta provinciale, o ritiene di avere, di non essere un domani chiamata a rispondere di danno erariale per aver chiesto un prezzo così basso per una società con i citati valori sia patrimoniali che liquidi?

Bolzano, 24.04.2019

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

Qui puoi scaricare la risposta della Giunta.

E la nostra replica

MOZIONE

La questione inerente al progetto di collegamento sciistico tra Vallelunga nell’alta Val Venosta e l’area della Kaunertal in Tirolo è da tempo in attesa di una soluzione. Si tratta di un progetto transfontaliero che mira a collegare gli impianti di risalita da realizzare tra Vallelunga, una zona incontaminata, e la Kaunertal tirolese, quest’ultima invece già sfruttata intensamente a scopo turistico.

Parte della popolazione di Vallelunga spera che il nuovo collegamento crei posti di lavoro a livello locale; nella Kaunertal si punta invece a un ampliamento della già importante area sciistica. Ai fini di una valutazione, la provincia di Bolzano deve considerare da un lato i vantaggi derivanti da nuovi posti di lavoro in ambito turistico e la conseguente valorizzazione di questa valle economicamente debole, dall’altro l’impatto di un ampio sviluppo dell’area compresa tra la Val di Melago e il passo Karlesjoch, un territorio ancora incontaminato e di rara bellezza naturalistica. L’incontaminata valle laterale è anche sede di habitat naturali ancora del tutto intatti, ma purtroppo ai gestori poco importa della biosfera.

Questi ultimi fanno leva sul fatto che in linea di principio, dal punto di vista normativo, non è possibile destinare nuove aree sciistiche, ma che è invece senz’altro possibile ampliare e collegare quelle esistenti.

A Vallelunga, non ancora sfruttata a fini sciistici, i gestori usano come espediente una vecchia sciovia chiusa ormai da decenni. La sua esistenza virtuale nel piano di sviluppo urbanistico (in realtà
non ne rimangono che i piloni) consente di individuare un tracciato da Vallelunga in direzione del Tirolo e di prospettare il collegamento desiderato. Tuttavia, in un primo progetto il tracciato sul versante della provincia di Bolzano prevedeva di intervenire su pendii già a rischio erosione, con grave danno per le risorse naturali.

Questo progetto di ampie dimensioni, presentato nel 2016, è stato respinto con fermezza il 16-2-2017 anche dal Comitato ambientale, per il quale la problematica di fondo del progetto è che, a dispetto della sua apparente natura di “intervento integrativo”, esso ha invece un impatto considerevole.

Tuttavia, nonostante questa prima bocciatura, il gestore non ha desistito e ha elaborato una variante del progetto migliorata dal punto di vista ecologico e paesaggistico.

Purtroppo con ciò il problema di fondo non è stato eliminato, poiché gli interventi restano fondamentalmente non sostenibili dal punto di vista ecologico e paesaggistico.

Nel 2017 la Giunta provinciale ha preso una decisione in merito alla fusione delle due stazioni sciistiche di Kaunertal e Vallelunga respingendo il progetto presentato all’epoca. A causa di ostacoli giuridici, nella primavera del 2018 la Giunta provinciale ha revocato la deliberazione n. 1423/2017. Il progetto ha quindi dovuto essere nuovamente trattato dal Comitato ambientale e da una “commissione socio-economica” (composta da tre esperti in materia di socioeconomia e mobilità).

In una risposta all’interrogazione del gruppo consiliare dei Verdi, l’assessora provinciale Hochgruber Kuenzer afferma che sia il Comitato ambientale sia la “commissione socio-economica” hanno espresso un parere negativo in merito al progetto.

Tuttavia, sempre a detta dell’assessora, la cosiddetta “commissione socio-economica” dovrà occuparsi nuovamente del caso, poiché su uno dei tre componenti grava il sospetto di incompatibilità.

Per questo motivo permane un’incertezza residua su ciò che ne sarà del collegamento sciistico.

Pertanto il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

  1. di esprimere chiaramente la propria contrarietà al collegamento sciistico Vallelunga-Kaunertal, conformemente al parere negativo (n. 23/2018) del Comitato ambientale;
  2. di respingere definitivamente il progetto in questione.

