COMUNICATO STAMPA

I partiti popolari europei (PPE), tra i quali è presente anche la SVP, hanno fatto di tutto in queste settimane per bloccare in Commissione ambiente la proposta di legge per il ripristino della natura (Nature restoration law), una pietra miliare per la conservazione della natura in Europa.

Nell’ambito del Green Deal europeo, nel 2019 la Commissione europea aveva proposto una legge di ripristino della natura con l’obiettivo di rivitalizzare gli habitat degradati come le brughiere e le foreste per fissare più CO2 e rafforzare la biodiversità in pericolo. Con questa iniziativa, la Commissione europea intendeva reagire all’allarmante Rapporto mondiale sulla biodiversità, che ha prospettato una probabile estinzione di massa di piante e animali selvatici, nel caso agricoltura ed economia continuassero come prima.

In queste settimane il PPE, con la piena partecipazione dell’Eurodeputato SVP Herbert Dorfmann (vedi il risultato del voto in allegato), è riuscito a far bocciare la proposta in Commissione ambiente e i Verdi sudtirolesi esprimono il loro sconcerto per questa politica arretrata. Non solo le associazioni ambientaliste, ma ben oltre 3.000 scienziati avevano chiesto al Parlamento europeo di approvare a tutti i costi la legge per il ripristino della natura. Questa è infatti ritenuta indispensabile e decisiva per la protezione del clima e dell’ambiente.

Con questa decisione in Commissione ambiente, l’agricoltura intensiva continua a essere sostenuta, mentre le industrie di pesticidi e fertilizzanti continuano indisturbati nei loro affari. Bastava un solo voto per cambiare le sorti della legge e dare così il via alla svolta ecologica in Europa. Ora potrebbe invece accadere il contrario: la protezione del clima e della natura sarà trascurata.

A luglio la legge arriverà in plenaria, dove i giochi si riapriranno. Speriamo che la legge ottenga maggiore consenso.

Bolzano, Bozen, 29/06/2023

Landtagsabgeordnete
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

COMUNICATO STAMPA.

La situazione della casa, del mercato immobiliare e degli affitti in Alto Adige è ormai fuori controllo. La questione dell’abitare è diventata il problema numero 1 delle famiglie in Sudtirolo. I tentativi di riforma del settore da parte della Giunta sono stati a dir poco miseri se non controproducenti. I Verdi portano alcune proposte in Consiglio provinciale per iniziare a porre qualche rimedio.

In Alto Adige ci sono circa 60-70.000 appartamenti in più rispetto ai nuclei familiari. Su 239.000 abitazioni, 29.000 sono sfitte, pari al 12%.

Nonostante questo stock di appartamenti, le abitazioni in Alto Adige sono sproporzionatamente costose: secondo l’ASTAT 2020, la quota dell’abitazione rispetto alla spesa familiare in Alto Adige è stata di ben il 41%. Questo valore è aumentato dell’11% negli ultimi vent’anni.

A Bolzano, i giovani hanno bisogno di quasi una vita – 63,1 anni – per ripagare il mutuo di una casa. In alcuni comuni (i più colpiti sono quelli a più alta densità di posti letto alberghieri) i prezzi al metro quadro raggiungono quotazioni medie superiori agli 8.500 euro.

Per quanto riguarda l’affitto: solo circa la metà degli appartamenti in affitto sono dell’IPES e a canone provinciale. Questo non esaurisce neanche lontanamente la domanda. L’altra metà è affittata sul libero mercato. E non è per nulla accessibile a chi vive con uno stipendio medio.

Per molti giovani è estremamente difficile trovare un appartamento a un prezzo equo. “Ma se vogliamo essere una terra dove valga la pena vivere anche da giovani, deve essere possibile trovare un appartamento senza svenarsi” afferma la prima firmataria della mozione Brigitte Foppa.

Le “riforme” del settore abitativo e le innumerevoli modifiche ai regolamenti urbanistici provinciali non hanno portato alcun sollievo all’intera questione e per ora non sembra porteranno ad alcuna soluzione duratura.

Con una mozione, che anticiperemo nel prossimo consiglio provinciale a inizio luglio, chiediamo alla Giunta di:

  1. impegnarsi fermamente per garantire “un tetto sopra la testa” per tutte le persone che vivono e lavorano in Alto Adige
  2. fissare come obiettivo che per una famiglia la “casa a prezzi accessibili” non si debba spendere in media più del 33% delle spese complessive
  3. mettere ordine nella crescente confusione tra il settore sovvenzionato e il libero mercato
  4. istituire un osservatorio sulle case vuote
  5. monitorare in modo specifico lo sviluppo degli affitti a breve termine (airbnb, ecc.) e relazionare alla commissione legislativa competente
  6. sviluppare insieme al Consiglio dei comuni una strategia su come espandere gli alloggi comunali
  7. prevedere che per tutti i nuovi edifici privati, approvati sulla base di accordi urbanistici, il 20% sia riservato al mercato degli affitti a canone sovvenzionato.
  8. istituire una task force speciale che si occupi del fabbisogno di alloggi per le/gli studenti.