Bozen, 24.04.2019

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

MOZIONE

Nel periodo invernale 2018/2019 molte cittadine e cittadini hanno manifestato la propria irritazione per il traffico in generale e la preoccupazione per il suo costante aumento nella nostra provincia. In particolare le critiche riguardano un fenomeno che interessa i passi dolomitici ovvero il rumore causato soprattutto dalle moto, con il suo grave impatto sulla popolazione locale.

Di norma le misurazioni vengono effettuate solo dopo una contestazione. Il livello sonoro viene comunque rilevato soprattutto nei centri abitati, dove nelle ore diurne è fissato un valore soglia di 50 decibel. Ma nei centri abitati l’inquinamento acustico causato da automobili o motocicli non rappresenta quasi mai un problema dato che c’è il limite di velocità di 50 km orari, peraltro generalmente rispettato. Dove invece il rumore costituisce un problema, e cioè fuori dai centri abitati e soprattutto sulle strade dei passi, non vengono quasi mai effettuate misurazioni, benché qui i limiti di velocità vengano superati molto più spesso che nei centri abitati.

Nell’ambito del progetto #Dolomitesvives l’Eurac ha pubblicato uno studio ricco di informazioni (“#DOLOMITESVIVES Vivere un’esperienza naturale sulle Dolomiti”).

Come è noto, nel 2017 il passo Sella è stato chiuso al traffico privato per un totale di 9 giorni, e più precisamente tutti i mercoledì di luglio e agosto dalle 9 alle 16. In termini di inquinamento si sono avuti i seguenti effetti: in tali giorni tra le 9 e le 16 si è registrato un livello di rumore di circa 10 decibel inferiore a quello rilevato durante i giorni senza regolamentazione. Secondo l’Eurac questa riduzione viene percepita dall’orecchio umano come dimezzamento del rumore.

La chiusura del passo Sella ha avuto un interessante effetto anche sul passo Gardena, che invece non è stato sottoposto ad alcuna regolamentazione: prima dell’avvio del progetto #Dolomitesvives si temeva che la chiusura del passo Sella potesse determinare un aumento del traffico, e quindi del rumore, sul passo Gardena, cosa che invece non si è verificata. Nei mercoledì in questione il traffico sul passo Gardena è sì leggermente aumentato, ma contemporaneamente è diminuito il rumore rispetto agli altri giorni, ad esempio al martedì o giovedì. Secondo l’Eurac ciò è dovuto al fatto che nei giorni di chiusura circolavano nel complesso meno motoveicoli.

Sui passi dolomitici viaggiano molte moto, soprattutto in estate. A luglio e agosto 2017 sono state contate le moto in transito tra le 9 e le 16 sul passo Gardena: ogni giorno sono transitate tra le 553
(numero più basso misurato un mercoledì in cui il passo Sella era chiuso al traffico) e le 1138 moto. Ciò corrisponde a una media di 1,2-2,7 moto al minuto! Chi conosce la curva del rumore di una
moto che si avvicina o si allontana sa che queste cifre indicano un livello sonoro costantemente alto e mai in calo.

Si tratta di dati molto simili a quelli del piano di mobilità di Nova Levante, presentati in occasione dell’assemblea civica del 9 novembre 2018, e in sintonia con le conclusioni cui è giunta l’Eurac:
nell’estate 2018 il 9, 11 e 12 agosto sono transitate sul passo di Costalunga tra le 700 e le 900 moto.

Ma questo non è il solo problema. Secondo la direttiva UE il rumore prodotto da una moto non può superare gli 80 decibel. Tuttavia le aree di prova sono molto limitate, e quindi non vengono testati i livelli di rumore alle alte velocità. Se ne può dedurre che le moto normalmente presenti nel traffico in molti casi superano gli 80 decibel definiti come valore soglia. Per affrontare meglio la problematica sarebbe quindi sensato eseguire più controlli mirati della velocità e misurazioni del rumore sulle strade frequentate dalle motocicliste e dai motociclisti.

Un problema aggiuntivo è rappresentato dal fatto che spesso questi ultimi manomettono i dispositivi di scarico delle proprie moto. Anche se praticamente non vi sono dati al riguardo, le esperte e gli esperti stimano che la percentuale di queste manomissioni sia elevata.

La maggior parte delle motocicliste e dei motociclisti che percorre le strade di montagna guida con prudenza e rispetta i limiti di velocità, ma una piccola parte di loro accelera in modo esagerato tra i tornanti generando quel rumore di fondo che la popolazione ritiene inaccettabile.

Alla lunga bisognerà sicuramente risolvere la questione – a tutela della gente e dell’ambiente – chiudendo i passi dolomitici al traffico privato. Nell’ambito del progetto #Dolomitesvives abbiamo
potuto osservare che questa strategia funziona e rappresenta un valore aggiunto sia per la popolazione locale sia per le turiste e i turisti. Tuttavia, in attesa della realizzazione del suddetto obiettivo di lungo termine occorre gradualmente sgravare i passi dolomitici affinché la natura torni ad essere per noi tutti un’oasi di pace!

Pertanto il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

  1.  di far eseguire, d’intesa con la polizia municipale e stradale, controlli mirati e ripetuti, soprattutto sui passi dolomitici, per perseguire le moto con la marmitta truccata e chi viaggia a una velocità pericolosa;
  2. di annunciare negli appositi forum, come www.motorradonline.de, i controlli mirati del traffico sui passi dell’Alto Adige.

Bolzano, 24.04.2019

Consiglieri provinciali

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

I Verdi presentano il loro disegno di legge per un’agricoltura sana.

Il Gruppo Verde in Consiglio provinciale impegna il Sudtirolo a diventare pioniere per una svolta bio entro il 2030! Lo ha detto recentemente anche Vandana Shiva, premio Nobel alternativo, in visita a Malles che bisogna assolutamente spingere e sostenere l’ecologizzazione dell’agricoltura entro il 2030. La diminuzione di biodiversità e molti effetti negativi che vediamo sul terreno, nelle acque e sulla salute delle persone sono da ritenere conseguenze anche dell’agricoltura intensiva.

Per questo il Gruppo Verde presenta un disegno di legge che si pone come obiettivo quello di incanalare lo sviluppo dell’agricoltura in una direzione sostenibile (Svolta bio).

Per dare atto a questa Svolta bio bisogna iniziare dalla formazione delle giovani e dei giovani agricoltori: il disegno di legge prevede che le scuole professionali di agraria, per l’economia domestica e agroalimentare aprano a partire dall’anno scolastico 2020-2021 un corso di studi dedicato all’“agricoltura biologica”.

Per accelerare il passaggio a un’agricoltura biologica e l’uscita da quella basata sull’uso di pesticidi chimico-sintetici, il disegno di legge prevede l’elaborazione di piani concreti per la Svolta bio da parte della Giunta entro il 2020. Questi piani devono prevedere la graduale ecologizzazione dell’agricoltura e la diminuzione passo passo dell’uso di pesticidi.

Il disegno di legge prevede inoltre una tutela particolare di zone sensibili, come aree abitate, parchi giochi e parchi. Questa tutela deve essere fatta in modo che in queste aree non possano essere riscontrate derive di pesticidi chimico-sintetici. Le attuali direttive che regolano l‘aspersione e le distanze sono assolutamente insufficienti e possono essere emesse solo dalle amministrazioni comunali che dispongono della necessaria conoscenza del territorio. Per questo non dovrebbe essere la Provincia l’ente responsabile, bensì i Comuni.

Con questo disegno di legge vogliamo contribuire a creare un Alto Adige con un ambiente sano e un’alta qualità della vita! Perché un’agricoltura sana deve essere il primo obiettivo per una buona strategia in difesa del clima.

Bolzano, 23/04/2019

Cons. prov.

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Parte non concimata di un prato con: primule, potentille, viole, anemoni dei boschi, ecc.

 

Parte concimata dello stesso prato con solo tarassaco.

La via Verde per una Svolta bio 2030

190411_Flyer_GesundeLandwirtschaft

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ.

Nel programma di governo per la legislatura 2018-2023 sta scritto: “L’obbiettivo nei settori del latte, della frutta e del vino è di raddoppiare entro il 2025 le superfici a regime biologico rispetto al 2015”. Il programma è stato presentato dal Presidente Kompatscher il 17 gennaio 2019. Su questi dati si è svolta una vivace discussione nella recente seduta della 2. Commissione legislativa. Quando una Giunta fissa un obbiettivo è fondamentale avere chiari i parametri di riferimento da cui si parte.