 

Bolzano, Bozen, 28/06/2023

Landtagsabgeordnete | Cons. prov.
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler
Riccardo Dello Sbarba

 

 

MOZIONE.

Nell’attuale periodo di crisi a più livelli, il tema della casa assume un’importanza sempre più drammatica. Inserendo le parole chiave “abitare in Alto Adige” nel motore di ricerca Google, risultano alcuni portali di agenzie immobiliari, segno di un ricco mercato immobiliare in provincia. Lo ha confermato anche l’assessore provinciale Schuler in una recente tavola rotonda, dichiarando che in Alto Adige le abitazioni sono circa 60-70.000 in più rispetto al numero di nuclei familiari. Dei 239.000 alloggi, 29.000 sono sfitti, vale a dire il 12%.

Nonostante questa disponibilità di immobili, abitare in Alto Adige è troppo costoso, in modo sproporzionato e assurdo. L’ASTAT nel 2020 ha rilevato che la percentuale della spesa di una famiglia per la casa raggiunge un impressionante 41%. Si tratta di un valore che negli ultimi vent’anni è aumentato dell’11%. Se a ciò si aggiungono i rincari di elettricità e riscaldamenti del 2022/23, si ottiene un importo che mostra come la metà delle spese di una normale famiglia altoatesina venga destinata alla casa. Questo dato non trova eguali in nessuna regione vicina all’Alto Adige.

I prezzi delle case in Alto Adige non sono più accessibili.

Anche lo studio della piattaforma italiana Ener2crowd fornisce nuove e allarmanti informazioni: secondo questa ricerca, a Bolzano i giovani e le giovani impiegano pressoché una vita intera – 63,1 anni – per estinguere il mutuo per la prima casa. Più che in ogni altra parte d’Italia. Heiner Oberrauch, presidente di Assoimprenditori Alto Adige, ha recentemente richiamato l’attenzione su questi dati.

Anche i diretti interessati riferiscono di somme quasi epiche per l’acquisto di una casa: si dice che in Alto Adige, una casa a schiera in un Comune di medie dimensioni (né in città, né nelle periferie di Bolzano o Merano) costi oggi 6-800.000 euro. Anche i prezzi al metro quadro in alcuni Comuni (i più colpiti sono quelli con il maggior numero di posti letto alberghieri) stanno superando in media gli 8.500 euro (Fonte: IPL). Si tratta, ovviamente, di cifre assolutamente insostenibili per la famiglia media altoatesina.

Resta l’opzione affitto. In Alto Adige, la percentuale di immobili di proprietà è molto alta (70%), e ciò è dovuto alle politiche abitative messe in atto dalla Provincia da decenni.

Le circa 51.000 abitazioni affittate sono suddivise nelle seguenti tipologie (dati della Ripartizione edilizia abitativa):
• 13.400 sono di proprietà dell’IPES
• 2.000 sono di proprietà di altri enti pubblici (Comuni, ecc.)
• 10.200 sono affittati a canone provinciale
• 25.350 sono affittati in regime privato.

Ciò significa che la metà delle case in affitto viene offerta sul libero mercato, cioè a un canone che nella stragrande maggioranza dei casi è probabilmente più alto del canone di locazione provinciale. Con la revisione della normativa del 2023, i 13.000 appartamenti dell’IPES sono stati resi accessibili anche al ceto medio, ma non è chiaro se il loro numero sarà sufficiente. Noi presumiamo piuttosto che si scatenerà una lotta tra i gruppi socialmente deboli e le famiglie meno povere – già prima della modifica legislativa, negli ultimi anni erano rimaste inevase centinaia di domande solo per Bolzano e Merano.

Il mercato degli affitti in Alto Adige è quindi estremamente compresso. Allo stesso tempo, la situazione per quanto riguarda gli affitti varia notevolmente ed è principalmente un fenomeno urbano. Mentre in città come Bolzano e Merano gli alloggi in locazione costituiscono il 31,4%, nei centri di medie dimensioni si tratta del 21,1% e nei Comuni rurali solo del 12% (IPL).

Nel 2017 l’IPL ha condotto un’indagine sulla casa e sullo stato delle locazioni in Alto Adige. Alla domanda su quali fossero i fattori determinanti per gli alti prezzi delle abitazioni in Alto Adige, l’89% degli intervistati e delle intervistate ha risposto che il tenore di vita generalmente alto nella nostra provincia influisce notevolmente sul costo degli alloggi. L’83% ritiene che anche gli alti standard qualitativi richiesti nell’edilizia costituiscano un elemento significativo. Altri fattori che secondo l’indagine influenzano i prezzi elevati: differenza tra aree urbane e rurali (80% dei consensi), sussidi pubblici (77%), turismo e mercato delle seconde case (74%), scarsa disponibilità di terreni edificabili (73%), concentrazione dell’offerta (67%) e condizioni morfologiche (64%). La scarsa disponibilità di immobili secondo i lavoratori e le lavoratrici incide in modo minore (47%).

Una seconda domanda dell’indagine dell’IPL riguardava il motivo per cui si sceglie di abitare in affitto invece che comprare una casa. Il motivo più frequente per cui si sceglie l’affitto invece dell’acquisto è la maggiore mobilità e la possibilità di cambiare alloggio in caso di nuove offerte lavorative (49% dei consensi). Il 48% indica esigenze familiari quali i figli o l’assistenza ai parenti. Il 42% degli intervistati e delle intervistate dichiara che sono determinanti i contratti di locazione difficilmente rescindibili da parte della proprietà. Le persone giovani sono le più propense a preferire l’affitto all’acquisto di un’abitazione.

È proprio quest’ultimo aspetto che viene ripetutamente sottolineato da anni dal Südtiroler Jugend¬ring, affermando che per molti giovani e molte giovani è estremamente difficile abitare a un prezzo equo e accessibile – sia per quanto riguarda il mercato degli affitti, sia rispetto alla costruzione, all’acquisto o alla ristrutturazione. La presidente Tanja Rainer recentemente (febbraio 2023) ha nuovamente ammonito: “Per i giovani e le giovani il mercato degli affitti è particolarmente importante. Deve essere possibile affittare un appartamento a un prezzo equo. Se non ci sono abitazioni a prezzi accessibili, i giovani non riescono rendersi autonomi. Inoltre, così perdiamo sempre più giovani che si trasferiscono all’estero, dove è più facile affittare a prezzi ragionevoli e il costo della vita è più basso. Faremo inoltre più difficoltà a reperire dall’estero i lavoratori di cui c’è urgente necessità, poiché anche questi ultimi dipendono dalla disponibilità di alloggi in affitto a prezzi accessibili” Inoltre, è necessario assicurarsi che ci sia sufficiente spazio abita¬tivo a prezzi accessibili per gli studenti e le studentesse, ad esempio per le abitazioni condivise.

Le “riforme” nel settore dell’edilizia abitativa e le innumerevoli modifiche alla normativa in materia urbanistica non hanno migliorato la situazione e non condurranno a una soluzione duratura. Anche l’introduzione della “super IMI” sulle abitazioni sfitte prevedibilmente darà scarsi risultati, poiché solo una minima parte delle case vuote sarà effettivamente messa a disposizione del mercato degli affitti. Al di là di slogan quali “abitazioni a prezzi accessibili”, siamo ancora ben lontani da un’edilizia abitativa a prezzi sostenibili.

Tutto ciò premesso, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

  1. 1. di impegnarsi con decisione ad attuare il principio “dare un tetto a tutte le persone che vivono o lavorano in Alto Adige”;
  2. 2. di fissare come obiettivo dell’”abitare a prezzi accessibili” che in Alto Adige in media non si debba spendere più del 33% del bilancio familiare per la casa;
  3. 3. di porre conseguentemente rimedio alla crescente confusione tra edilizia agevolata e libero mercato, e di fissare tutti i vincoli derivanti dalle agevolazioni edilizie ad almeno 20 anni senza prevedere alcun tipo di estinzione anticipata;
  4. 4. di istituire un osservatorio sugli immobili sfitti dedicato nello specifico allo sviluppo del mercato delle locazioni, che in collaborazione con le parti sociali sviluppi strategie per rendere accessibili le locazioni e ne monitori l’attuazione;
  5. 5. di monitorare in modo specifico lo sviluppo delle locazioni a breve termine (airbnb, ecc.) e di riferire in merito alla commissione legislativa competente; in materia dev’essere inoltre redatto un rapporto sulle soluzioni che diversi Paesi applicano per affrontare il fenomeno delle locazioni a breve termine rispetto a quelle a lungo termine per i residenti; su tale base andranno elaborate proposte per l’Alto Adige;
  6. 6. di sviluppare una strategia con il Consiglio dei Comuni su come implementare ed espandere l’edilizia abitativa dei Comuni;
  7. 7. di prevedere che in tutte le nuove costruzioni di soggetti privati approvate sulla base di convenzioni urbanistiche venga riservata una quota del 20% al mercato delle locazioni applicando il canone provinciale.
  8. 8. di istituire una task force specifica per il fabbisogno di alloggi per studenti e studentesse, al fine di garantire la tempestiva disponibilità di abitazioni per studenti e di individuare delle modalità per garantire che chi studia riceva un supporto anche nella scelta degli alloggi privati e delle soluzioni abitative condivise.

Bozen, 14.06.2023

 

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

 

COMUNICATO STAMPA.

Madeleine Rohrer è tra i/le candidati/e dei Verdi alle elezioni provinciali del 22 ottobre prossimo. Al Centro per la cultura a Merano, l’ex assessora comunale e attuale direttrice della Federazione Ambientalisti dell’Alto Adige ha spiegato oggi perché la nostra Provincia ha bisogno di coerenza e di coraggio per muoversi concretamente verso un futuro che sia sostenibile e che offra a tutti/e pari opportunità.

“L’Alto Adige è a un bivio. Abbiamo il coraggio di avviarci con convinzione e lungimiranza sul percorso, senza dubbio in salita, della sostenibilità e dell’equa distribuzione della ricchezza? Oppure preferiamo continuare a camminare su una strada apparentemente più facile che ci fa mancare tuttavia un obiettivo ormai imprescindibile per il nostro futuro? Con determinazione e convinzione io ho scelto il primo percorso: è faticoso e richiede coraggio, ma so anche che gli/le abitanti di questa nostra terra sono pronti ad affrontare questa strada per offrire, e costruire insieme, a questo nostro territorio una nuova e duratura prospettiva di sviluppo sostenibile”, afferma Rohrer.

“Madeleine Rohrer ha dimostrato competenza e fermezza negli impegni assunti in questi ultimi anni, sia come protagonista della politica comunale di Merano che come direttrice della più grande associazione provinciale in questo ambito”, ha sottolineato la capolista dei Verdi Brigitte Foppa. “Siamo molto felici di avere lei e le sue qualità nella nostra squadra”.

Il consigliere uscente Riccardo Dello Sbarba ha fatto riferimento all’esperienza maturata da Rohrer in materia di urbanistica: “Con Madeleine Rohrer anche in futuro natura e paesaggio dell’Alto Adige continueranno ad avere dalla loro parte una forte sostenitrice. Anche la sua esperienza di governo a Merano è in questo senso una qualità particolarmente preziosa”.

Il coraggio di stabilire priorità chiare

“Se vogliamo salvaguardare il futuro ambientale della nostra provincia e custodire le nostre preziose fonti di vita, dobbiamo ora, e prima che sia troppo tardi, avere il coraggio di stabilire priorità chiare. Dobbiamo lavorare per rendere il nostro territorio rispettoso del clima e pioniere nella costruzione di un futuro sostenibile. Non è più il tempo ormai dei piccoli passi o degli eventi fine a se stessi”, ha spiegato Rohrer. “L’Alto Adige e il suo habitat naturale, così come li conosciamo, non sono eterni e nemmeno capaci di resistere all’infinito ai danni che arrechiamo loro”.

“La natura ha bisogno del suo spazio, ma anche la distribuzione abitativa deve avere un suo equilibrio e una sua sostenibilità. Servono soprattutto soluzioni concrete per i giovani e le famiglie che in questo momento stiamo lasciando soli in un mercato immobiliare infernale”.

“Anche la riflessione e le azioni per un nuovo modello di mobilità sono parte integrante di un Alto Adige concretamente sostenibile. Ci blocchiamo nelle code e soffochiamo nei gas di scarico, eppure vengono costruite sempre più strade”, afferma Rohrer. “Dobbiamo osare qualcosa di nuovo e adottare contromisure attive. Un esempio concreto? Un ticket provinciale a costi molto limitati che valga per tutti i mezzi pubblici. Un’alternativa sostenibile ed economica per tutti/e che toglie traffico dalle arterie stradali e alleggerisce la vita delle persone”.

Una politica d’esperienza 

Alla presentazione presso il Centro della cultura di Merano erano presenti anche molti dei sostenitori di Rohrer, tra cui gli ex consiglieri provinciali Cristina Kury e Hans Heiss e l’ex sindaco di Merano Paul Rösch. Durante il mandato di quest’ultimo, tra il 2015 e il 2020, Rohrer è stata assessora comunale con deleghe a mobilità, ambiente e urbanistica, dopo aver lavorato per diversi anni presso CIPRA, la Commissione internazionale per la Protezione delle Alpi. Nel 2021, alle ultime elezioni comunali a Merano, ha ricevuto il maggior numero di consensi tra tutti gli eletti con 1.689 voti di preferenza. Oggi ricopre la carica di portavoce del gruppo consiliare della lista Rösch/Verdi nel consiglio comunale di Merano.

COMUNICATO STAMPA.

Il Consiglio Regionale ha trattato oggi il Disegno di legge del Gruppo Verde per impegnare i Comuni a trasmettere e conservare in rete le sedute dei Consigli comunali.

Le sedute dei Consigli comunali devono essere sempre accessibili per tutte le cittadine e tutti i cittadini che vi voglio assistere. È un principio fondamentale per la vita democratica di un comune. Garantisce trasparenza e sarebbe auspicabile che molte più cittadine e cittadini seguissero regolarmente quello che accade nelle assemblee dove vengono prese decisioni importanti per la vita di una comunità.

Negli ultimi anni, anche a causa della pandemia, i concetti di “porte aperte” e di “libero accesso al pubblico” sono cambiati molto. Oggi il “carattere pubblico” non può essere più limitato a una presenza fisica delle persone che assistono. Impegni familiari e lavorativi non consentono di essere presenti la sera, quando si svolge la maggior parte delle riunioni di un consiglio comunale. Tuttavia, molte persone sarebbero ugualmente interessate a seguire i lavori e lo farebbero da remoto se fosse disponibile una trasmissione in diretta streaming. Alcuni comuni lo prevedono già, altri no. In alcuni comuni ci sono consiglieri comunali che si vedono respingere costantemente le richieste di diretta streaming. “A quanto pare, in qualche Comune c’è chi preferisce avere meno pubblico possibile in ascolto. Non a caso per i gruppi di minoranza la vita è davvero molto difficile” ha commentato la prima firmataria Brigitte Foppa nel corso del dibattito.

A questa trasparenza mirava il disegno di legge presentato dai Verdi in Consiglio regionale. “Rendere conto davanti alla cittadinanza è un atto di trasparenza e di democrazia. E di sicuro aumenta anche la qualità del dibattito” conclude la consigliera Foppa.

La maggioranza ha bocciato il disegno di legge. La trasparenza aspetta tempi migliori.

 

Bolzano, Bozen, 21/06/2023

Landtagsabgeordnete | Cons. prov.
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler
Riccardo Dello Sbarba

 

COMUNICATO STAMPA.

L’estate è tempo di vacanze, ma anche di sovraccarico di traffico, inquinamento e rumore in tutta la provincia. In queste ultime settimane il Gruppo Verde ha posto alcune interrogazioni preoccupate alla Giunta su alcuni progetti e situazioni molto impattanti nel territorio della Bassa Atesina, che da tempo è al limite.

Nel “meridione” dell’Alto Adige vive più di un terzo degli abitanti di tutta la provincia e proprio qui si concentrano le infrastrutture più impattanti: autostrada, inceneritore, aeroporto, discarica, depuratore, centro di guida sicura. Su tutto questo vogliamo stare allerta perché ne va della qualità della vita di tutte le persone che qui vivono.

Le risposte che abbiamo ottenuto purtroppo non ci tranquillizzano.

  • Trasporto e smaltimento rifiuti. Nella discarica Ischia-Frizzi ogni anno arrivano 25.000 tonnellate di rifiuti ingombranti che vengono spezzettati e poi trasportati verso l’inceneritore. Questo comporta un traffico di mezzi pesanti notevole. I TIR che portano i materiali ingombranti, i TIR vuoti che se ne vanno, infine il ritiro del triturato per un totale di ca. un centinaio di passaggi di mezzi pesanti ogni settimana.
  • Trasporto persone via aereo. Da quando l’aeroporto è stato ceduto ai privati, la pista è stata allungata e il numero dei voli è aumentato. Non è certo una buona notizia per gli abitanti della Bassa Atesina, che per primi non hanno mai voluto questa infrastruttura (come tutto il resto della provincia che si è espressa chiaramente contro al referendum di 7 anni fa). Ora Gostner sigillerà un ulteriore ettaro di terreno per raddoppiare il parcheggio velivoli e aumenterà il numero di aerei di media-piccola dimensione. Fino a quando vogliamo continuare a chiedere alla gente della Bassa Atesina di sopportare e accettare i disagi comportati da un progetto di un’entità che non ha mai voluto?
  • Esercitazioni militari. Nelle ore notturne gli elicotteri militari prendono il volo senza nessuna restrizione, provocando un inquinamento acustico insopportabile e inspiegabile per la popolazione. Per il rumore provocato anche alle ore più tarde, capiamo dalla risposta dell’assessore che la giunta prende semplicemente atto. Tutte le interrogazioni e sollecitazioni pervenute negli ultimi anni su questo tema, a quanto pare, non sono ancora servite a nulla.
  • Centro di “guida sicura” (= pista per go-kart e motocross) su questo abbiamo una quarta interrogazione ancora in elaborazione.

La Bassa Atesina è al limite della sopportazione. Smettiamola di investire in progetti rumorosi e inquinanti e iniziamo seriamente a tutelare la salute delle persone che ci vivono!

 

Bolzano, Bozen, 21/06/2023

Cons. prov. / Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

Riccardo Dello Sbarba

COMUNICATO STAMPA – COMUNICAT STAMPA.

Elide Mussner, candidata della testa di lista Verdi Grüne Vërc, fa seguito all’appello del 16/06/2023 del gruppo „Nosc Cunfin“, e prende posizione sul progetto dell’impianto della Forcella del Sassolungo:

Attualmente il turismo invernale nelle valli ladine è caratterizzato da una forte monocultura dell’industria dello sci, con cui sta in piedi o cade l’intera stagione. Una monocultura che ha bisogno della massa per funzionare economicamente: più sono i “bip” ai cancelletti degli impianti, più è alto il profitto. Questa massa di sciatori/trici è allo stesso tempo benedizione e condanna per le valli ladine: da una parte è motore economico, dall’altra è la causa principale del quotidiano black-out per la mobilità locale. La massa di sciatori da tempo non proviene più soltanto dagli alloggi in valle, il bacino va dalla val d’Isarco alla val Pusteria e oltre. La Sellaronda è la mecca per gli sciatori e la “vacca da mungere” a cui ambiscono operatori e operatrici turistiche di ormai tutta la provincia. Da decenni ormai i progetti di collegamento alla Sellaronda compaiono e scompaiono, rimanendo fantasmi in agguato. Così, tra l’altro, l’idea di collegare l’Alpe di Siusi e quindi la roccaforte turistica del Castelrotto, al Monte Pana aprendo il varco diretto verso la Sellaronda. Ambizioni che non sembrano tenere conto delle conseguenze sociali e ambientali per le valli ladine.

Anche l’impianto della Forcella del Sassolungo si inserisce in questo contesto. Attualmente è attivo soltanto durante la stagione estiva, utilizzato soprattutto da escursionist*, arrampicatori e arrampicatrici. Nella forcella del Sassolungo ci sono due rifugi, che da testimonianze dirette già ora sono confrontati con masse di persone di gran lunga superiori alle proprie capacità soprattutto in termini di spazio e di risorse. L’acqua scarseggia e in passato è stato necessario deviare ad una nuova falda per far fronte alla necessità crescente. Si aggiunge poi la paura che un potenziamento dell’attuale impianto andrebbe a spianare la strada per un’apertura invernale, trovandosi infatti in una posizione strategica per l’asse Alpe di Siusi/Monte Pana. Una prospettiva raccapricciante per un ambiente naturale così fragile e delicato, a cui anche i due rifugi non sembrano ambire.

Infine, il continuo aumento delle temperature medie nell’ecosistema Alpi procede a passo accelerato, con un attuale riscaldamento medio di ca. +2 gradi. Vari studi scientifici sullo sviluppo climatico a lungo termine mettono in discussione l’intera esistenza dell’industria sciistica nelle Alpi. In futuro lo sci come lo conosciamo oggi non esisterà più.

In questo contesto, di complessi intrecci sociali, economici e ambientali, un potenziamento dell’impianto della forcella del Sassolungo è assolutamente da evitare. Continuare a investire – anche soldi pubblici – nel potenziamento dell’infrastruttura sciistica, è un investimento cieco e conservativo, quando invece i tempi richiedono apertura a innovazione e diversificazione.

Un approccio davvero innovativo e in linea con gli obiettivi del piano climatico provinciale invece, sarebbe il mantenimento dell’attuale impianto, e se tecnicamente davvero impossibile, l’opzione di uno smantellamento andrebbe presa seriamente in considerazione passando per un processo partecipativo tra popolazione locale e i diversi stakeholder.

L’innovazione ecologica inizia da decisioni chiare e volte al futuro, spesso difficili, ma di cui abbiamo urgentemente bisogno se davvero vogliamo lavorare ad una trasformazione non solo ecologica, ma anche sociale ed economica per l’Alto Adige-Südtirol che lo renderà più resiliente e in forma per il futuro.

Elide Mussner, candidata ladina dla lista Verdi Grüne Vërc ala lites provinzieles, tól posiziun respet al apel dl 16/06/2023 fat dala grupa “Nosc Cunfin” sun l proiet dl mplant portamont dla sciorta dl Saslong:

Atualmënter ie l turism da inviern tla valedes ladines caraterisà da na monocultura sterscia dl industria dl schi cun chëla che duta la sajon sta mpé o toma. Na monocultura che á de bujën dla massa de jënt per funzioné economicamënter: de plu che i “bip” ie ai ciancei di mplanc plu che l profit crësc. Chësta massa de jënt che va cun i schi ie tl medemo tëmp benedizion y cundana per nosta valedes: da una na pert motor economich, dal autra la gauja prinzipiela dl black-out dla mubiltà dl luech. La massa de patins che va cun i schi ne stà bele da giut nia plu me dala strutures dla valeda, i vën da dlonch capró dala valeda de Isarch y de Puster y mo da plu dalonc. La Sellaronda ie la mecca per chiche va cun i schi y la “vacia da mëujer” a chëla che i/la operadëures dl turism de duta la provinzia uel tó pert. Nscila sauta da dejens urmei for inó ora proiec de cunliamënt cun la Sellaronda. Danter l auter l’idea for inò presënta de cunlië la Mont de Sëuc cun la Mont de Pana, giaurian nscila per Ciastel, chemun dassën turistich, n azes diret ala Sellaronda. Amibzions che ne semea nia tení cont dla conseguënzes sozieles y ambienteles per nosta nosta valedes.

Ënghe l mplant dla sciorta dl Saslong passenea drët bën ite te chësc dessëni. Al mumënt iel me atif ntan la sajon da instà, anuzà sëuradut da escursionisc y da arpizadëures. Tla furcela dl Saslong iel doi uties che bele sën á da ciampì cun la gran massa de jënt che ruva su y ie de gran longia de massa respet ala lerch y ala resorses. L ega mancia y tl passà án bele messù crì de nueva funtanes per vester boni de sustënì la nezessiteies. A chësta situazion se jonta mo la tëma che n putenziamënt dl mplant portamont pudëssa splané la streda per na giaurida ënghe nvernela. L mplant ie te na posizion strategica sun la linia Mont Sëuc/Monte Pana. Na perspetiva ncherscëula per n ambiënt naturel tan delicat. Na perspetiva che ënghe la doi uties ne semea nia ulëi sustenì. Lepró ruva pona mo duta la cuestion lieda al sciaudamënt climatich. La temperatures se auza tl ecosistema dla Elpes a n ritm drët aut, bele sën ons n sciaudamënt mesan de +2 degreies. I studies scientifics sëura l svilup climatich mët nchinamei n discusciun la esistënza ntiera dl industria dl schi tla Elpes ti proscimi dejens. Tl daunì ne jirons nia plu cun i schi schiche son usei ncuei.

Te chësc contest comples de ncrujeledes sozieles, economiches y ambienteles, ie n putenziamënt dl mplant portamont tla sciorta dl Saslong assolutamënter da astilé ora. Ji inant a nvestì – ënghe sicoldi publics – tl putenziamënt dla nfrastrutura dl schi ie n nvestimënt vierc y conservatif, canche i tëmps se damanda inveze giaurides de perspetives dl viers de inuvazion y diversificazion dla ufierta turistica da d’inviern. N var davëira inovatif y coerënt cun i obietifs dl plan climatich provinziel y cun l traviert de Gherdëina destinazion turistica sustenibla, fossa mantenì l mplant nscila sciche l ie sën. Sce chësc ne ie davëira nia puscibl tecnicamënter, po fossl da tó n cunsciderazion la puscibltà dl tó demez, opzion che mussëssa unì rujeneda ora tres n prozes partezipatif cun la popolazion lochela y i stakeholder.

La inuvazion ecologica scumëncia da decijions tleres, suënz értes, che cëla al daunì y al bën de duc. Òn da stramp de bujën de decijions inuvatives sce ulon davëira lauré a na trasformazion nia me ecologica, ma ënghe soziela y economica per n Südtirol plu resiliënt y sterch dan la desfides dl presënt y dl daunì.

Elide Mussner

 

COMUNICATO STAMPA.

In questi giorni, diverse associazioni e organizzazioni stanno commentando e prendendo posizione sulla bozza del piano climatico provinciale. Qualcuno potrebbe sorprendersi del fatto che i gruppi consigliari provinciali non si esprimano in merito. “Ed è davvero sorprendente, visto che il piano clima avrebbe dovuto essere redatto in modo partecipativo”, afferma Brigitte Foppa, capogruppo dei Verdi. È da molti anni che i Verdi denunciano il riscaldamento globale. Anche in questa legislatura, il gruppo Verde in Consiglio provinciale ha presentato tutta una serie di mozioni e disegni di legge con l’obiettivo di dare un contributo concreto alla tutela del clima a livello provinciale. “Ci sembra quindi particolarmente significativo che la Giunta stia discutendo di questo tema fondamentale con diverse parti interessate – in realtà è una buona cosa, se solo tutto questo non escludesse completamente il Consiglio provinciale. Non una sola presentazione, nessun dibattito, nessuna richiesta di feedback: su questa questione così importante, il confronto politico in Consiglio provinciale sembra avere zero importanza per la Giunta provinciale. Eppure, quando si è trattato di pari opportunità, abbiamo partecipato attivamente alla stesura del Piano, dando molti impulsi. Dopotutto, a noi preme il tema”, ha dichiarato Foppa.

Il Gruppo Verde in Consiglio provinciale ha comunque ottenuto la bozza del Piano clima e osserva che gli obiettivi sono ambiziosi, il che è positivo. Tuttavia, quello che resta discutibile è la parte attuativa. “Manca soprattutto una cosa: la rapidità. Vista l’estrema velocità con cui sta procedendo il riscaldamento globale, i numerosi “studi, concetti e gruppi di lavoro” previsti in ogni punto del piano non sono acceleratori, ma piuttosto dei riempitivi. I tempi sono molto brevi. Se vogliamo ridurre le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030, ciò significa che dobbiamo procedere con una riduzione di circa l’8% all’anno. Quindi nel 2024 dovremo ridurre le emissioni dell’8% nel trasporto privato, del 5% nel trasporto merci, dell’8% nel riscaldamento fossile e dovremo aumentare del 3% l’agricoltura biologica, ecc. Affinché tutto ciò sia concepibile e realizzabile, sono necessarie misure precise che devono entrare in vigore immediatamente” dichiara la capogruppo verde. “Ma su come si riuscirà a sostituire i ca. 80.000 impianti di riscaldamento a gas e gasolio, o ad azzerare entro il 2040 il consumo netto di nuovi suoli e, soprattutto, su come si farà affinché tutto questo sia socialmente accettabile ed equo nel piano non c’è traccia. In noi si sta facendo strada l’idea che il Piano clima sia una promessa tanto grande quanto vuota,” conclude Foppa.

In questa legislatura non ci sarà una legge per la tutela del clima. I tempi sono stretti e saranno le elezioni a dirci se in futuro avremo o meno un governo per il clima in Sudtirolo.

Bozen, Bolzano, 20/06/2023

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler
Riccardo Dello Sbarba

I Verdi hanno presentato oggi un’atra candidata per le prossime elezioni provinciali. L’insegnante bolzanina Elena Dondio, dal 2021 garante dei detenuti presso la casa circondariale di Bolzano, si è messa a disposizione per una candidatura di sostegno.

“Ho deciso di candidarmi a queste elezioni provinciali con i Verdi, in quanto mi riconosco nelle lotte politiche che porto avanti personalmente da anni. Sono una militante Radicale e mi sono sempre impegnata attivamente per i diritti fondamentali delle persone, per i diritti degli animali e per delle politiche sociali basate su interventi di prevenzione, conoscenza e cura.

In particolare, ritengo necessaria la costruzione di una nuova struttura penitenziaria, in modo tale da poter reinserire le persone nella società attraverso il lavoro, creando una rete con tutte le associazioni territoriali e contribuire così a rendere il territorio più sicuro.” Questa la motivazione che ha portato Dondio ad accettare un posto nella lista Verde.

Il suo impegno per i diritti nelle carceri risale agli anni ’90 e da allora ha sempre cercato di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica verso le condizioni di vita di detenute e detenuti. Tra le varie iniziative citiamo quella del 2018 quanto ha presentato un’istanza per la costruzione del nuovo carcere di Bolzano nel più breve tempo possibile. “L’Articolo 27 della Costituzione italiana dichiara: le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Sulla base di questo principio di umanità il carcere di Bolzano deve al più presto attrezzarsi per migliorare le condizioni di vita dei detenuti, con un maggiore incentivo delle possibilità di lavoro fuori e dentro al carcere, con un riordino della medicina penitenziaria e un potenziamento dell’assistenza psicologica ed educativa”.

Dondio lavora inoltre da vent’anni come insegnante di seconda lingua nella scuola di lingua tedesca: “Credo sia arrivato il tempo di superare il sistema scolastico vigente nella nostra provincia con la creazione di una scuola plurilingue, in modo tale da poter dare gli strumenti necessari alle generazioni future per lo sviluppo di competenze linguistiche e comunicative, necessarie per affrontare il mondo del lavoro – dichiara – è tempo che questa richiesta, che viene da buona parte della società sudtirolese, venga finalmente ascoltata. Nella campagna elettorale che ci aspetta porterò avanti questa istanza con energia”.

Elena Dondio – biografia

Nata a Bolzano nel 1975 e ivi residente.
Laureata in Filosofia presso l’Università di Trento con tesi sulle “forme detentive e punitive, analisi sulla storia e la struttura carceraria da un punto di vista etico e giuridico”.
Ha frequentato presso la facoltà di Psicologia a Padova corsi in ambito clinico con indirizzo di comunità, sulle tossicodipendenze, sociali e dello sviluppo.
Dal 2001 lavora come insegnante di seconda lingua presso la scuola in lingua tedesca nella provincia autonoma di Bolzano.
Dal 2021 è Garante dei detenuti presso la casa circondariale per il Comune di Bolzano.

COMUNICATO STAMPA.

In conclusione della Seduta congiunta delle assemblee legislative di Trento, Bolzano e Tirolo abbiamo assistito a un gioco molto sporco quando si sono discusse le mozioni sulla mobilità. I presidenti di Province autonome e Land si erano messi d’accordo per sfruttare una possibilità prevista dal regolamento interno per affossare le mozioni sulla riduzione del traffico di transito. Il Regolamento prevede infatti – ma finora era un tabù – la possibilità di separare il voto tra le assemblee legislative. Nel caso delle mozioni odierne, ciò significa che le mozioni del Trentino e del Tirolo sulla riduzione del traffico sono state affossate dai consiglieri sudtirolesi (la maggioranza SVP-Lega). La mozione altoatesina sulla riduzione del traffico, invece, è stata affossata dai deputati trentini di Fugatti. “Le cose non erano mai state così perfide in Trentino”, hanno commentato i capigruppo dei Verdi dell’Alto Adige e del Tirolo, Brigitte Foppa e Gebi Mair, a proposito di questa nuova prassi. “Se vogliamo esprimerci contro le misure di politica dei trasporti che riguardano il traffico pesante in continuo aumento e il prevedibile traffico alternativo attraverso la Val Pusteria, allora dovremmo farlo con mente aperta e con un taglio chiaro, e non scaricando le responsabilità sul vicino”, hanno dichiarato i consiglieri Verdi. “Ho definito le decisioni odierne dell’Assemblea congiunta un “tradimento di Riva”, e le non-decisioni per parti separate lo sono ancora di più”, ha commentato il capogruppo tirolese Gebi Mair. “Dov’è lo sforzo comune contro la congestione del traffico? Noi Verdi ci battiamo coerentemente per questo su entrambi i lati del Brennero”.

“È ormai chiaro che l’ombra di Salvini non arriva più solo al Brennero, ma ora arriva anche fino a Kufstein. Anche per quanto riguarda i metodi. In ogni caso, nella campagna elettorale che ci attende misureremo tutte le promesse per la protezione del clima e la sostenibilità con il comportamento di voto in questa Assemblea congiunta”, conclude la capogruppo Brigitte Foppa.

 

Riva del Garda, 15.6.2023

Gruppo Verde in Consiglio provinciale

Grüner Landtagsklub Tirol

 

Foto da sinistra a destra: Riccardo Dello Sbarba, Zeliha Arslan, Gebi Mair,  Brigitte Foppa, Petra Wohlfahrtstätter, Hanspeter Staffler