Si chiede pertanto:

  1. Quanto misuravano esattamente le superfici a regime biologico nei settori del latte, della frutta e del vino nell’anno 2015?
  2. Quanto misuravano esattamente le superfici a regime biologico nei settori del latte, della frutta e del vino nell’anno 2018? (o comunque dell’ultimo anno di cui attualmente sono disponibili i dati).
  3. A quale misura di superfici a regime biologico nei settori del latte, della frutta e del vino corrisponde esattamente l’obbiettivo a cui la Giunta provinciale intende arrivare nell’anno 2025?
  4. Perché il 17 gennaio 2019 la Giunta provinciale, per formulare i suoi obbiettivi, ha preso come riferimento l’anno 2015 e non l’anno 2018, o comunque l’ultimo anno di cui al gennaio 2019 erano disponibili i dati?

Bolzano, 23.04.2019

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

Qui puoi scaricare la risposta della Giunta.

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ.

Con delibera n. 662 del 2013 la Giunta provinciale espresse la propria intesa (necessaria ai sensi dell’art. 20 DPR 381/1974) alla richiesta della società ABD di procedere ai lavori di allungamento della pista dell’aeroporto di Bolzano secondo il Masterplan 2011. Per l’intesa era necessario il parere positivo della Commissione per la tutela del paesaggio, che lo espresse nella seduta del 19 marzo 2013 (protocollo 205230). Ci risulta che a legislazione vigente tale parere ha la validità di 5 anni e che dunque sia scaduto. Va specificato inoltre che i lavori di allungamento non sono mai iniziati.

Si chiede pertanto:

  1. E’ vero che il necessario il parere positivo della Commissione per la tutela del paesaggio, espresso nella seduta del 19 marzo 2013 (protocollo 205230), è ormai scaduto perdendo la propria validità? Se non è scaduto, in base a quali normative sarebbe ancora valido?
  2. Se è scaduto, ne consegue che anche l’intesa espressa con delibera 662/2013 non è più valida?
  3. Quali concessioni, previsioni, norme, autorizzazioni inerenti il progetto di allungamento della pista secondo il Masterplan 2011 sono ancora valide, e quali invece non lo sono più?
  4. Quali procedure sarebbero necessarie se la società ABD volesse oggi o in futuro riproporre la realizzazione dell’allungamento della pista secondo il Masterplan 2011?

Bolzano, 16.04.2019

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

Nel 2017 la Giunta ha deciso di non permettere la realizzazione del collegamento dei due comprensori sciistici Valle Lunga e Kaunertal bocciando il progetto che allora era stato presentato. A causa di alcuni difetti legali la Giunta ritirò la decisione con delibera 1423/2017 nella primavera 2018. Così il progetto venne sottoposto nuovamente al riesame del Comitato ambientale e alla valutazione di una “Commissione socioeconomica” (composta da tre esperte/i del mondo socio-economico e della mobilità)

In una interrogazione il Gruppo Verde ha chiesto di essere messo al corrente sugli sviluppi di questo nuovo procedimento e di avere visione delle suddette valutazioni. Ora abbiamo la risposta dell’assessora Hochgruber Kuenzer dalla quale si evince che sia il Comitato ambientale che la “Commissione socioeconomica” hanno dato parere negativo al progetto.

Tuttavia la commissione socioeconomica nominata dall’assessora dovrà occuparsi nuovamente della faccenda, poiché per uno dei suoi componenti c’è il dubbio di un possibile conflitto di interessi.

“Per noi la situazione è chiara – commenta Hanspeter Staffler il corso degli eventi – il parere negativo di entrambe le commissioni significa che la possibilità di collegamento tra i due comprensori sciistici Kaunertal e Vallelunga deve essere chiusa definitivamente. Anche se il dubbio di imparzialità per uno dei membri tiene aperta una piccolissima possibilità, i fatti non cambiano“.

Il Gruppo Verde ripresenterà una mozione per chiedere alla Giunta di riconoscere come vincolanti i pareri delle commissioni – specialmente quello del Comitato ambientale – e così di bocciare il progetto una volta per tutte.

 

Bolzano, 16/04/2019

consiglieri provinciali

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba